ESCLUSIVA TG – Jacobelli: “I prossimi giorni ci aiuteranno a capire in quale direzione vorrà andare Cairo con il Torino”

07.05.2020 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Xavier Jacobelli
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Xavier Jacobelli

Xavier Jacobelli è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Jacobelli è un giornalista ed è direttore del quotidiano “Tuttosport”. Con lui abbiamo parlato del Torino e dei cambiamenti che sembrano essere stati avviati con il più che probabile arrivo di Vagnati.

Il Torino sta intraprendendo un nuovo corso, in passato non sempre i cambi hanno portato ai risultati sperati, questa volta ci sono le premesse affinché sia diverso?

“E’ presto per dirlo perché, ovviamente, ci sarà da capire quali saranno gli equilibri interni della società con l’arrivo di Vagnati che ha lavorato benissimo alla Spal insieme a Semplici, Colombarini e al presidente Mattioli portando gli estensi dalla Serie C alla A e guadagnando la salvezza al primo tentativo dopo 49 anni di assenza dalla massima divisione e, come sappiamo, vivendo poi una stagione molto più difficoltosa fino all’8 marzo per quel che riguarda l’attività agonistica. Capire quali saranno i nuovi equilibri permetterà di fare luce se ci sarà una coesistenza con diverse funzioni fra Bava e Vagnati e quali saranno i collaboratori sui quali intenderà contare appunto Vagnati e che tipo di strategia intenderà impostare la società, cioè Cairo sul mercato. In questo momento siamo soltanto all’inizio  di un nuovo capitolo delle vicende granata e, quindi, penso che i prossimi giorni ci aiuteranno a capire in quale direzione vorrà andare Cairo”.

Sembrava che con Bava e soprattutto con Longo fosse stata intrapresa la strada del “ri-immettere” spirito granata nel Torino, ma a distanza di qualche mese la rotta sembra mutata, è così?

“Questo è l’interrogativo perché se il nuovo assetto prevederà la permanenza di Bava con tutto il lavoro che l’attuale direttore sportivo ha impostato nei mesi scorsi allora l’arrivo di Vaganti va interpretato come un rafforzamento della struttura societaria ed è un conto. Se, invece, e lo capiremo prossimamente, ci sarà proprio una svolta radicale allora capiremo anche quale sarà il futuro di Longo. Sappiamo molto bene come Bava fosse favorevole ad una conferma dell’attuale tecnico del Toro, il quale, per altro, ha goduto di pochissimo tempo per dimostrare ciò di cui è capace perché c’è stato lo stop del campionato causa Covid-19 e siamo in attesa di capire se, come e quando, al di là degli allenamenti individuali che da lunedì sono di nuovo possibili, la stagione agonistica ripartirà. Per questo dobbiamo aspettare l’evoluzione della situazione sanitaria in queste due settimane e se continuerà a migliorare e se il 18 maggio partiranno gli allenamenti collettivi, quindi, se tutto andrà nella direzione auspicata dalla Lega serie A  di ripartire con il campionato entro la metà di giugno”.

Il grosso punto interrogativo per il Torino, al quale andrà data una risposta nel più breve tempo possibile, è se Bava e Vagnati possono convivere e quali compiti specifici avranno onde evitare sovrapposizioni che quasi sempre provocano problemi?

“La chiarezza è la conditio sine qua non per ogni situazione calcistica e non calcistica quando si tratta di impostare il lavoro, che essendo soprattutto l’area del mercato di competenza di Vaganti presuppone proprio una divisione dei ruoli con Bava. A meno che appunto Bava non abbia un nuovo ruolo di sovraintendere all’intera struttura societaria e, quindi, occuparsi del settore giovanile e della questione del Robaldo lasciando a Vagnati tutto quanto attiene al mercato. Vedremo, è presto adesso per dirlo perché la novità è assolutamente freschissima, ma nei prossimi giorni capiremo di più”.

Facendo supposizioni, la permanenza di Longo può essere legata alla ripresa del campionato e a un Torino che rimane in Serie A oppure un Torino retrocesso darebbe all’allenatore più possibilità di rimanere?

“In questo momento ogni ipotesi può essere alimentata e fondata su ragionamenti legati a questo o a quell’altro scenario o a questa o a quella conferma. Ripeto, in questo momento presumo che soltanto Cairo abbia in testa che cosa intenda fare e quale strategia intenda impostare. Credo che la cosa importante sarà, sperando che questo avvenga, la ripresa del campionato per capire poi, alla fine eventuale del percorso agonistico, quali saranno i giocatori da confermare e quali, invece, quelli che partiranno. Insomma è tutta una situazione molto fluida, la novità è l’incipiente arrivo di Vagnati”.        

Sottintendendo che il Torino resti in Serie A e sapendo che il mercato sarà molto complesso, i tifosi del Toro che tipo di mercato possono aspettarsi?

“In generale il prossimo mercato, quando comincerà, sarà un mercato differente dagli ultimi. Anche qui siamo nel grembo di Giove poiché in teoria dovrebbe iniziare alla conclusione delle fasi finali della Champions e dell’Europa League, per lo meno questi sono gli intendimento dell’Uefa. La Fifa aveva paventato anche l’opzione di fondere le due sessioni, quella estiva e quella invernale, addirittura con un mercato aperto per quattro mesi da settembre a dicembre o da ottobre a gennaio. Ma siamo sempre nel campo delle ipotesi. Sarà sicuramente un mercato ridimensionato sia per quanto concerne le quotazioni dei giocatori sia per quanto concerne gli ingaggi dei giocatori e sia per la mancanza di liquidità che sarà una caratteristica comune alla Serie A, alla Bundesliga, alla Premier League, alla Ligue 1 e alla Liga spagnola, citando i cinque campionati più importanti in Europa. Quindi, sarà un mercato fondamentalmente basato molto sugli scambi e di conseguenza vincerà ci sarà più creativo”.

Il Torino è una società che in sede di calciomercato, soprattutto negli ultimi anni, non ha azzeccato le mosse più importanti e basta pensare a Niang, Zaza e Verdi. In uno scenario così difficile non incontrerà ancora maggiori problemi?

“E’ prematuro parlarne adesso perché intanto le società stanno aspettando di capire, di vedere, di sapere come andrà a finire la questione della ripartenza del campionato. Tutto dipenderà da questo perché un conto è ragionare su un mercato relativo ad una stagione che dovesse essere chiusa definitivamente e un altro è ragionare su un mercato con una stagione che qualora ripartisse terminerebbe ai primi di agosto con tutte le incognite che si porterebbe dietro. Quindi, in questo momento è francamente impossibile, per quanto mi riguarda, formulare previsioni. Una cosa è cera come ho detto: ci sarà un ridimensionamento a livello economico-finanziario, anche perché i segnali della crisi di liquidità arrivano dai principali campionati europei. Non potrebbe essere altrimenti se pensiamo che secondo la Federcalcio qualora la Serie A non dovesse ripartire il danno complessivo ammonterebbe a 700 milioni di euro. E questo dà un’idea su cosa significhi questa situazione”.