Rossi: "Il Toro è il più attrezzato per i playoff"
Ezio Rossi è il doppio ex della partita di sabato contro la Triestina, infatti il suo cuore è diviso a metà, come racconta a TorinoGranata. "Al Torino sono diventato giocatore, alla Triestina allenatore". Infatti sabato sarà all'Olimpico: "Quest'anno ho visto live cinque partite del Torino e le ha vinte tutte, come contro il Novara, il Pescara ed il Vicenza. Non so a chi potrò portare bene questa volta, probabilmente lascerò lo stadio mezzora prima, vediamo come andrà a finire". Rossi come vede questo Toro, al di sotto delle aspettative anche quest'anno? "In effetti il Toro, per l'organico che ha, dovrebbe almeno stare al terzo posto. Oltretutto a gennaio si è rinforzato. Cosa sia successo non lo so, a volte certe situazioni sono difficili da decifrare dall'interno, figuriamoci dall'esterno. Comunque sono convinto che andrà ai playoff e lì si giocherà la promozione perchè è senza dubbio il più forte delle altre squadre in competizione".
Per sabato ovviamente il Toro è favorito anche per la differenza di classifica: "Il campionato dice questo, sono due situazioni non facili, ma il Torino è il più vicino all'obiettivo rispetto alla Triestina". Rossi non conosce bene Lerda, ma capisce le sue difficoltà: "Lui è più giovane di me, ci siamo incrociati qualche volta, ma per brevi periodi, anche se arriviamo dallo stesso settore, avendo fatto entrambi le giovanili granata. Certo la situazione è dura per lui, se consideriamo che questa piazza ha bruciato fior di allenatori esperti come Zaccheroni, Novellino, De Biasi, figuriamoci uno come Lerda, che forse è arrivato troppo presto al Torino, come me, d'altronde. A Torino c'è sempre l'obbligo di vincere, una situazione che probabilmente altrove non gli era mai capitato. Io arrivavo già da due campionati vinti, ma qui la piazza è difficile. Tuttavia credo che Lerda stia imparando in fretta". Ma Rossi tornerebbe al Toro? "Sinceramente, pur avendo allenato in C2, mi proponessero ancora il Torino ci penserei due volte prima di accettare. Ho vissuto due anni qui da allenatore e dopo Mondonico sono il mister che ha conteggiato più panchine di seguito, ben 86, 46 nella prima stagione e 40 nella seconda, esonerato poi a due dalla fine. Quella era una grande squadra e mi prendo anche il merito di averla portata fino in serie A, poi è successo quel che è successo e ormai è inutile tornare a quel periodo". Ma non accetterebbe a fronte di un progetto importante? "Sono scettico sui progetti nel calcio, non esistono, è difficile oggi anche in altre situazioni non calcistiche. Non c'è tempo per costruire una squadra, si vuole tutto subito. Personalmente non guardo oltre a tre partite per volta, perchè alla quarta non si sa mai se un allenatore ci arriva. Anche la stessa Juventus fatica, sono quattro-cinque anni che prova a costruire un progetto, ma poi i dirigenti vanno via dopo poco tempo".
Rossi si è preso le sue soddisfazioni quest'anno al Canavese, ma ora ha deciso di lasciare: "Ho accettato di scendere in C2 perchè avevo voglia di tornare a Torino. La stagione è stata sorprendente e ho ottenuto molte soddisfazioni soprattutto ora che ci siamo salvati. Ho potuto lavorare in pace e questo mi ha permesso di ottenere dei risultati. La mia è stata una scelta di vita. Ora ho delle richieste, quattro in C2 e una in C1, per scaramanzia non voglio dire quali sono le squadre. Sto valutando". Diciamo che se arriva una rischiesta in B sarebbe ben accetta.
In questi giorni è uscito il libro su Pianelli, Rossi l'ha conosciuto per un breve periodo, che ricordi ha di lui? "Ero piccolo quando lui era al timone della società. Quando sono arrivato in prima squadra poco dopo ha passato la mano a Sergio Rossi. Di lui posso dire che era un vero presidente da Toro. Tuttavia anche lui ha avuto i suoi problemi. La vita nel calcio è dura per tutti, ma in tutte le piazze, non solo a Torino. E' difficile per un presidente, per un allenatore e anche per gli stessi giocatori. Pensiamo solo a Mantovani, quanto ha fatto per la Sampdoria e poi com'è stato contestato e così è adesso per Garrone, che è un signore e ha ottenuto grandi risultati". Dura la vita per un uomo di calcio, sopratutto quando si è signori come Ezio Rossi, che prima di essere un allenatore capace è certamente un uomo da ammirare fino in fondo. Uno da Toro, come si dice in gergo.