ESCLUSIVA TG – Bonesso: “Al Toro serve la rabbia agonistica che lo ha caratterizzato, anche la Juve non sta brillando”
Loris Alessandro Bonesso è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Bonesso ha indossato la maglia granata prima nelle giovanili e poi in prima squadra dal 1975 all’80, e dopo una parentesi di una stagione nel Catania è ritornato al Torino dal 1981 all’83, attualmente lavora per la Federazione Sammarinese e allena l’Under 17 della San Marino Academy che milita nel girone B di Serie C e la Nazionale Under 17 del San Marino. Con lui, che è entrato nella storia granata per essere insieme a Dossena e Torrisi l’autore di uno dei tre gol che il 27 marzo 1983 permisero al Torino, in svantaggio di due reti, di battere la Juventus segnando in meno di tre minuti dal 71 al 74, abbiamo parlato del derby di questa sera alle 18 all’Allianz Stadium.
In queste prime sette giornate che idea si è fatto del Torino?
“Manca un po’ lo spirito garibaldino che avevo visto nelle due passate stagioni, sembra che sia in parte diminuito. Sembra mancare la freschezza, la voglia di correre un po’ di più e l’intensità che aveva caratteri rizzato la squadra in questi anni e che parlando anche con i tifosi delle altre squadre dicevano che a loro piaceva Juric per la mentalità che aveva passato ai giocatori del Toro. Questo cambiamento magari dipende da una sorta di stanchezza psicologica che alle volte va persino a causare interferenze a livello fisico oppure forse dipende anche dal percorso di Juric, ma è una cosa che ho notato anche in altre squadre come ad esempio l’Atalanta. Mi spiego, all’inizio il gioco uomo su uomo, che continua ad esserci però in maniera diversa, era forsennato dall’inizio alla fine delle partite mentre adesso c’è un po’ più di ragionamento e di tatticismo. Meno andare all’arma bianca in avanti e più ragionare, ma quel fare delle passate stagioni mi piaceva tantissimo e forse anche ai tifosi, però anche giustamente Juric avrà visto che in alcune partite quell’atteggiamento e quello spirito che proveniva da lui e contraddistingueva la squadra non ha prodotto punti e allora ha un po’ cambiato. Ora forse il Torino pensa un po’ di più ad accontentarsi del punto anziché ricercare a tutti i costi la vittoria rischiando poi di perdere e lo si è visto anche nell’ultima partita con il Verona. Dopo la sconfitta con la Lazio se fosse andata male e si fosse perso anche con il Verona e con il derby in arrivo sarebbe stato complicato. Non so se è accaduto questo, ma è la sensazione che ho avuto”.
E quindi questa sera contro la Juventus che Torino si aspetta, pur tenendo conto che i bianconeri sono terzi in classifica insieme al Napoli ma hanno ricevuto critiche sul piano del gioco e che non ci saranno Vlahovic e Chiesa?
“Anche la Juventus non è quella di qualche anno fa. Mettendomi nei panni delle due tifoserie capisco che ci sia dello scontento generalizzato. Loro in passato erano abituati a stare davanti a tutti, però adesso non brillano per il gioco, in questo concordano quasi tutti gli addetti ai lavori, e quindi è normale che non siano primi. E anche quando vincono lo fanno per “scapuzzo”, come si dice qui dalle mie parti (inciampando con un significato molto ampio, ndr). Prima era difficile andare all’Allianz Stadium e prendere il possesso del campo, ma adesso si vede la Juventus che aspetta e poi gioca di ripartenza senza comandare il gioco. Capisco anche i fischi dei tifosi del Toro alla fine della partita con il Verona perché non si è vista quella rabbia agonistica che caratterizzava le partite delle squadre di Juric fino all’anno scorso. Il Torino è meno assatanato negli uno contro uno e l’unica volta che lo ha fatto è stato con la Roma. Forse potrà essere un buon derby visto che c’è questa incertezza e scontento da parte di entrambe le tifoserie”.
Che armi ha il Torino per cercare di battere la Juventus?
“Se il Torino metterà in campo l’intensità, se chi è a disposizione sta bene fisicamente e se ci sarà l’atteggiamento giusto per tutta la gara da parte di tutti allora si può anche vincere. L’arrivo di Zapata ha dato più chance per segnare, ma anche lui col Verona mi è sembrato non troppo incisivo pur se gli ho visto tenere qualche pallone. Indubbiamente però li davanti ha un peso specifico importante e permette di inserirsi. Spero che l’ambiente e l’incitamento dei tifosi ieri al Filadelfia lo abbia caricato, lui come tutta la squadra. Con la Roma l’atteggiamento era stato quello gusto e spero che si ripeta oggi. Mi auguro che Zapata e gli altri giocatori abbiano capito veramente cosa significa il derby per i tifosi del Toro e che si siano impregnati di questo in modo da andare a giocarsi questa partita. Quello di questa sera è il derby dell’incertezza da entrambe le parti e anche la Juve magari attenderà che il Toro si scopra per approfittarne sfruttando la velocità di chi giocherà, anche se non ci sono né Vlahovic né Chiesa. A me piace molto Sanabria per come fa giocare la squadra e lega i reparti e mi piacerebbe vederlo al fianco di Zapata che in mezzo all’area può fare a sportellate con Bremer e gli altri difensori e ha potenza, ma Juric ha detto ieri che giocherà con una sola punta quindi non li vedremo insieme se non forse a partita in corso e temo nel caso si debba recuperare. Comunque dobbiamo giocarcelo il derby perché basta un pallone buono per segnare”.
Sulla trequarti non giocherà Radonjic, ma chi fra Seck e Karamoh potrebbe affiancare Vlasic che avrà una maglia da titolare?
“Serve uno che si sacrifichi molto pensando che la Juventus potrebbe schierare un play come Locatelli e quindi serve uno che abbia movenze anche da centrocampista e può andare un po’ a interdire il lavoro in regia dal basso della Juve. Purtroppo il Torino ha defezioni per infortuni in difesa (Buongiorno, Sazonov e Djidji, ndr)e sulle fasce (Soppy, ndr) e questo complica i piani di Juric. E’ un momento piuttosto difficile. Magari i giocatori più estrosi come Ilic e Radonjic, quest’ultimo dovesse entrare, s’inventano qualche cosa”.
Cambiando argomento e parlando di lei, le squadre che allena come stanno andando?
“Fra pochi giorni, il 25 ottobre, la Nazionale Under 17 affronterà l’Italia per le qualificazioni all’Europeo, per noi sarà molto dura, ma ci proveremo. La partita la giocheremo a Santarcangelo dove io abito ed anche quella con l’Irlanda del Nord il 31. San Marino è un stato di poco più di 33 mila abitanti che organizza un gruppo di ragazzi che affronteranno l’Italia che ha i migliori ragazzi provenienti dai club e poi la Grecia e l’Irlanda del Nord in questo caso. La Federazione Sanmarinese partecipa a tutti i tornei, e per noi questa è una grande fortuna, e cerca di fare il possibile per migliorarsi: abbiamo le strutture e gli staff, ma ci manca un po’ rispetto alle altre Federazioni il bacino dal quale attingere i giocatori. Va detto che i nostri ragazzi sono anche bravi e li alleniamo sulla corsa in modo da giocare negli ultimi 30 metri del campo anche per sopperire così un po’ alla forza e alla tecnica degli avversari che è superiore. Proveremo a passare indenni il primo quarto d’ora così magari le forze si compattano, cercheremo di evitare di andare in svantaggio altrimenti a livello psicologico diventa dura. Per due anni ho fatto questo con l’Under 19 e siamo sempre riusciti ad uscirne in maniera onorevole. Lo stesso discorso vale per l’Under 17 della San Marino Academy. Siamo alla terza giornata di campionato e nella prima abbiamo affrontato la Triestina vincendo tre a uno, poi nella seconda contro il Padova in casa abbiamo perso dieci a tre, ma loro sono una formazione che di solito arriva alla fase finale del campionato italiano. Dobbiamo lavorare e non far demoralizzare i nostri ragazzi in questi casi perché sono appassionati e vengono al campo con grande voglia di cimentarsi. A livello si a italiano si internazionale i nostri giovani fanno esperienze incredibili e bellissime e sono molto fortunati rispetto ai ragazzi italiani che devono superare una concorrenza numerica molto, ma molto superiore basti pensare che l’Under 17 è composta da ragazzi del 2007 e lo stato di San Marino ha dato al settore calcistico 60-70 elementi che vanno poi in campo internazionale a giocarsela con le altre Nazionali. Facciamo un grande lavoro e cerchiamo di mandarli in campo il più preparati possibile e questo avviene per tutte le nostre squadre, anche per la Nazionale maggiore. Alle volte riceviamo critiche perché ci viene detto che i giocatori non riescono a fare due passaggi di fila, ma anche nella Serie A italiana alle volte capita”.