ESCLUSIVA TG – Garzya: “Non mi aspettavo un Toro in difficoltà. Il mercato non ha colmato il gap con le altre squadre”

30.11.2019 07:00 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
ESCLUSIVA TG – Garzya: “Non mi aspettavo un Toro in difficoltà. Il mercato non ha colmato il gap con le altre squadre”
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Luigi Garzya è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Garzya attualmente è un allenatore e da giocatore ha militato nel Torino dal 2000 al 2003. Con lui abbiamo parlato dei granata che sono chiamati a uscire da un periodo negativo che si sta prolungando.

Si aspettava un Torino in difficoltà dopo tredici giornate di campionato?

“No, non me lo aspettavo come non se lo aspettava nessuno perché dopo l’annata scorsa si pensava che, com’è normale, tendesse a migliorarsi ancora ed è per questo che ci si aspettava un Toro diverso e di alta classifica, però, così non è. Evidentemente ci sono stati problemi e non c’è stato un mercato stratosferico, fatta eccezione per Verdi per il quale sono stati spesi un pochettino di soldi, ma per il resto il mercato del Torino è stato strano”.

Verdi finora non ha convinto del tutto, ma seppur visto da fuori, che problemi può aver incontrato?

“Non lo so, era al Napoli e si poteva ambientare ovunque. Torino è una piazza calda, ma comunque è una città che lascia vivere e dove si sta bene. La società è tranquilla, quindi, non lo so per quale motivo non sia riuscito ancora a dimostrare tutto il suo valore, anche perché è utilizzato, ma non è un “titolarissimo” e mancano i suoi gol perché è un attaccante ed è questo che ci si aspetta da lui che è anche bravo nel calciare le punizioni, però, finora non l’ha dimostrato. Evidentemente è entrato nel momento no del Toro e dell’intera squadra”.

La squadra l’anno scorso aveva una difesa solida …

“E’ questa la cosa strana. In generale la forza del Torino è stata sempre la difesa e l’anno scorso era fra quelle che subivano meno gol e aveva giocatori, Izzo e Nkoulou, che giocavano ad altissimo livello e continuano a giocare, ma è chiaro che non sono sugli stessi livelli della passata stagione e se viene a mancare questo non si può avere un Toro solo sulle spalle di Belotti, che nonostante tutto sta dimostrando di essere un giocatore veramente da Nazionale e forte”.

Falque è infortunato, di Verdi si è detto e Zaza continua a essere dopo più di un anno impalpabile. L’unico su cui si può fare affidamento è di conseguenza Belotti.

“Eh sì, Zaza anche lui ancora non si è espresso al meglio e non parte quasi mai titolare ed è una cosa strana. Spero che la situazione possa cambiare perché la classifica del Torino non rispecchia la squadra che è. A centrocampo ci sono anche giocatori di qualità e quantità, quindi, non mi so spiegare un prolungato periodo di difficoltà”.

Lo si è visto con l’Inter che i giocatori fanno errori che possono essere definiti banali per professionisti che militano in Serie A.

“E’ vero, purtroppo, in Serie A al primo errore che si commette si viene castigati. Ed è chiaro che i giocatori non sono quelli dell’anno scorso, anche se sono gli stessi, ma ogni annata è sempre diversa dalle altre e poi agli inizi c’era stato il caso Nkoulou che voleva andare via e la vicenda non è stata gestita nel migliore dei modi. I tifosi mugugnano e la stampa non è dalla parte del Torino e ce l’hanno con il presidente che giustamente dice di aver speso soldi. Non so se i soldi li abbia spesi bene o male, però, alla fine se si va a vedere il mercato che cosa ha fatto? Il grosso colpo è stato Verdi ed è stato preso Laxalt, che non è un titolare ed è ancora lontano dal giocatore che si era visto al Genoa e neppure al Milan aveva fatto bene”.

Per la sua esperienza, forse nello spogliatoio c’è qualche problema che ha portato all’involuzione la squadra?

“Non lo so, ma da fuori non vedo “amore” dei giocatori nei confronti dell’allenatore. Lo dico a pelle e sicuramente mi sbaglio”.

Questa può essere, quindi, una chiave di lettura per il persistere dei problemi?

“Può essere una chiave di lettura, ma non giustifica la posizione in classifica del Torino perché comunque la squadra è buona e non è una squadra che debba lottare per non retrocedere, ma allo stesso tempo per arrivare in Europa League ha bisogno di qualche cosa in più perché ci sono molte altre squadre che hanno qualche cosa in più di questo Toro. Non è stato colmato il gap rispetto agli anni passati con le altre, come ad esempio la Roma e la Lazio, che si sono rinforzate. Per raggiungere determinate posizioni in classifica deve essere colmato il gap con queste altre squadre che alla fine raggiungono l’Europa League e la Champions. Non è facile poiché i posti sono pochi, ma se si vogliono raggiungere certi traguardi bisogna operare e bene sul mercato”.

Sul far della sera ci sarà la partita con il Genoa, un vero e proprio banco di prova per il Torino?

“Sarà una partita ostica perché da quando è arrivato Thiago Motta i risultati soprattutto fuori casa li ha fatti. E’ una squadra compatta a desso e, comunque, anche con Andreazzoli era una buona squadra perché comunque i giocatori li ha e avevano fatto parecchio in sede di mercato estivo, ma, purtroppo, si è infortunato Kouamé, uno dei punti di forza della squadra, quindi sono in difficoltà e ed è chiaro che per uscire da questo momento il Genoa deve cercare di vincere”.

Psicologicamente le due squadre hanno bisogno di una vittoria, per questo potrebbe essere una partita particolarmente complicate per entrambe?

“Certo. Il Torino deve cercare di vincere perché gioca con la terzultima e anche solo il pareggio significherebbe vivacchiare e non si può vivere di rendita, mentre la vittoria darebbe anche morale. Stesso discorso vale per il Genoa”.

Prima di Natale e della sosta il Torino affronterà dopo il Genoa Fiorentina, Verona e Spal che sono squadre alla portata. Ha, quindi, l’occasione per risollevarsi?

“Sì, ma alle volte è più difficile quando si affrontano squadre che lottano per non retrocedere, anche perché sono più abituate a lottare in situazioni complicate. Quest’anno a differenza degli anni passati le cosiddette provinciali si sono rinforzate e il campionato quest’anno è molto equilibrato, finora di squadre materasso forse ce ne sono un paio e anche il Brescia che è ultimo in classifica gioca bene e, secondo me, hanno sbagliato a mandare via Corini, anche se perdevano perché, ripeto, la squadra giocava bene e alla pari con le altre. Quest’anno è un campionato molto, molto difficile”.

Il Torino si risolleva se …

“Se inizia fare risultati perché vincendo le cose si sistemano anche a livello psicologico e, soprattutto, a livello di classifica, ma se continua così diventa dura perché poi l’ambiente, tifosi e stampa, è particolare”.

Ma non si può dare la colpa ai tifosi o alla stampa se le cose vanno male.

“Ci mancherebbe, volevo dire che se non si fanno risultati bisogna convivere con determinate situazioni che peggiorano ancora di più le difficoltà che già ci sono. E’ il Torino che deve uscire da questa situazione e se non accade non è facile stare e vivere a Torino”.

Se il Torino oggi non vincesse si dovrebbe arrivare al cambio di allenatore per provare a dare una scossa?

“Sono l’ultimo a poter dire se si deve cambiare allenatore. Bisogna vivere dentro lo spogliatoio quotidianamente e io non conosco i rapporti tra i giocatori e l’allenatore prima quando ho detto che i giocatori non “amano” l’allenatore e l’ho detto per una sensazione che ho da fuori, ma magari mi sbaglio. Ma quando risultati non vengono che cosa si fa? Si mandano via venticinque giocatori oppure una persona sola?”.

Cambiando argomento e parlando di lei, c’è qualche squadra all’orizzonte da allenare?

“Sono stato contattato, ma non mi davano fiducia. Sono arrivato a un’età che mi muovo se le situazioni sono buone e non parlo dal punto di vista economico, ma a livello societario. Se si può lavorare bene e tranquillamente accetto la proposta altrimenti non vale la pena muoversi da casa”.