ESCLUSIVA TG – Marazzina: “Bologna-Toro sarà una partita particolare per gli attaccanti”
Massimo Marazzina è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Marazzina è un ex calciatore che ha giocato nella stagione 2004-2005 nel Torino e dal 2006 al 2010 nel Bologna, con lui abbiamo parlato della sfida fra le sue due ex squadre.
Domenica pomeriggio da una parte ci sarà Bianchi e dall’altra Cerci, Immobile o Meggiorini, sarà una partita particolare per l’ex capitano granata e per chi vuole raccoglierne l’eredità?
“Il punto cruciale è che Bianchi si ritroverà di fronte la sua ex squadra e negli ultimi anni lui era il capitano e il giocatore simbolo, quindi sicuramente sarà per lui una partita non come le altre, immagino che quando é uscito il calendario sarà stata la prima gara che avrà cercato”.
Da parte degli attaccanti del Torino potrà esserci la voglia di cancellare, nel senso buono del termine, Bianchi dai ricordi dei tifosi?
“Il paragone con Bianchi è inevitabile perché i gol in granata li ha fatti e da questo punto di vista parlano i numeri. Cerci deve dimostrare soprattutto al grande pubblico e alle grandi squadre di essere un giocatore che può stare nell’organico delle prime quattro-cinque formazioni italiane. Il suo valore non si discute e adesso sta avendo continuità e fortunatamente si è ritrovato con un allenatore che lo conosceva già da tempo e lo ha messo nella condizione di esprimersi al meglio. Immobile, al contrario, ha tutto da dimostrare poiché in serie A non si è ancora affermato”.
Bologna e Torino sono due squadre che possono essere paragonate per organici, gioco, obiettivi stagionali e ambiente oppure no?
“Sì, sono due squadre che lottano per salvarsi con altre cinque-sei formazioni, ma più o meno si equivalgono. Io ho giocato in entrambe e mi sono trovato bene e quindi posso vedere solo lati positivi. L’anno scorso avevo visto il Torino parecchie volte e giocava anche bene, Ventura con l’organico che aveva, senza togliere niente ai giocatori, era riuscito a dare un’impronta alla manovra ed era anche divertente vedere giocare il Toro. La differenza fra il Torino e il Bologna è Diamanti, perché i granata non hanno un giocatore così importante e così forte, per il resto, credo che le due squadre si equivalgono”.
Pioli già nelle prime partite ha cambiato modulo, mentre il Torino utilizza il 3-5-2, domenica in campo, soprattutto da parte del Bologna, ci saranno delle novità tattiche?
“Non saprei. Per Ventura utilizzare due punte è un marchio di fabbrica che ha dai tempi del Pisa e di altre squadre, quando mi capitò di affrontarlo infatti sapevamo come lui disponeva in campo la sua formazione, poi era imprevedibile e difficile giocarci contro, ma bene o male si sapeva che impronta avevano gli avversari. Il Bologna, invece, sta cercando almeno davanti la quadratura del cerchio in modo da mettere nella condizione Diamanti e Bianchi, piuttosto che Moscardelli, di trovare la via del gol. E’ chiaro che le amichevoli pre-campionato sono una cosa e le prime giornate un’altra, ma il primo periodo serve anche a stabilire se la squadra può sorreggere le due punte più un trequartista o il trequartista e una punta sola, quindi bisogna vedere gli equilibri del gruppo”.
Larrondo a causa dell’infortunio non sarà disponibile per un paio di mesi e Barreto deve finire di scontare la squalifica e questo avverrà a metà ottobre, il Torino dovrebbe trovare una soluzione interna alla carenza di attaccanti magari utilizzando El Kaddouri come punta o aggregando un giovane della Primavera oppure ricorrere al mercato degli svincolati?
“Ventura ha un gioco particolare e quindi il mercato degli svincolati potrebbe essere una soluzione, ma non so fino a che punto è praticabile, poiché bisognerebbe individuare un giocatore che sia predisposto ai movimenti che ha in mente il mister. Indubbiamente per una squadra che ha come obiettivo la salvezza è fondamentale avere un attaccante che garantisca un certo qual numero di gol su azione, arrivare in doppia cifra e anche superarla con rigori e punizioni non è impossibile, lo è di più arrivarci senza usufruire di queste aggiunte. Secondo me il Torino da questo punto di vista pecca un po’ poiché Cerci non è una punta di ruolo e non può fare i miracoli tutte le partite e servirebbe qualcuno che lo supportasse tenendo impegnate le difese e gli togliesse qualche responsabilità, altrimenti gli avversari se capiscono che segna quasi solo lui fanno in fretta a raddoppiargli la marcatura rendendogli la vita difficile, per questo penso che il Torino qualche rimedio lo dovrebbe trovare in quanto gli altri attaccanti che ha non hanno un vasto palmares in serie A. Ventura li allena tutti i giorni e li conosce bene e magari riesce a far esplodere Immobile, lo auguro a Ciro, o qualche altro, ma visto da fuori al Torino in attacco qualche cosa manca, la serie A è difficile e servono gol, avere un giocatore d’esperienza che nei momenti di difficoltà aiuta i compagni, soprattutto quelli più giovani, servirebbe. Non so se al Torino hanno fatto valutazioni di questo tipo, forse sì e si fidano dei giocatori che hanno, però è un rischio perché se si sbaglia la stagione comincia male come è accaduto lo scorso anno al Palermo che non si è più ripreso e sarebbe un peccato perché … il Torino è il Torino e merita ….”.
Da doppio ex per chi tiferà, se lo farà per qualcuno in particolare?
“E’ una bella domanda perché io ho lasciato il cuore sia a Torino sia a Bologna, forse un po’ di più a Torino perché è finita male (fallimento della società, ndr) però fino all’ultimo giorno sono stato trattato da sindaco, da principe e sono stato benissimo, mentre a Bologna l’ultimo anno anche con la società ci sono stati dei problemi e questo mi ha fatto un po’ perdere l’entusiasmo. Non saprei proprio chi scegliere, forse 51 per cento Torino e 49 Bologna, ma solo per quello che è successo l’ultimo anno, quando non sono stato trattato bene. Al Torino sarei rimasto anche tutta la vita e ci ho provato, ma non è stato possibile ho anche tentato di tornarci e avrei accettato di giocare con un contratto in bianco, però non è stato proprio fattibile”.
Parlando un po’ di lei, da quando ha appeso le scarpe al chiodo di calcio attivamente non si è più occupato se non per fare l’opinionista, non pensa a una carriera da allenatore o da direttore sportivo?
“Sono da poco tornato dagli Stati Uniti dove sono stato quattro mesi in vacanza e ho ripreso a fare l’opinionista in televisione, non ho fatto né il corso per diventare allenatore né quello per direttore sportivo perché non mi sento portato per queste due professioni, mi piacerebbe fare l’osservatore anche perché ho girato il mondo e parlo l’inglese, quindi spero di trovare una società che mi dia questa opportunità altrimenti me ne sto a casa mia anche perché ho avuto due gemelline quindici mesi fa e il lavoro come papà non mi manca. Mi diverto però ancora a giocare con altri ex calciatori qui a Roma dove risiedo ed è anche alquanto faticoso e poi con l’Aic partecipo a tornei in Italia e all’estero”.