ESCLUSIVE TG – Ghione: “Il Toro non può essere Belotti-dipendente. Juric è un importante condottiero”
Jimmy Ghione è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Ghione è un attore, inviato storico di “Striscia la Notizia” e grande tifoso del Toro. Con lui abbiamo parlato di questo nuovo campionato e di come si sta muovendo in sede di mercato il club granata.
Siamo alla prima di campionato, dopo le difficoltà e la brutta partita del Torino in Coppa Italia con la Cremonese, c’è un allenatore nuovo, Juric, la squadra è ancora un cantiere aperto tra chi è andato via, su tutti Sirigu e Nkoulou, chi è arrivato, Pjaca e Berisha, giocatori che sono sul mercato, come Lyanco e Verdi, altri che dovrebbero arrivare, Pobega e Becao, e Belotti che c’è, ma non ha rinnovato. Che idea si è fatto di questo avvio di stagione dei granata?
“Penso che tante squadre sono rimaste al palo, cioè non ci sono stati grandi cambiamenti nel senso di importanti acquisti o vendite e anche il Toro non ha fatto faville. Quest’anno, secondo me, il mercato non si è mosso quindi ciò che accade da noi sta succedendo anche agli altri. Noi abbiamo un’ossatura importante e questo va riconosciuto. Moli di nostri giocatori devono essere guidati da un allenatore, Juric che, per me, è in grado di poterlo fare ridando fiducia ai calciatori che già l’anno scorso sulla carta potevano dare quel qualcosa in più, ma o perché è mancato lo stimolo da parte dell’allenatore oppure perché erano terrorizzati poiché quando non c’è una sicurezza di base ci si trova, magari, un po’ spiazzati. Juric come condottiero è importante e, ripeto, ho notato che può dare fiducia e lavorare molto su ogni giocatore tirando fuori da ognuno ciò che può dare. Abbiamo sempre usato il condizionale “quel giocatore potrebbe fare”, “quel giocatore dovrebbe fare in quell’altro modo” ecco non dobbiamo più parlare al condizionale, ma al presente, cioè “tu sei un giocatore che vale quindi devi dare ciò che puoi e non avere paura”. Questo sarebbe già un passo importante. Con tutti quelli con cui ne parlo mi dicono che il Toro in ogni reparto ha giocatori importanti, ma come mai non arrivano i risultati? Secondo me, è un’alchimia. Innesti di valore non ce ne sono stati. Pjaca mi piace come giocatore però non è un top player, è uno che può dare, è una buona scommessa. Il Toro deve ripartire da quello che ha e ogni giocatore dovrebbe dare quello che sulla carta può. E qui si ritorna al condizionale, ma è così. Come ho detto, abbiamo una buona ossatura”.
Le premesse a questo campionato però, forse, non fanno gioire.
“Il Torino ha fatto un lavoro importante nella fase della preparazione e so che hanno lavorato molto per cui Juric ha fatto un bel lavoro, ma è chiaro che la preparazione deve portare a fare il salto di qualità. In Coppa Italia la Cremonese sapeva che la gara era trasmessa in televisione e giocando con una squadra di Serie A ha dato il cento per cento, mentre invece in questi casi una squadra come il Torino non dà il cento per cento affrontandone una di B quindi il tifoso, il telespettatore dice che non ha visto un grande Torino. Io ho giocato anche a calcio e da sportivo dico che non fa testo questa partita, poi da domani possiamo discuterne perché dobbiamo vedere cosa farà con l’Atalanta che è squadra di A e ha fatto una preparazione diversa dalla Cremonese e la caratura dei giocatori è differente. Diciamo che da questa sera inizieremo a capire qualche cosa di più sul Torino”.
A suo parere, Belotti come potrà affrontare questo campionato?
“Voglio bene a Belotti, ma non possiamo essere Belotti-dipendenti. Non gira tutto intorno ad Andrea Belotti. E’ un giocatore del giro della Nazionale però non vorrei che si facesse l’errore dell’anno scorso quando tutto appunto girava intorno a lui: se c’è allora il Toro gioca in un certo modo, ma se manca in un altro. Dobbiamo avere delle alternative e noi tifosi pensare, come tutti quelli che gestiscono delle squadre di Serie A, che oggi un giocatore c’è e domani non più. Noi dobbiamo essere del Toro, non Andrea Belotti-dipendenti. Io amo Belotti perché è un giocatore che mi piace moltissimo e assolutamente spero che non vada via, ma dobbiamo sapere e metterci in testa che le cose possono cambiare perché i calciatori vengono e vanno”.
Il bene del Toro davanti a tutto e tutti.
“Assolutamente sì. Noi siamo una squadra, siamo i granata e deve esserci un tutt’uno fra la squadra e i tifosi. Dobbiamo essere uniti, criticare quando c’è da farlo e anche Cairo deve portare avanti il progetto. Si parla sempre di “Cairo braccino”, “Cairo vattene”. Okay, ma io dico: “no al Cairo vattene, bensì se vuoi lasciare, lascia” però bisogna anche pensare che se non c’è Cairo chi prende il Torino? In giro ci sono presidenti che oggi ci sono e domani non più, ci sono squadre che sono fallite. Di sicuro Cairo deve fare quadrare i bilanci e i libri contabili del Toro mi sembra che siano a posto e allora certo poi si possono fare investimenti. E’ facile criticare. Quando ci saranno 100 presidenti che vorranno comprare il Toro allora mettiamolo in discussione. C’è Ferrero, c’è Beretta, c’è Del vecchio di Luxottica o qualche altro nome importante che vorrà comprare il Toro allora dirò okay però se per partito preso bisogna dire “Cairo vattene”, “Vendi” non lo faccio. Ma poi vendi a chi? E’ vero che il tifoso è stufo e pure io lo sono, ma non è che arriva uno con 200 milioni li mette sul tavolo e dice mi compro il Toro. Sono momenti difficili per tutti”.
Alla fine del mercato mancano undici giorni, si aspetta ancora qualche arrivo? Se fossero presi Pobega e Becao il Torino sarebbe rinforzato rispetto all’anno scorso?
“Non lo so. Ripeto e ribadisco, noi dobbiamo recuperare i giocatori che abbiamo. Poi se sul piatto della bilancia vengono messi giocatori di livello internazionale sono d’accordo, ma se si dà via Lyanco e viene preso un altro come lui alla fine dov’è il cambio? C’è un vantaggio per il Toro se il tasso tecnico è lo stesso? A parità Juric deve essere bravo a ridare fiducia a chi già c’è. Dato via Sirigu in porta è stato messo Milinkovic-Savic che c’era già in casa. Perfetto, ma non è che abbiamo preso Donnarumma. Anche il fatto di cambiare qualcuno è un dolcetto che si dà ai tifosi però siamo sicuri che chi arriva è migliore di chi è andato via?. Non è stato preso Messi e neppure giocatori del Chelsea, del Real Madrid o altri del Barcellona”.
Da tifoso, che cosa si augura per il Torino per questa stagione?
“Mah (sospira sconsolato, ndr), sono trent’anni che navighiamo a vista. Che cosa mi aspetto? Dico sempre che essere tifosi del Toro vuol dire guardarsi prima dietro e poi davanti. Come si è visto negli ultimi anni partiamo con idee straordinarie, con la speranza di arrivare chissà dove e poi a metà campionato dobbiamo iniziare a guardare chi è dietro di noi, come è accaduto anche nella stagione 2020-2021 che fino all’ultimo abbiamo rischiato di finire in Serie B. Per cui mi aspetto un campionato tranquillo. Se dicessi che mi aspetto un piazzamento nella parte alta della classifica direi una bugia, lo spero, ma non me l’aspetto. Non rischiare di doversi salvare: ormai è questo che si può volere dal Torino. Siamo abituati a guardare la classifica nella parte destra. Io vorrei che questo non accadesse più”. Ma sono arrivati Mazzarri, Giampaolo poi sostituiti da Longo e Nicola …. non è che non mi fido del Toro, però ormai sono uno che non crede più. Poi è chiaro che ogni volta che si vede giocare il Torino all’inizio della patita si dice “Dai, ‘sta volta portiamo a casa i tre punti” e invece siamo riusciti a perdere delle partite clamorose, ci siamo fatti recuperare in partite già vinte. Con la Lazio l’anno scorso all’andata è stato un dramma, cose che succedono solo al Toro. Se si dovesse scrivere un libro o la trama di un film del terrore si potrebbe intitolarlo “Forza Toro”, “Toro calcio”, “Tutti allo stadio a vedere il Toro”. Si sono consumati dei drammi sportivi con dei risultati che a bocce ferme nessuno avrebbe mai potuto immaginare una cosa del genere. Non deve più accadere”.