ESCLUSIVA TG – Silva: “Giampaolo ha bisogno di giocatori dinamici e magari convincerà Sirigu a rimanere”
Massimo Silva è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Silva è un allenatore e nella stagione 2004-2005 ha allenato insieme a Marco Giampaolo, che non era in possesso del patentino di prima categoria, l’Ascoli in Serie B e poi anche nel campionato successivo in Serie A. Con lui che lo conosce bene abbiamo parlato del neo tecnico granata.
Che tipo di allenatore è Marco Giampaolo?
“Prima del Milan aveva avuto una crescita notevole e ottenuto grandi risultati con la Sampdoria dando alla squadra anche un buon gioco. Giampaolo sa fare calcio. Cairo ha detto che insegna calcio ed è la verità. In settimana è molto bravo e poi la domenica, se i giocatori lo seguono, ottiene risultati. Se, come dicevo, i giocatori lo seguono e se arriverà qualche risultato potrà fare molto bene al Torino”.
Che tipo di rapporti instaura con i suoi giocatori?
“Li conquista con il lavoro al contrario di molti altri allenatori. Lui fa lavorare la squadra in un certo modo e con le sue idee, molto moderne devo dire. Con lui si lavora e il giocatore viene quasi convinto e attratto dal suo lavoro, ma è chiaro che deve essere accompagnato da qualche risultato e se questo avviene il rapporto con i giocatori è ottimo”.
Giampaolo predilige il 4-3-1-2, vero?
“Sì, sicuramente la difesa a quattro e ha un suo modo d’intenderla quasi unico, questo è il suo metodo e penso che continuerà a farlo. D’altronde gli ha dato grandi risultati a Empoli e con la Sampdoria, mentre al Milan, magari ci sono state altre problematiche”.
Adottando la difesa a quattro ha bisogno di due centrali e di due terzini diciamo un po’ vecchia maniera?
“Ha bisogno di giocatori come si suol dire funzionali e gli esterni devono saper fare la doppia fase, sia difensiva sia offensiva. E per quel che riguarda i centrali devono essere classici e avere una buona struttura e i piedi buoni, ma ormai in Serie A si trovano se non li si ha già. E’ il lavoro che fa lui a far diventare forti i centrali e tutti i giocatori”.
Per quel che riguarda i terzini, il Torino ne ha due, Ansaldi e De Silvestri, in scadenza di contratto e Aina che ha deluso parecchio. La società dovrà fornirgliene con caratteristiche idonee.
“Il più adatto degli attuali è De Silvestri e pure Ansaldi può essere un terzino con le caratteristiche giuste per il gioco di Giampaolo. Ma sono convinto che troveranno gli uomini adatti a ricoprire questo ruolo, che siano funzionali al suo gioco non arretrando troppo, ma neppure avanzando eccessivamente. Per intenderci l’ideale è uno come Gianluca Comotto, che quando venne all’Ascoli fece benissimo, ma anche nel Torino”.
Il tallone d’Achille del Torino da anni è il centrocampo, Giampaolo alla Sampdoria aveva Linetty e Torreira. Serviranno quindi innesti anche in mezzo al campo?
“Gli servono giocatori di un certo tipo, uno che prenda in mano la situazione. Un bel palleggiatore com’è Torreira che è anche un uomo di movimento. Anche le mezzali devono no avere un po’ di corsa, almeno una delle due, altrimenti giocando con il trequartista finiscono per essere in tre sbilanciati in avanti. Qualche centrocampista del Torino lo adatterà. Bisogna lavorare ed essere dinamici per il modulo di Giampaolo soprattutto a centrocampo, ma anche il trequartista e le punte dovranno fare un certo tipo di lavoro. Giampaolo è riuscito a far segnare tanti gol a Quagliarella nella Sampdoria per cui troverà la soluzione anche nel Torino”.
Verdi, Zaza e Belotti sono calciatori funzionali all’idea di calcio di Giampaolo?
“Sì, tra l’atro Zaza l’ho lanciato io all’Ascoli e colgo l’occasione, tramite voi di Torinogranat.it, per salutarlo e sono contento che sia cresciuto nel finale del campionato che si è da poco concluso. E’ un grande giocatore e non c’è bisogno neppure di parlare di Belotti. E poi con Verdi e Berenguer Giampaolo troverà la soluzione giusta. Non ho dubbi, i giocatori lo seguiranno e potranno volare con lui. Si può fare uno squadrone se resteranno questi quattro giocatori, ne sono convinto”.
Verdi è proprio il trequartista che gli serve?
“Sì, sì. Ne sono convinto. Ha classe ed è dinamico. Per me è assolutamente adatto. Gli attaccanti che ha il Torino vanno bene perché poi Giampaolo dà loro qualche indicazione non solo sui movimenti che devono fare, ma anche sul non possesso palla. E pi con lui gli attaccanti vengono accompagnati molto dalla squadra per cui io la vedo bene”.
Ci sono molte voci che danno Sirigu in uscita dal Torino, non proprio una buona notizia per il mister.
“Magari Marco convince Sirigu a rimanere al Torino e altrimenti un portiere lo si trova, anche se sarebbe molto meglio se rimanesse Sirigu. Il portiere con Giampaolo deve lavorare di più con i piedi, giocare la palla, stare un po’ più alto per cui troveranno l’intesa. Vedo un bel Torino in prospettiva”.
Giampaolo preferisce giocatori, come si dice, già pronti oppure anche giovani di prospettiva?
“Anche ragazzi da lanciare. Ma il concetto è sempre lo stesso: se il giocatore è funzionale al gioco, se si adatta alle sue indicazioni con Marco non ha importanza se è famoso o sconosciuto. Certo se uno di base è più forte tanto meglio, però io e lui ad Ascoli in Serie A abbiamo lanciato giocatori che arrivavano dalla Serie C e anche giovani che hanno fatto molto bene e anche nella Sampdoria l’ha dimostrato”.
Che rapporto ha con la piazza e con la dirigenza?
“Molto buono con tutti, ma non va considerato il periodo al Milan, ho sempre detto che le tournée che fanno i grandi club non portano bene, anche se quella del Milan è stata positiva e Suso giocava bene, però, poi in campionato c’è stata un’involuzione. Ma si tratta ormai di storia vecchia.. Per Marco la preparazione estiva è molto importante”.
Giampaolo è uno di quegli allenatori capaci di convincere i presidenti a prendergli i giocatori che gli servono?
“Penso proprio di sì. Ma se Cairo ha scelto Giampaolo è convinto di lui. Magari non gli potrà prendere proprio tutti i giocatori che gli chiederà, ma con Marco la soluzione si trova. Sono convinto che il presidente sarà molto contento di Giampaolo, anche nel rapporto”.
La piazza granata è molto calda, sostiene la squadra e l’allenatore, ma se viene delusa poi si fa sentire.
“Marco a piazze calde un po’ abituato lo è essendo stato al Milan. Ma non si pensi che Ascoli, tanto più per uno agli albori come era Marco, sia una piazza facile. E’ ben abituato”.
Cambiando argomento e parlando di lei, anche nella prossima stagione allenerà la Vastese?
“No, non ho ancora la squadra, ma sono vicino ad averne una però non faccio anticipazioni. Posso aggiungere una cosa?”.
Certo, dica pure.
“Portate a Marco i miei saluti e fategli da parte mia un grande in bocca al lupo”.