ESCLUSIVA TG – Cois: “Il Torino paga molto l’assenza di Belotti. La Fiorentina ha ritrovato l’entusiasmo”
Sandro Cois è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Cois ha indossato la maglia granata dal 1989 al 1994, in precedenza era cresciuto nel settore giovanile, e quella della Fiorentina dal ‘94 al 2002, da quattro anni è allenatore nel settore giovanile del Margine Coperta, società di Montecatini Terme, e quest’anno si occupa degli Esordienti del 2006 nei quali gioca anche suo figlio. Con lui abbiamo parlato della partita di questa sera fra le sue ex squadre.
Fiorentina e Torino hanno gli stessi punti in classifica, ma i viola arrivano da due vittorie e stanno rimontando, mentre i granata da un pareggio e una sconfitta e sono in discesa. Come si affronteranno queste due squadre?
“La Fiorentina ha recuperato un po’ l’entusiasmo che a inizio campionato aveva perso e, quindi, con l’entusiasmo e la voglia può ottenere di più. Il Torino paga molto molto l’assenza di Belotti perché fa reparto e mezza squadra da solo ed è veramente un giocatore fondamentale e diventa veramente difficile affrontare determinate gare senza un attaccante importante come lui, senza, ovviamente, nulla togliere a Sadiq e a tutti gli altri, però, Belotti é Belotti. E’ come se al Napoli si togliesse Mertens, secondo me, i partenopei non sarebbero gli stessi”.
I problemi per il Torino sussisteranno fino al rientro di Belotti? Non si potrebbero trovare soluzioni differenti nel frattempo?
“Sono sincero e, secondo me, il rischio persiste e c’è perché il Torino questa sera affronterà una squadra come la Fiorentina che arriva da un momento molto positivo, è in ripresa e vola sulle ali dell’entusiasmo e senza un attaccante come Belotti diventa difficile, anche se, ripeto, non ho nulla da dire nei confronti di Sadiq che s’impegna a fa il suo, però, non ci voleva per il Torino adesso dover affrontare la Fiorentina”.
La Fiorentina imposterà una partita votata all’attacco oppure preferirà cercare di colpire in contropiede?
“La Fiorentina per il modo che ha di giocare è molto simile al Torino, sono quasi due squadre a specchio, anche se ultimamente i viola hanno cambiato, e a mio avviso hanno fatto bene, rimettendo Benassi nel ruolo che aveva nel Torino e nel quale dà il meglio di sé. Infatti, non gioca più da esterno alto offensivo e va a dare una mano ai due centrocampisti in fase difensiva, quindi, fa il terzo di centrocampo e da quando Benassi gioca in questo ruolo la Fiorentina, guarda caso, sta facendo molto bene. Dall’altra parte, penso, che possano risolvere la partita le individualità, Ljajic, che è fortissimo, e Chiesa, che sta facendo la differenza nella Fiorentina. Entrambe le squadre dovranno stare molto attente a questi giocatori”.
Una sconfitta per entrambe le squadre sarebbe negativa, ma per certi aspetti forse più per la Fiorentina che interromperebbe la striscia positiva?
“Questa partita per la Fiorentina è importante perché è vero che arriva da due successi consecutivi, ma l’ultimo è stato con il Benevento, che è una squadra in netta difficoltà e ha zero punti in classifica dopo nove giornate e che se non starà attenta alla fine del girone d’andata sarà quasi retrocessa. La partita con il Torino sarà per la Fiorentina un banco di prova importante, ma anche per lo stesso Torino perché, come dicevo, hanno un modo di giocare molto simile e mi sarebbe piaciuto vedere che si affrontassero con Belotti in campo. A volte si dice che non è un giocatore a fare la squadra, ma con questa affermazione non sono completamente d’accordo e l’ho detto quando prima ho fatto l’esempio del Napoli, non dico che senza Mertens il Napoli non vincerebbe le partite, ma sono i giocatori di questo tipo che spostano gli equilibri. Secondo me, Belotti al Torino ancora di più rispetto a Mertens per il Napoli e in questo momento nella Fiorentina un giocatore insostituibile è Chiesa”.
Dal punto di vista difensivo Torino e Fiorentina più o meno si equivalgono, anche se i viola hanno incassato tre gol in meno dei granata. Le tante reti subite sono un problema che la squadra di Mihajlovic si trascina dallo scorso anno anche quando giocava con il 4-3-3. Quanto questo incide sulle sfortune del Torino?
“Credo che la differenza gol la faccia il derby, che è una partita a sé, e, quindi, quei gol subiti incidono, ma avendo il Toro giocato quasi tutta la gara con un uomo in meno non fa testo e di conseguenza il numero di reti prese da Torino e Fiorentina sono pressappoco equivalenti. Penso che le due squadre si difendano nella maniera giusta, però, il Torino a volte incappa in qualche svarione in più, anche se Moretti ha grande esperienza, è un grande trascinatore ed è importante per la difesa e sono rimasto positivamente colpito da N’Koulou, che sta facendo molto bene seppur abbia amnesie difensive poiché spesso perde l’uomo”.
I problemi difensivi del Torino potrebbero derivare anche da un centrocampo che è composto da due soli elementi?
“Ma sì, come si diceva prima, la differenza nella Fiorentina la fa Benassi che in fase difensiva si abbassa molto e va in linea con i centrocampisti e, invece, non lo può fare il Torino perché Ljajic non ha questo nelle sue corde in quanto nel suo dna c’è l’ultimo passaggio, andare al tiro, mentre Benassi è un giocatore che può ricoprire il ruolo di centrocampista, anche di mediano, d’interditore e al contempo di colui che fa ripartite l’azione. Questa è una differenza importante e il Torino in fase difensiva gioca con un uomo in meno, ma Mihajlovic avendo i giocatori sott’occhio tutta la settimana se ritiene giusto utilizzare questo modulo lo fa perché ha le sue motivazioni”.
Niang potrebbe dare qualche cosa in più, lei come lo vede?
“Ha grandi capacità tecniche e di corsa, ma è un giocatore non continuo nel rendimento e faccio fatica a valutarlo nel senso che ha una grande occasione di riscatto quest’anno al Torino riprendendosi quello che aveva perso prima poiché nel Milan e nel Watford non ha fatto bene. Mihajlovic che conosce bene Niang l’ha voluto al Torino e se questo ragazzo dimostrerà soprattutto nel lottare potrà rilanciarsi. Io sono cresciuto nel Toro e la caratteristica è questa; lottare e non mollare mai. Niang deve fare sua questa caratteristica perché quando s’indossa la maglia granata si deve lottare fino all’ultimo sia in fase difensiva sia in quella offensiva e lui é bravo ad attaccare e il Toro l’ha comprato per questo, però, deve migliorare tantissimo nel dare una mano al centrocampo altrimenti diventa difficile parlare di moduli o di schemi quando si ha già uno come Ljajic che si sta sacrificando tanto. Ho visto Ljajic ed è diverso da quello di annate precedenti perché corre e cerca di contrastare, ma quando si hanno due esterni alti come Falque e Niang e un attaccante che non ti dà una mano si finisce per andare in difficoltà”.
Cosa non devono fare Torino e Fiorentina questa sera se vogliono vincere?
“Devono giocare a viso aperto e non stare tanto ad aspettare, anche perché sono due formazioni che non hanno paura e cercheranno entrambe di partire forte e segnare. Prevedo tanti gol, non so come finirà, ma il mio cuore è diviso a metà anche se a Firenze ho giocato per più anni, però, calcisticamente devo tutto al Toro ed ho grandissimi ricordi. Credo che sarà una partita giocata molto all’attacco da entrambe le squadre”.