ESCLUSIVA TG – Corradini: “Sono fiducioso per il Torino in Europa League”

11.12.2014 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
ESCLUSIVA TG – Corradini: “Sono fiducioso per il Torino in Europa League”
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Giancarlo Corradini è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Corradini, attualmente è un allenatore, da giocatore ha militato nel Torino dal 1982 al 1988. Con lui abbiamo parlato della sfida di questa sera fra la sua ex squadra e il Copenhagen con i granata a un passo dall’accedere ai sedicesimi di finale di Europa League.

 

Il Torino che fatica molto in campionato, ma che in Europa League ha la possibilità di passare il turno ha la forza per vincere con il Copenhagen o quantomeno pareggiare?

“Credo di sì, anche se finora, purtroppo, le aspettative in campionato non sono state quelle che tutto l’ambiente granata s’aspettava. Dare una spiegazione per questo mi è difficile perché ho visto il Torino in televisione e non tutte le partite che ha disputato, sinceramente pensavo che con due giocatori in attacco come Quagliarella e Amauri il Toro avesse sostituito in maniera più che decente Cerci e Immobile”.

 

I granata in Europa hanno fatto molto meglio che in campionato, a parte la gara persa con l’Helsinki. Come mai una differenza così netta, quasi da sembrare due squadre diverse?

“Mah, la cosa più evidente è che dopo le cessioni di Cerci e Immobile la squadra non ha ancora trovato il suo equilibrio, ma alle volte l’equilibrio sono proprio i risultati a darlo e magari giocare in Europa ha fornito stimoli maggiori e più importanti in quanto il livello è più alto. Sono convinto che la partita di questa sera con il Copenhagen può rappresentare un punto di svolta se ci fosse la qualificazione ai sedicesimi, perché per la squadra sarebbe una grossa spinta anche per riprendersi in campionato e riuscire ad esprimersi in modo positivo come nella passata stagione. C’è da dire che è molto diverso giocare in Italia o in Europa perché nonostante tutti dicano che il calcio italiano ormai è brutto e poco spettacolare resta pur sempre un calcio molto difficile. Il risultato ha un’importanza per certi aspetti talmente alta che infatti ogni gara viene analizzata in maniera tattica e le partite sotto questo aspetto sono molto più preparate che all’estero e si dà anche molta importanza al pareggio. Inoltre c’è l’aspetto mediatico che crea a livello psicologico delle problematiche che si ripercuotono in campo e non è facile ritrovare la strada quando ci sono delle difficoltà”.

 

Vista la posta in palio, al netto delle defezioni per infortuni, della squalifica di Molinaro e dell’esclusione di Barreto, il Torino dovrebbe giocare con la migliore formazione possibile o continuare come in parte fatto nelle gare precedenti a concedere spazio ai giocatori giovani che in campionato finora sono stati utilizzati meno?

“Io personalmente farei giocare i calciatori più esperti e forti in modo da fare di tutto per passare il turno e raggiungere così un parziale traguardo, che però è prestigioso, tanto poi i sedicesimi si disputano nella seconda metà di febbraio (19 e 26, ndr). Non farei più di tanto pesare che dopo quattro giorni c’è la partita di campionato con l’Empoli, anche perché è in posticipo il lunedì e si è alla quindicesima giornata e c’è tutto il tempo per risollevare la squadra dalla posizione in classifica a ridosso della zona retrocessione. Prima l’obiettivo qualificazione in Coppa che è anche importantissimo per i tifosi visto che certi traguardi mancano da tanti anni e poi il campionato. Ripeto, passare il turno in Europa sarebbe anche un trampolino psicologico e mentale positivo per il campionato”.

 

Il Torino ha un evidente problema a segnare in campionato, ma anche in Coppa. Giocatori non all’altezza o impianto di gioco non del tutto adeguato alle caratteristiche dei calciatori?

“Queste sono risposte che deve dare Ventura, osservando dall’esterno posso dire che ho notato la distanza che c’è fra il reparto offensivo, in particolare gli attaccanti, e il resto della squadra. E’ un po’ un paradosso però la squadra ha parecchi giocatori più abili nell’offendere piuttosto che nel difendere, ma non riesce a segnare più di tanto. A mio parere due attaccanti come Quagliarella e Amauri sono validi e non sono così inferiori a Cerci e Immobile. Ci sono stagioni difficili da ripetere come potrebbe essere quella dello scorso anno, anche perché Cerci e Immobile hanno realizzato un bottino elevato di gol. Comunque io sono fiducioso nell’attuale rosa del Torino e su come è stata impostata la squadra”.

 

E’ fiducioso sulla possibilità che il Torino passi il turno in Europa League?

“Tutte le partite in linea di massima sono difficili e le squadre in Europa anche quando non hanno più traguardi da raggiungere, come nel caso del Copenhagen, s’impegnano al massimo e disputano la gara come se fosse della massima importanza, però sono fiducioso che il Toro riesca a passare il turno e che possa ambire a traguardi importanti quando la squadra a febbraio avrà trovato gli automatismi che servono. Ci sono due mesi per mettere in ordine le cose”.

 

Per concludere due parole su di lei, dopo l’esperienza come vice di Gianfranco Zola al Watford tornerà presto ad allenare in Italia o all’estero?

“Certo, spero di tornare molto presto ad allenare. In Italia o all’estero non ha importanza, dove ci sarà un’opportunità andrò, anche perché siamo in tanti a fare gli allenatori e non é facile trovare un posto”.