ESCLUSIVA TG – Ferrante: “Cerci e Darmian cardini del Toro. In Europa non per fare le comparse”
Marco Ferrante è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Ferrante attualmente è un direttore sportivo, in carriera ha vestito la maglia del Torino dal 1996 al 2004, con una parentesi di qualche mese nel 2001 all’Inter. Con lui abbiamo parlato dell’organico granata che dovrà essere adeguato per competere in Europa League, campionato e Coppa Italia.
Lei era nel Torino che disputò l’Intertoto nel 2002, che cosa significa iniziare la preparazione il primo luglio e giocare la prima gara ufficiale il trentuno?
“E’ un’arma a doppio taglio perché bisogna effettuare una preparazione differente da quella consueta ed è fondamentale la preparazione atletica poiché è come se si facesse un doppio ritiro in quanto non si può incamerare gradualmente la benzina per arrivare fino al termine della stagione, altrimenti si rischia di toppare le prime partite ed essere subito fuori dall’Europa. Disputare la fase preliminare dell’Europa League comporta quindi iniziare subito in modo sprint e i dati dicono che alla lunga c’è il rischio di pagare un inizio di questo tipo sul piano della condizione fisica”.
Oltre ad effettuare una preparazione al top c’è da costruire una rosa adeguata. Partire da Cerci e Darmian e dagli altri giocatori che sono stati più rappresentativi sarebbe fondamentale e poi cosa servirebbe ancora per rafforzare la squadra?
“I giocatori cardine ci vogliono, ormai Immobile, come si sapeva, non giocherà più nel Torino e oltretutto si vocifera che Cerci sia super richiesto e quindi Cairo deve blindarlo, altrimenti si rischia che anziché costruire una squadra competitiva si finisca per impoverirla. Se anche Cerci andasse via e il Torino prendesse altri calciatori importanti, ma sconosciuti, prima che si adattino e capiscano come vuole Ventura che giochino ci vuole del tempo e intanto si rischierebbe di veder sfumare gli obiettivi. Il Torino adesso ha l’esigenza che subito deve “cucinare e mangiare” e quindi non ha tempo di aspettare che i nuovi si adattino e apprendano ciò che chiede l’allenatore. Ripartire da Cerci e Darmian deve essere la certezza e poi si deve cercare di prendere giocatori non tanto per fare numero, ma per colmare l’organico dove ci sono delle carenze, tanto più se ci sono proprio dei vuoti in alcuni ruoli. Per come ha agito la società negli ultimi anni sicuramente questo verrà fatto”.
La difesa è il reparto più formato, ma mancano elementi sulla fascia sinistra, a centrocampo e in attacco. Quasi una squadra da allestire?
“Prima di tutto l’attacco, averne giocatori come Immobile che segnano ventidue gol, ma non è sempre così ed è difficile trovare il calciatore che appena preso disputa un’ottima stagione. Io metterei subito la firma per due giocatori che riuscissero ad andare in doppia cifra, prendendone due per sostituirne uno. Ripeto, non è facile soprattutto in serie A, pertanto serve più di un attaccante per rimpiazzare Immobile. Cerci è una sorta di garanzia perché in doppia cifra ci può andare, però a lui si devono aggiungere altri due giocatori che garantiscano venticinque gol, solo così il Toro disputerà un campionato simile a quello da poco concluso. E non dimentichiamoci l’Europa, che sia chiaro, non ci si va tanto per fare una gita e poi “ci abbiamo provato ed è andata come è andata, amen”, no! Visto che stiamo ballando, allora balliamo”.
Transitare in Europa League e poi pagarne lo scotto e non riuscire in campionato a riqualificarsi sarebbe una grande delusione per i tifosi.
“A maggior ragione, già siamo stati molto bravi quest’anno e penso che accedere ai preliminari sia stato meritato e dall’altra parte il Signore ci ha donato qualcosa, un po’ di fortuna, quella che ci era mancata negli ultimi vent’anni, e per “colpa” di errate tempistiche altrui nei pagamenti in Europa ci andiamo noi. Contenti, tutta la vita. Ora cerchiamo di tenerci quest’Europa cara e stretta, quantomeno andando più avanti possibile e non fare le comparse come hanno fatto ultimamente le squadre italiane, anche se, parliamoci chiaro, oggi il Toro non è attrezzato per competere a livello internazionale. Ha sbagliato la Juve, sbaglia quasi sempre l’Udinese, errori ne hanno commessi anche la Fiorentina, il Napoli, l’Inter, il Milan e la Lazio, quindi figuriamoci se non ne può commettere anche il Torino. Certo quindi che il Toro in Europa può sbagliare, ma sbagliare con dignità. Sono convinto che il Torino non farà chiacchiere, ma fatti, però fatti significa prendere giocatori in numero adeguato e che rendano il Toro competitivo”.