ESCLUSIVA TG – Oscar Giammarinaro: “Ora pensiamo a salvarci: sosteniamo il Torino e Nicola. Poi speriamo che ci sia un cambiamento radicale”

13.02.2021 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Oscar Giammarinaro
Oscar Giammarinaro
© foto di Oscar Giammarinaro

Oscar Giammarinaro è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Giammarinaro è un cantante anche solista, ma dalla fondazione e tuttora fa parte del gruppo degli “Statuto” ed è grande tifoso del Toro. Con lui abbiamo parlato delle difficoltà del Torino.

Nicola, Mandragora e Sanabria sono le persone giuste per riportare il Torino in una posizione di classifica non a rischio retrocessione?

“Faccio una premessa, ancora una volta il Torino è corso ai ripari in fretta e furia a causa della precedente campagna acquisti scadente, mal organizzata, fatta al risparmio e, soprattutto, in modo errato. Già all’inizio della stagione si sapeva che con un allenatore come Giampaolo bisognava mettergli a disposizione determinati giocatori, ma così non è stato e a quel punto l’allenatore ha mostrato tutti i suoi limiti che ha nell’adattarsi a calciatori che non sono abituati a seguire i suoi schemi e il suo modo d’intendere il calcio e quindi ci siamo trovati subito in fondo alla classifica senza riuscire a risollevarci.  Per cui, rispondendo alla domanda, dover rimediare è sempre più difficile rispetto a fare le cose in conformità a un progetto.
Sicuramente sotto tutti gli aspetti e in particolare a livello umano Davide Nicola è l’allenatore giusto perché è un ragazzo serio, umile, in gamba, uno che sa veramente che cosa provano i tifosi per il Toro ed essendone consapevole credo che prima di tutto abbia a cuore fare bene per i tifosi al di là del discorso professionale, calcistico, tecnico e tattico che sicuramente c’è, ma è importante non dare ai noi tifosi il dispiacere della retrocessione.
Per quel che riguarda gli acquisti che sono stati fatti nel mercato di gennaio, Mandragora e Sanabria, li considero buoni perché entrambi sono già stati allenati da Nicola quindi se a lui vanno bene vuole dire che saprà tirare fuori il meglio da questi due ragazzi. Mandragora non è Torreira però è un calciatore di qualità che ci serviva proprio in mezzo al campo. Sanabria vediamo come andrà, ma sicuramente non potrà fare peggio di Zaza e non è escluso che Zaza con la cura Nicola svolti e torni ad essere un calciatore di livello accettabile per la Serie A.
Io confido molto nel temperamento, nella serietà e nella dedizione di Nicola e anche in quella dei ragazzi che devono seguirlo. Dopodiché non abbiamo una squadra di top player e sarà difficile salvarci perché il livello è veramente basso e quindi partita dopo partita speriamo di riuscire a farcela”.

Dopo il pareggio in rimonta con l’Atalanta il Torino affronterà Genoa e Cagliari, gare molto importanti in ottica salvezza, è fiducioso riguardo alla possibilità di ottenere due risultati utili in particolare nella prima partita?

“Il Genoa sta andando molto bene, si è ripreso, ha cambiato allenatore prima di noi e ha fatto degli innesti oculati infatti in questo momento sta giocando bene. Il Torino in questo frangente non ha possibilità di scelta sul porsi obiettivi e su quale partita può anche permettersi di perdere o pareggiare perché adesso deve cercare di vincere il maggior numero di partite e fare più punti possibile. Chiaramente con il Cagliari i punti varranno doppio più che con il Genoa perché i sardi sono dietro in classifica e vincere con loro significa non solo in assoluto avere tre punti in più, ma anche allontanarli di tre punti. Vincere con il Cagliari vale doppio, ma dobbiamo ricordarci che sotto di noi ci sono tre squadre con pochissimi punti in meno per cui in ogni partita dobbiamo portare a casa più punti possibili. Oggettivamente gran parte delle altre squadre ci sono superiori, ma adesso dobbiamo giocare con il cuore, la determinazione e l’essenzialità, che sono caratteristiche che Nicola sa infondere nei giocatori, per cui dobbiamo giocarcela con tutti, a prescindere dall’avversario che abbiamo di fronte”.

Belotti è tornato a segnare, ma il Torino continua almeno finora anche con Nicola a subire tante reti come accadeva con Mazzarri, Longo e Giampaolo. E’ preoccupante oppure con gli innesti di Mandragora e Sanabria e magari con Zaza  e Verdi rinvigoriti l’importante é fare i gol?

“L’importante, è scontato dirlo, ma è fare sempre un gol in più degli avversari, però, sappiamo che nel calcio è meglio prima non prenderle visto che le squadre più toste e più toniche sono quelle che subiscono meno gol, magari ne fanno pochini, ma ne prendono pochissimi. Noi prendiamo tanti gol, ma con Mazzarri solo nell’ultimo periodo, prima no e ne prendevamo pochi perché avevamo un Sirigu che faceva veramente parate miracolose e andava al di là di ogni più rosea aspettativa di rendimento, mentre adesso il nostro portiere i miracoli non li fa più, ma merita la nostra stima e, soprattutto, la nostra fiducia perché è un ottimo portiere. I gol non li prendiamo a causa sua e che prima ne prendevano alcuni in meno perché lui faceva miracoli, ma non dobbiamo solo confidare nella sua condizione e invece evitare che arrivino tanti palloni diretti nella sua porta. I difensori sono rimasti gli stessi rispetto a prima, ma magari con un buon filtro a centrocampo anche i difensori faticheranno meno. Ciò che mi preoccupa è che tante volte prendiamo gol su calci piazzati in maniera veramente ingenua e quindi un lavoro che dovrà fare Nicola sarà sulla concentrazione, sul trovare veramente dei punti di rifermento sicuri sulle palle ferme, specialmente in fase difensiva”.

E’ un po’ fiducioso sulle possibilità di salvezza del Torino oppure è ancora presto per poterlo essere?

“Sono fiducioso perché è giusto esserlo, almeno finché la matematica non ci dovesse condannare  e al di là della gestione della squadra e della società che negli ultimi anni è stata sicuramente catastrofica, ma noi in questo momento dobbiamo sostenere questi ragazzi e Nicola, che condivide sicuramente il nostro attaccamento ai colori granata, per cui pensiamo al campo, al mister e a salvarci e poi si spera che qualche cosa cambi veramente in maniera radicale. Siamo quindi fiduciosi e sosteniamo la squadra perché vedendo il temperamento del mister e dei giocatori, che riescono per davvero a buttare il cuore oltre l’ostacolo, dobbiamo appunto essere fiduciosi anche noi”.