LENTINI: accoltellato il fratello
Le macchie di sangue segnano sull’asfalto un disperato percorso di fuga. Cinquanta metri di corsa prima di crollare: dai gradini della pizzeria il Proverbio di via Monginevro 9, all’angolo di via Gambasca, fin quasi in corso Peschiera. Lì, sabato notte all’una, è stato soccorso Alfonso Lentini, 35 anni, fratello dell’ex calciatore del Torino, Gianluigi. È stato accoltellato. Molti, nei locali della zona, hanno udito le sue urla. È stato colpito con quattro fendenti: due all’addome, uno al torace, uno sotto l’ascella destra. Ora è ricoverato in gravi condizioni nel reparto di terapia intensiva del Mauriziano. Prognosi riservata.
È stata un’aggressione dai contorni ancora poco chiari, ma c’è già un punto fermo. I poliziotti della «Volante» e quelli del commissariato San Paolo sono riusciti ad intervenire in fretta. Abbastanza per arrestare Matteo Tabeglione, 39 anni, svariati precedenti per rapina: ora in cella al «Lorusso-Cotugno» per tentato omicidio.
Sulla saracinesca della pizzeria il Proverbio ci sono i sigilli dalla questura. Il locale è sotto sequestro. Tutto è incominciato qui. Alfonso Lentini, secondo i primi riscontri, avrebbe investito molti soldi nel locale. Stava cenando quando si è presentato Matteo Tabaglione. Difficile ricostruire con precisione cosa è accaduto, tutti i testimoni sono stati molto reticenti. Bugie, contraddizioni, silenzi imbarazzati. Una donna, in particolare. taceva, negava di conoscere i protagonisti della vicenda. Ma gli agenti hanno scoperto che l’indirizzo di residenza era lo stesso di uno dei personaggi coinvolti nell’aggressione. Di sicuro c’è stato un litigio, sullo sfondo proprio una questione di soldi. Forse c’è stato addirittura un tentativo di estorsione.
Tabeglione ha impugnato il coltello in mezzo ai tavoli apparecchiati. Lentini ha cercato di difendersi cominciando a correre per uscire dal locale. Di fronte, in via Monginevro, centinaia di persone affollavano il karaoke «Il Peccato». Anche al bar «On the road», poco più giù, molti hanno visto: «Quell’uomo urlava e si trascinava in mezzo alla strada, tenendosi la pancia. È crollato laggiù al centro della carreggiata».
All’una è trenta Alfonso Lentini era già in camera operatoria al Mauriziano. I medici gli hanno salvato la vita. Una vita - raccontano vecchi ritagli di giornale - vissuta anche oltre i margini della legalità.
Il 20 agosto 2007, Alfonso Lentini era stato arrestato dai carabinieri di Chieri per spaccio di droga. Viaggiava su un’auto sportiva, in direzione Poirino, con 4 grammi di cocaina e 3 mila 600 euro in tasca: tanti, troppi soldi per passare inosservati. Allora il fratello famoso (calciatore del Torino, del Milan e dalla nazionale) aveva commentato così: «Io e mio fratello non ci sentiamo da anni, non so che vita conduca».
Ieri sera, Gianluigi Lentini, era sconvolto: «Davvero? Accoltellato? Non so cosa dire, mi dispiace molto. Se la caverà? Davvero non ho più rapporti con lui da molto tempo. So che ha una fidanzata e un figlio, niente altro». In ospedale, nessuno è andato a trovare Alfonso Lentini. Forse per paura, forse perché gli accertamenti della polizia procedono con lunghi interrogatori dei possibili testimoni. Tutti quelli che erano nel locale, clienti e camerieri. Gli agenti della squadra mobile hanno anche cercato di rintracciare i parenti.
Rimane da chiarire il movente. Tabeglione è personaggio che non si tira indietro davanti al rischio. Un anno e mezzo fa, aveva rapinato la filiale dell’Unicredit in via Torino, a Brandizzo. Inchiodato da un’impronta palmare sul vetro della «barriera» del bancone che divide gli impiegati dai clienti.