ESCLUSIVA TG – Stellone: “Torino e Frosinone vorranno superare il turno in Coppa Italia. Le scelte di Juric dipendono da tanti fattori”
Roberto Stellone è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Stellone ha giocato nel Torino dal 2005 al 2009 e poi nel Frosinone dal 2009 al 2011, in seguito ne è divenuto allenatore prima della Berretti, stagione 2011-2012, e dopo della prima squadra dal 2012 al 2016. Con lui abbiamo parlato della partita di domani di Coppa Italia (sedicesimi) fra le sue ex squadre.
Torino e Frosinone si affrontano in un momento un po’ particolare i giallazzurri arrivano dall’essersi fatti rimontare in campionato dal Cagliari dopo essere stati in vantaggio per tre a zero e finendo per perdere 4 a 3 e i granata sono tornati alla vittoria, che mancava da quaranta giorni, a Lecce. Che cos pensa di queste due squadre che si affonderanno in Coppa Italia?
“Sicuramente tutte e due le squadre ci tengono a passare il turno. Il Torino arriva da una bella vittoria, importante non solo per i tre punti, ma soprattutto per il morale perché erano cinque partite che non vinceva. Il Frosinone viene da un inizio di stagione inaspettato dove Di Francesco è riuscito in poco tempo a creare una squadra che gioca bene e crea. Viene da un brutto risultato, ma tutte e due le squadre cercheranno comunque di passare il turno. La strategia degli allenatori non la so, nel senso che pur tenendoci alla Coppa Italia cercheranno magari di far giocare qualcuno che fino a oggi lo ha fatto un po0’ meno per fargli fare minutaggio e vedere all’opera alcuni elementi che magari in campionato si sono espressi meno”.
Su cosa deve puntare il Frosinone che nelle ultime quattro partite ne ha perse tre e ne ha vinta solo una?
“La prestazione l’hanno sempre fatta e anche con il Bologna avevano perso due a uno, però facendo un’ottima gara. Domani le due squadre si affronteranno con moduli diversi e sappiamo il Torino come gioca e come imposterà la partita, al di là di chi scenderà in campo e anche del modulo e il Frosinone cercherà di palleggiare di più perché è ciò che richiede l’allenatore. Sono strategie diverse, ma che possono portare a una bella partita poiché tutte e due vorranno passare il turno”.
Il cambio di modulo del Torino, passato dal 3-4-2-1 al 3-5-2, è dovuto alle problematiche che ha avuto la squadra oppure alla convinzione che serviva variare l’assetto?
“Non lo so, chi meglio di Juric, che vede tutti i giorni la squadra, può dirlo? In allenamento può provare situazioni diverse e chi meglio di lui può decidere se essere più offensivo giocando anche con una sola punta con magari i quinti che te li ritrovi in area sui cross o con gli inserimenti delle mezzali oppure delle sotto punte? Cambia di poco dal 5-3-2 al 3-4-2-1: in partenza puoi essere un pizzico più offensivo o con un filtro in meno davanti alla difesa manca il play”.
Con il Lecce Juric ha messo Linetty davanti alla difesa.
“Certo, ma se si gioca con il 5-3-2 e poi una delle due mezzali va a supporto delle due punte ecco che magari il modulo diventa 3-4-2-1. I moduli e gli schemi lasciano un po’ il tempo che trovano nel calcio di oggi dove ci sono rotazioni quando hai la palla, spostamenti di posizione e uguale quando vai a pressare, come fa il Torino, uno contro uno: il modulo non esiste più, ma dipende dalla condizione fisica e mentale e dalle qualità dei giocatori e il Torino di calciatori di qualità ne ha. L’allenatore saprà e vedrà quale strategia deve utilizzare e quali interpreti deve mettere in campo per essere più offensivo e andare a calciare di più in porta”.
Nel Torino ci sono problemi con Ilic, Radonjic e anche Vlasic che hanno qualità indubbie, però seppur per ragioni differenti non rendono per quanto potrebbero. Dopo che giocatori di talento hanno avuto più possibilità e non le hanno sfruttate è giusto che l’allenatore li accantoni?
“L’allenatore con i propri collaboratori osserva i giocatori durante la settimana, valuta l’avversario da affrontare e poi ci sono gli aspetti relativi allo schema di gioco, a quello mentale e fisico della squadra e dei singoli e in base a tutto ciò decide chi far giocare. In un campionato i calciatori vivono momenti differenti e possono essere in calo e magari si preferisce ugualmente dargli più minuti facendolo giocare di più per fargli trovare la condizione, sono tutti aspetti importanti. Ripeto, l’allenatore decide in base a quello che vede e tutti i calciatori attraversano durante la stagione periodi, che possono essere più lunghi o più brevi, meno felici sotto alcuni aspetti che possono essere fisici o mentali oppure di gioco di squadra o singolo. Così come all’interno della squadra ci sono periodi di quattro-cinque partite che non si ottengono i risultati sperati altrettanto capita ai giocatori. Quando in un periodo tutto gira bene e tutti i calciatori stanno bene è difficile che si perda, viceversa quando in una partita due-tre giocatori non stanno benissimo è molto probabile che non si vinca. Poi ci sono le eccezioni che si vince una gara quando non lo si meritava e anche se qualche giocatore non ha fatto bene. Non dico che gli allenatori lavorino sul calcolo delle probabilità, ma sul continuare a lavorare con al squadra per apportare sempre dei miglioramenti a livello fisico e di gioco”.
Adesso però con il 3-5-2 è più difficile inserire i trequartisti?
“Con le cinque sostituzioni si può cambiare quasi mezza squadra e dipende dal momento della partita e da tanti aspetti. Dipende anche dalla squadra avversaria se tende a giocare di più e magari preferisce andare a pressare con più uomini. Sono sempre scelte che gli addetti ai lavori, l’allenatore e il suo staff, a fine settimana fanno decidendo la strategia da adottare in partita in base a quello che vedono in allenamento e poi si può cambiare in corso d’opera in relazione al risultato e alla prestazione. Non mi sento quindi di consigliare o giudicare. Con il 3-5-2 basta che a una delle sotto punte gli si chieda di aiutare un po’ di più il centrocampo e all’altra che la si lasci un po’ più alta per aiutare le punte che già l’assetto viene variato. Capisco che molti facciano riferimento ai moduli, ma come ho detto rima l’importante è ricoprire gli spazi, smarcarsi e che quando si pressa lo si faccia tutti con la stessa velocità: questi sono gli aspetti che contano per un allenatore, mentre il modulo lascia il tempo che trova”.
In campionato Torino e Frosinone hanno gli stessi punti, 12, sono due squadre che sono sullo stesso piano?
“Come organico il Torino ha qualche cosa in più rispetto al Frosinone che è partito molto bene, è una neo promossa, ha cambiato allenatore e preso giocatori giovani e ha come obiettivo di salvarsi cosa che non gli è mai successa nelle due volte, una con me, che è stato in Serie A. Il Torino pur non partendo benissimo, anche se ha dopo dieci partite ha un punto in più dell’anno scorso alla stessa epoca, ha continuato con lo stesso allenatore, ha preso giocatori importanti e ha tenuto tutti quelli che erano richiesti da squadre importanti con il presidente che ha preferito dare continuità e cercare di migliorare rispetto alla passata stagione quindi sicuramente il Torino cercherà di fare un campionato migliore di quello dell’anno scorso”.
Parlando di lei, quando la rivedremo in panchina?
“Sto aspettando qualcosa. C’è stato qualche contatto con qualche società di Serie B e C, ma non si è concretizzato nulla per cui aspetto: qualche cosa uscirà. E intanto mi tengo aggiornato vedendo un po’ di partite”.