Fontana: "Novara? Perchè no"
In esclusiva per Tuttomercatoweb abbiamo sentito l'ormai ex portiere del Torino, Alberto Maria Fontana, tifosissimo granata che pare diretto in Lega Pro al Novara di Attilio Tesser.
Si parla di un Alberto Fontana, in scadenza di contratto, e quindi via dal Torino, cosa c'è di vero?
"Sicuramente che il mio contratto è scaduto il 30 giugno e che in questo momento il Torino non può assicurarmi nulla, visto che stanno cercando di sfoltire la rosa ampia, che in serie B deve essere di soli 19 giocatori, più Under21 e Under23. In questo momento quindi mi guardo attorno, visto che sono un professionista che ha ancora voglia di giocare".
Saresti disposto anche a scendere di categoria?
"In questo momento nel calcio va sempre di moda parlare di progetto, quindi non ne farei sicuramente un discorso di categoria, quanto quello che mi viene proposto come futuro. Andare via e vivacchiare non è una cosa che mi interessa, mentre andare anche in Lega Pro, ma con la speranza di risalire subito, con un progetto vagliato da una società seria, potrei prenderlo in considerazione".
Si parla del Novara.
"Ha tutto questo genere di credenziali perchè è una società molto seria, con una dirigenza all'altezza, conosco il direttore sportivo Pasquale Sensibile, una persona giovane ma in rampa di lancio, e poi sicuramente l'allenatore che hanno preso, Tesser, è una sicurezza per la categoria. Il Novara quindi potrebbe essere una società che fa al caso mio".
Come sono stati per te questi anni passati al Torino?
"Io sono di Torino, sono tifoso del Torino, ho fatto sette anni splendidi in granata, dove ho vissuto tantissime emozioni, due retrocessioni, due vittorie di campionato, un fallimento. Non sono stati sicuramente anni semplici, però chi ha avuto la fortuna come me di fare così tanti anni nel Toro, è marchiato a vita dall'aver fatto qualcosa di importante. Io ringrazio tutti i presidenti e compagni che ho avuto".
Come ti spieghi, con l'avvento di Cairo, tre stagioni a rischio, con poi la B?
"Il calcio non è una scienza esatta. Sicuramente il presidente non ha mai lesinato sforzi sia dal punto di vista economico che gestionale. Probabilmente la risposta sta nel fatto che in quattro anni di gestione Cairo ci sono stati tanti allenatori e direttori sportivi. Sulla carta il presidente non avrebbe voluto mai fare delle scelte del genere, però la programmazione di un percorso è la carta vincente nel settore calcio. Io penso che la conferma di Foschi, per il futuro può essere solo che positivo. La speranza, se non dovessi più farne parte, è che il Toro risalga subito in A".
Quest'anno la squadra era forse più forte delle altre concorrenti per la salvezza, cosa non ha funzionato?
"Non sempre la squadra più forte vince e non sempre quella più blasonata ha la meglio sulle altre. Nel calcio bisogna correre, avere un gruppo, e le qualità sono messo in secondo piano a volte da altri valori, che magari a noi quest'anno sono mancati. Per retrocedere con una squadra come questa, comunque, c'è stata parecchia sfortuna, tanti errori arbitrali che hanno poi determinato la retrocessione".
Secondo te Sereni resterà?
"Matteo in Serie B non dico che è una bestemmia, però è un peccato vedere un portiere di questo livello restare in B. Al Torino auguro questo, per le sue qualità, ma non a Matteo per un discorso di categoria. Dipenderà molto dal mercato, che è particolarmente asfittico, soldi ne girano pochi".
Rosina?
"E' un discorso molto simile a quello di Matteo, se non fosse altro anche per l'età del giocatore. Io fossi in Alessandro ci penserei bene a lasciare Torino: è il capitano di questa squadra, è molto più giovane di Sereni e può aprire un ciclo. Secondo me se sente la fiducia e lui magari non è quello dell'ultima stagione, che è stata faticosa per tutti, Rosina è uno dei migliori talenti del calcio italiano".
Da cosa deve partire il Torino per tornare subito in A?
"Dall'unione che si deve ricreare tra prediente, direttore sportivo e allenatore"