ESCLUSIVA TG – Fossati: “Cerci resti, il Toro merita di fare qualche cosa di speciale”
Natalino Fossati è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Fossati è stato terzino del Torino dal 1964 al 1974. Con lui abbiamo parlato dell’inizio di stagione e del mercato della sua ex squadra; per Fossati il giocatore rivelazione di quest’anno potrebbe essere Martinez o Sanchez Miño.
Che idea si è fatto del Torino di quest’anno?
“Dare giudizi adesso mi sembra un po’ prematuro, sicuramente Molinaro, Nocerino e Quagliarella non hanno bisogno di presentazioni, ma solo di giocare. Spero che soprattutto Quagliarella, per il ruolo che ricopre, abbia da dire ancora molto sia sotto l’aspetto fisico sia per la volontà di far vedere a chi lo aveva messo in panchina nella Juventus le qualità che aveva espresso al meglio altrove. Mi auguro che Fabio faccia bene, anche perché non è un “vecchio” anche se ha qualche anno (ha trentuno anni, ndr). Bisogna vedere se rimarrà Cerci, mentre sulla permanenza di Darmian mi pare che non ci sia discussione”.
La differenza quindi la farebbe Cerci se rimanesse?
“Con un duo formato da Quagliarella e Cerci sarebbe un bel vedere, ma se Cerci andasse via verrebbe meno un giocatore dal valore importante, però se Cairo gli ha proposto il rinnovo del contratto alle condizioni che si sono dette io fossi in lui rimarrei, non correrei il rischio di fare la fine di D’Ambrosio, andare in giro per il mondo è sempre un punto interrogativo. Per carità, se lui o i suoi procuratori o chi altro preferiscono diversamente non c’è nulla da fare, ma se resta potrebbe diventare una bandiera facendo il Totti o il Del Piero della situazione. Al Torino ha la strada aperta e i tifosi sono con lui e ha solo da continuare a fare vedere ciò che ha già mostrato di saper fare. Se andasse via non so che valore avrebbe la squadra: ci sono tanti sudamericani, ma non si è potuto ancora capire la loro qualità, comprendo nel gruppo anche Barreto e Larrondo, tutti devono dimostrare di che pasta sono fatti. L’anno scorso non abbiamo battuto squadre di alta classifica però abbiamo disputato un campionato direi più che dignitoso e che nessuno si aspettava. Il tifoso adesso ha la bocca dolce e dovesse mai ritrovarsi con la bocca salata non sarebbe contento. Non voglio mettere le mani avanti altrimenti passo per pessimista e non lo sono, non bisogna mai essere pessimisti, però il Toro merita di poter fare qualche cosa di speciale e di ottenere qualche cosa in più dell’anno scorso”.
In Europa League l’obiettivo è di arrivare alla fase a gironi, in campionato si vedrà se il sesto posto sarà raggiunto visto che in passato chi giocava le coppe internazionali ha pagato un po’ dazio. Lei che cosa pensa?
“Non sono tanto d’accordo sul pagare dazio quando si giocano le coppe perché dovrebbero essere uno stimolo in più a fare bene. Anche il fatto di pagare sotto l’aspetto fisico mi lascia un po’ perplesso, capita quando non c’è grande qualità, ma se ci sono dei valori si gioca bene anche correndo su tre fronti, la voglia di giocare c’è o ci deve essere e le partite di cartello aumentano gli stimoli. Le squadre inglesi, tedesche, spagnole e anche francesi giocano cinquanta o sessanta partite a stagione, magari hanno rose più ampie, però sfruttano il trampolino di lancio che dà il giocare spesso, soprattutto lo colgono quei giocatori che sono utilizzati meno e quando vengono chiamati in causa fanno di tutto per fare la differenza e mettersi in luce. I calciatori sono ben pagati, quindi possono fare qualche sacrificio e giocare ogni tre giorni, pensino positivo e diano qualche cosa di più, sono dei professionisti. Qualcuno dice che una volta si giocava di meno, ma anche alla mia epoca si giocava su tre fronti e la rosa era di diciotto o venti uomini e in campionato, in Coppa Italia e in quelle internazionali siano andati sempre il più avanti possibile, il calcio è cambiato, i tempi pure, ma gl’impegni sono sempre quelli. Mi capita di parlare con i preparatori e adesso quando un calciatore si fa male sta fuori tanto tempo, ma se non si è rotto male con le tecniche che ci sono mi sembra che stiano lontano dal campo troppo a lungo. Possibile che oggi le gambe dei giocatori siano d’argilla? Pensiamo a Moretti, l’anno scorso si è rotto il menisco e quindici giorni dopo giocava senza problemi, come ci è riuscito lui possono farlo anche gli altri. Conta la testa. Se si gioca il derby la domenica il giovedì si può giocare la coppa, che problema c’è, i sacrifici si sono sempre fatti e alla mia epoca i mezzi di trasporto erano più lenti eppure si andava in campo lo stesso a prescindere dalla lontananza della trasferta e per di più oggi le rose sono più ampie”.
Quest’anno chi può essere il giocatore rivelazione?
“Se sono stati azzeccati gli stranieri potrebbe essere Martinez o anche Sanchez Miño. Mi piacerebbe, ma non credo proprio che accadrà, se emergesse un ragazzo della Primavera, però non sono stati utilizzati l’anno scorso e dubito che lo saranno quelli di questa stagione. Prima di tutto sarebbe positivo se non si prendessero tanti gol e sarebbe come se si avesse un giocatore importante. La riconferma della difesa sarebbe già una grande cosa e se uno o due stranieri si affermassero facendo la differenza sarebbe la ciliegina sulla torta”.
Che cosa s’aspetta dal Torino quest’anno?
“Che lotti per il sesto o quinto posto e che non scenda sotto il dodicesimo. C’è l’esperienza di Ventura che conosce l’ambiente, Cairo è meno polemico o affrettato nel fare le scelte, i tifosi hanno accettato il sistema di gioco fatto di titic e titoc in difesa e poi c’è da dire che non mi sembra ci siano delle grandissime squadre che possono ammazzare il campionato, persino la Juventus ha un’incognita per il cambio dell’allenatore e magari su due derby uno lo vinciamo (ride, ndr), meglio sarebbe tutti e due ovviamente. Per il tifoso del Toro disputare un campionato discreto e vincere due derby sarebbe una grande cosa, quando giocavo io ci siamo riusciti, non è impossibile, bisogna provarci però. Il Torino ha bisogno di conferme che devono arrivare dalla squadra perché il pubblico c’è e l’ha dimostrato anche l’altra settimana quando in più di ventiduemila erano presenti all’Olimpico in un periodo festivo di piena estate, con il brutto tempo, la crisi che non permette facilmente di comprare i biglietti e in una partita di ritorno che vedeva il Torino in vantaggio di tre gol e contro avversari senza pretese, avrei potuto giocare anch’io contro gli svedesi. Ero allo stadio e no ho nulla contro il Brommapojkarna, però è stato meno di un allenamento, detto francamente. I tifosi sono stati eccezionali e hanno risposto alla stra-grande, quindi mi aspetto che la squadra li ripaghi e che Cerci rimanga, certo può essere sostituito, ma, passatemi la battuta, con i catamarani si può andare per mare, però con un bel motoscafo si va meglio, più veloci e ci si diverte anche di più”.