ESCLUSIVA TG – J. Fontana: “Non so se il ciclo di Ventura al Toro sia arrivato alla fine”
Alberto Maria Fontana, meglio conosciuto come Jimmy, è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Fontana ha vestito la maglia del Torino dal 2002 al 2009 e attualmente è un procuratore sportivo. Con lui abbiamo parlato della situazione della squadra.
I problemi del Torino sono superabili oppure prima o poi la società dovrà prendere dei provvedimenti rivedendo i progetti?
“Io credo che le somme vadano sempre fatte alla fine, sicuramente questo è un periodo di difficoltà per il Toro soprattutto dal punto di vista dei risultati perché, bene o male, il gioco della squadra è ormai un’identità, quindi penso che si debba andare avanti per uscire dalle sabbie mobili. Non sono particolarmente preoccupato perché, comunque, il Toro non è a rischio di essere coinvolto nel discorso per la salvezza. Certo che se si pensava a un’annata che potesse portare il Toro di nuovo a ridosso delle coppe europee questa stagione non sta andando sotto i migliori auspici e, forse, l’arrivo di Immobile a gennaio aveva fatto sperare in qualche cosa di diverso, ma lui non ha la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi. Non so se il ciclo di Ventura come allenatore del Toro sia arrivato alla fine, sicuramente tutti i cicli hanno un inizio e un termine, però, come dicevo, credo che si debbano fare le somme a fine stagione”.
I giovani arrivati in estate provenivano da esperienze in serie A, ma forse numericamente cinque sono stati troppi poiché in rosa c’erano già altri giovani e quindi rischiano tutti di essere penalizzati?
“Quando si devono lanciare dei giovani penso che si debba farlo in circostanze diverse da quelle attuali. Il Toro di adesso con i problemi di classifica e la pressione che comunque crea questa piazza non sono il contesto ideale per permettere a un giovane di esprimersi al meglio. Un giovane è o un ragazzo spensierato che non si preoccupa di questa situazione oppure può farsi coinvolgere e avere prestazioni diverse perché magari è un po’ oppresso dalla pressione della piazza. Il fatto che Baselli, Zappacosta e Belotti abbiano un rendimento altalenante, pur essendo ottimi giocatori, può derivare da questo”.
Domenica il Torino affronterà il Palermo che in classifica ha due punti in meno e tutti si aspettano dai granata la prestazione. Potrà essere la gara della svolta dopo aver fallito da questo punto di vista con Verona, Sampdoria e Chievo?
“Non credo che la classifica in questo momento determini se un avversario è più o meno abbordabile, anzi. Affrontare il Palermo e poi il Carpi non è facile, magari in questo periodo per il Torino sarebbe meglio incontrare squadre con più punti in classifica perché sono più tranquille e non devono guardarsi alle spalle. Il Palermo ha ventisei punti e non è ancora fuori dal discorso salvezza, anche se credo che quest’anno la quota salvezza sia più bassa dei quaranta punti e non lo dico perché il Toro ne ha ventotto. La tensione che sta vivendo è dovuta al fatto che ci si aspettava qualche cosa in più di una tranquilla salvezza, che poi, credo, sarà ampiamente raggiunta. La partita con il Palermo è assolutamente da prendere con le pinze”.
In molti si aspettano risposte anche da Ventura che nella gara con il Chievo ha mandato in campo all’inizio Obi e Avelar e poi nella ripresa Farnerud, che non giocavano da mesi a causa d’infortuni. E’ doveroso testare i tre, ma in una partita da vincere certe scelte hanno lasciato interdetti, forse con Zappacosta e Peres sulle fasce la partita avrebbe cambiato aspetto.
“E’ vero, come, però, è vero il contrario, perché l’allenatore sa come stanno i giocatori rispetto a tutti noi che non abbiamo accesso agli allenamenti. La rosa è lunga e non si può pretendere che l’allenatore giochi sempre con la stessa formazione, è anche giusto che chi ha giocato meno possa avere spazio per potersi mettere in mostra. L’allenatore sa chi mandare in campo per non alterare gli equilibri della squadra. Purtroppo la partita non è andata bene, soprattutto dal punto di vista del risultato e non si può sapere se con altri giocatori in campo sarebbe andata diversamente”.
Che cosa possono chiedere i tifosi al Torino per la partita con il Palermo e magari anche per la successiva con il Carpi?
“Sicuramente una prestazione più intensa perché, se è vero che giocare in questa piazza è complicato poiché c’è una pressione mediatica e dei tifosi importante, è altrettanto vero che l’affetto del pubblico riparte in un nano secondo. I giocatori devono tenere duro e far vedere che sanno fare due prestazioni intense e di carattere”.