Garritano: "Il calcio mi ha abbandonato e Cairo..."
Da tre anni Garritano ha scoperto di essere malato: leucemia. Come tantissimi altri giocatori in campo in quegli anni, alcuni dei quali deceduti, come Bruno Beatrice e Fabrizio Gorin. Garritano sta lottando, pervicacemente, e conta di farcela («Negli ultimi tempi grazie a Dio sto meglio, ma la malattia va sempre monitorata e solo tra un anno e mezzo saprò se posso guarire definitivamente»). Ma nel frattempo ha scoperto un altro male: quello dell'omertà del mondo del calcio, in cui ha lavorato tutta la vita e da cui è stato espulso appena ha iniziato a parlare della sua malattia e del fondato timore che possa essere stata causata dalla «molte punture che ci facevano negli spogliatoi». Racconta l'ex bomber: «Da un giorno all'altro mi si sono chiuse tutte le porte. Specie da quando, un anno e mezzo fa, ho iniziato a raccontare come andavano le cose nel calcio al pm di Torino Raffaele Guariniello, che sta conducendo un'inchiesta sul doping».
Un'inchiesta ancora in corso e di cui non si conoscono i possibili esiti: «Sono in attesa di novità, per ora mi hanno solo detto che come me ci sono tantissimi altri ex giocatori». Dei quali si sa poco o nulla: «In Italia si conosce solo la vicenda di Borgonovo, perché Stefano è in condizioni molto gravi. Un dramma enorme che vive anche sui giornali e nel calcio. Chi è come me, invece, per molti non esiste. E mi riferisco soprattutto al calcio».
Quel mondo, che fino a poco tempo gli apparteneva - «lavoravo come osservatore sportivo a grandi livelli anche insieme al mediatore di mercato spagnolo Ernesto Bronzetti» - lo ha cancellato nel modo più umiliante: nessuno lo chiama, e tutti si dissolvono quando li cerca lui. Il no più bruciante, per uno che ha contribuito allo scudetto granata del '76, è quello di Urbano Cairo: «Il presidente mi ha preso in giro. Inizialmente, quando ha scoperto della mia malattia, si è mostrato solidale, poi però mi ha scaricato. Ma non è il solo ad avermi abbandonato. Provo quotidianamente a contattare dirigenti di club con i quali ho giocato. Proprio qualche giorno fa ho parlato con il dg della Sampdoria Sergio Gasparin. Ho provato anche con il Milan, ma mi hanno risposto che prendono nel loro club solo ex glorie rossonere. Non riesco a trovare lavoro neanche alla Ternana, dove i tifosi mi adorano. Vivo solo con 1.400 euro di pensione e nessuno mi dà la possibilità di lavorare quando potrebbe essere la medicina più utile».
Anche la Figc gli ha chiuso le porte in faccia: «Ho potuto contare solo sul contributo dell'Associazione italiana calciatori, mentre la Federazione mi ha totalmente ignorato, nonostante abbia vestito la maglia azzurra nelle Nazionali giovanili. Tengono un sacco di gente che non ha nessuna esperienza di campo, io invece sono escluso perché considerato "pericoloso" dopo quello che ho detto sul doping. Eppure conosco bene il calcio e credo che la mia esperienza da talent scout potrebbe essere utile. Ma nessuno vuole neppure parlare con un ex che ha detto la verità sul doping».
In tutto questo, però, Garritano tiene a citare qualche eccezione: «Ciccio Graziani, Gigi Del Neri, Cesare Prandelli e la famiglia Gattuso. Ecco, loro cercano di aiutarmi e io voglio ringraziarli pubblicamente».