Cagliari, Birsa: "Quest'anno parto alla pari con gli altri"
Pupillo di Rolando Maran, che, appena ha potuto, lo scorso gennaio, ha fatto sì che il Cagliari lo prelevasse da quel Chievo con i cui colori entrambi hanno attraversato un grande progetto di crescita, tra 2014 e 2018, il quasi 33enne trequartista sloveno Valter Birsa, al Toro nel 2012/13, ha parlato del suo buon impatto sulla prima amichevole "vera" dei rossoblù, terminata in un 1-1 contro il FeralpiSalò, nel corso dell'ultima conferenza stampa isolana. Assistman per Cerri, Birsa non si rivela però del tutto soddisfatto della propria prestazione: “Mi aspettavo di dare un contributo diverso, la sfortuna ci ha messo lo zampino. Mi sento in debito con tutti, ora voglio dare qualcosa di più. Quest’anno parto alla pari con gli altri, conosco già la squadra e il gruppo, spero di continuare così. Test di questo genere sono utili, perché affronti squadre che vogliono dimostrare di essere all’altezza di un avversario di categoria superiore. In questa fase della preparazione le nostre gambe sono imballate dai carichi di lavoro: così ogni partita presenta dei lati positivi e negativi, ma per noi è importante continuare a lavorare bene, come stiamo facendo.
Il ritiro? Si corre per aumentare la forza fisica nelle gambe, ma anche per allenarti psicologicamente a sopportare la fatica. In alcuni momenti devi spingere ancora di più. Ci concentriamo anche sotto il profilo tattico, un altro fattore che ci servirà nel corso dell’anno. La concorrenza per me è un fattore positivo: ti porta a lavorare tanto, a fare sempre di più. In rosa ci sono diversi giocatori in grado di ricoprire il ruolo di trequartista, magari sfruttando ciascuno le proprie caratteristiche. Quel che conta è che ognuno lavori al meglio: poi sarà il mister ad effettuare le sue scelte, a seconda dello stato di forma di ognuno di noi. Il modulo? 4-3-1-2, 3-5-2, non è una questione di numeri. Invece è importante assimilare i movimenti, capire come sistemarsi all’interno del sistema di gioco. Sicuramente il calcio di oggi è cambiato, è tutto più veloce, anche gli attaccanti sono chiamati a dare una mano in fase di contenimento”.