ESCLUSIVA TG – Ardito: “Il Torino deve trovare soluzioni diverse per risollevarsi. Con il Lecce non sarà facile, ma può esserci la svolta”
Andrea Ardito è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Ardito ha giocato nel Torino dal 2005 al 2007 e successivamente nel Lecce dal 2007 al 2009. Attualmente allena l’Alta Brianza ed è responsabile tecnico di tutto il settore giovanile. Con lui abbiamo parlato del Torino che affronterà sabato alle 18 i salentini.
Come può venie fuori il Torino dalle difficoltà tra gioco che non decolla, difficoltà a segnare solo 6 gol in 9 partite, risultati negativi e infortuni soprattutto dei difensori?
“Vedo la squadra, purtroppo, come gli altri anni: alti e bassi senza riuscire a trovare la continuità per fare una stagione più importante rispetto alla precedenti. Dopo la vittoria per 3 a 0 a Salerno e il pareggio con la Roma mi era sembrato che il Torino avesse trovato la strada giusta, con equilibri, risultati e prestazioni, per fare veramente un campionato importante visti anche gli investimenti fatti in estate e invece poi la sconfitta con la Lazio, il pareggio con il Verona e le ultime due sconfitte con Juventus e Inter hanno fatto riaffiorare gli alti e bassi che hanno contraddistinto la squadra negli ultimi anni. In più nel derby ci sono stati gli errori di Milinkovic-Savic e con l’Inter nel primo tempo era stata fatta un’ottima partite e a inizio secondo c’è stato l’infortunio di Schuurs, che per me è peggio della sconfitta stessa perché la sconfitta passa e si può ripartire, ma l’Infortunio di Schuurs, purtroppo, priverà il Torino di un giocatore che, secondo me, è strepitoso. Quando è arrivato non lo conoscevo, ma ha fatto un’impressione grandissima e ora c’è la difficoltà di trovare nuovi equilibri in difesa, però è venuto a mancare veramente un perno importante. Adesso è fondamentale recuperare Buongiorno, altro giocatore che negli ultimi due anni ha avuto una crescita esponenziale e anche quando ha giocato in Nazionale maggiore sembrava un veterano. nonostante fosse alla prima gara in azzurro e avesse appena compiuto 24 anni: in prospettiva è uno dei difensori italiani più forti. Ed è stato bello che sia rimasto al Toro, visto che sembrava già fatto il suo passaggio all’Atalanta tra l’altro quasi alla fine del calciomercato e a campionato già iniziato e sarebbe stato molto difficile sostituirlo con un altro valido come lui. Forse un po’ di cuore nei giocatori è rimasto ancora e il suo voler rimanere è stato importante visto che in questi giorni circolano le immagini del ragazzino che accompagnava le squadre in campo nella gara con l’Inter e indossava la maglia nerazzurra e che davanti alla telecamera l’ha alzata e sotto aveva quella del Toro e l’ha baciata. Ricollego questo bell’episodio alla scelta di cuore che ha fatto Buongiorno ”.
Il problema del Torino, come ha detto anche Juric, é la trequarti che non sta rendendo per quanto potrebbe visto che ci sono giocatori come Vlasic e Radonjic, che con tre gol è il capocannoniere però è molto discontinuo a livello di prestazioni, e anche Seck e Karamoh e poi davanti ci sono Zapata, Sanabria e Pellegri e finora solo il colombiano ha segnato un gol, ma ricevono anche pochi palloni giocabili.
“Il problema c’è e quando ci sono questi problemi deve essere l’allenatore bravo a trovare equilibri nuovi, diversi per cercare di valorizzare al massimo la squadra. E lo dico da allenatore, nel momento in cui vedi che la squadra, magari anche ideata e costruita per fare un tipo di gioco, ha dei difetti devi in corsa trovare delle alternative”.
Si parla tanto dell’utilizzo di due punte dall’arrivo di Zapata e tutti stanno anche tirando un po’ Juric per la giacchetta in tal senso. Ma basta mettere davanti due giocatori per risolvere il problema?
“Penso che chi spinge per l’utilizzo di due attaccanti lo faccia un po’ per quello che dicevo: per provare qualche cosa di diverso nel momento in cui ci si rende conto che la squadra ha dei limiti sotto questo aspetto. Non è che si ha la bacchetta magica, però trovare soluzioni diverse e un altro modo per arrivare a valorizzare gli attaccanti che ci sono e a farli segnare di più potrebbe essere un’alternativa. Poi è ovvio che non c’è al sicurezza che possa essere la strada giusta, però quando le cose non vanno bene bisogna provare qualche cosa di diverso”.
Lei è stato un centrocampista, e anche questo reparto quest’anno non gira al meglio. Si era formata la coppia Ricci-Ilic, è arrivato anche Tameze, utilizzato ultimamente da difensore per l’emergenza, e c’è Linetty e anche il giovane Gineitis, però Ricci, nelle ultime gare sembra un po’ in ripresa, e soprattutto Ilic non stanno rendendo abbastanza. Altro problema da risolvere?
“Loro hanno dimostrato i colpi che hanno e i giocatori che sono, poi la differenza fra un buon giocatore e uno forte è la costanza di tenere alte le prestazioni, la capacità nei momenti di difficoltà di resistere alle critiche che ci possono essere in piazze importanti come quella di Torino. Il giocatore forte non è solo quello che ha la tecnica o il fisico, ma quello che riesce a metterle in campo con continuità. Bisogna vedere se hanno a livello di personalità gli equilibri giusti. Alle volte quando arriva un nuovo compagno si creano nuovi equilibri e qualcuno va avanti per la sua star e rende uguale e invece altri magari cambiano il tipo di prestazioni. Ne ho visti tanti, mi ricorso che quando ero al Toro c’erano dei centrocampisti come Simone Barone che face fatica. Quindi gli aspetti da considerare sono tanti e non è semplice. Sicuramente hanno dimostrato che i colpi ce li hanno e sono giocatori forti potenzialmente, ma chi è veramente forte riesce a mantenere un alto rendimento sempre”.
Sabato c’è la partita con il Lecce, che è davanti in classifica e ha 4 punti in più e segna più gol, 10 a 6, e oltretutto è una squadra che negli ultimi quarti d’ora realizza parecchie reti, sono già 6, che le hanno permesso di fare ben 11 punti. Un avversario non proprio facile da affrontare?
“Sì, ma io i dati li guardo a partire da metà campionato perché all’inizio ci possono essere anche fattori diversi. Comunque il Lecce sta facendo bene e giocando pure bene. E’ in fiducia e anche a Udine lo si è visto e, secondo me, meritava qualche cosa in più del pareggio. Sicuramente sarà una patita difficile, però il Toro è una squadra che potenzialmente può fare un campionato importante ed è fondamentale ripartire per ritrovare la fiducia e poi dopo sono sicuro che può fare bene. Juric lo conosciamo e si sa che tipo di allenatore è e che ha le capacità per tirare fuori il massimo dai giocatori. Penso che questo sia il momento che un allenatore come lui può e deve dare anche qualcosa da questo punto di vista”.
Anche dalle face l’apporto non è stato quello sperato. E’ arrivato Bellanova, è stato fatto tornare Lazaro, è stato preso anche Soppy sebbene ora sia pure lui infortunato, e c’è Vojvoda, però cross importanti che poi si trasformano in assist finora ce n’è stato solo uno di Bellanova. Poca roba pensando che per il gioco di Juric le fasce sono importanti
“Certo le fasce sono importanti. Reparto per reparto il Torino ha tanti giocatori importanti e sono stati fatti in estate tanti acquisti importanti da Zapata a Bellanova e potenzialmente quest’anno la squadra è la più forte degli ultimi anni per cui sono strane tutte queste difficoltà. Quando si partire male si iniziano ad avere magari pensieri negativi, però a parte la gara di San Siro con il Milan, la squadra non era partita così male e si era anche ripresa, come dicevamo all’inizio, mentre ora è in un momento di difficoltà e gli infortuni non hanno sicuramente aiutato, ma la potenzialità per ripartire c’è. All’interno dello spogliatoio va capito se è una questione mentale o di equilibri, da fuori è difficile dirlo e tante volte anche da dentro lo spogliatoio non lo si capisce”.
Secondo lei, se il Torino tornasse da Lecce con una vittoria non solo tipo quella con il Genoa con il gol che è arrivato nel finale, ma giocando anche bene per tutta la partita potrebbe esserci la svolta per proseguire il campionato su un altro livello?
“E’ quello che dicevo prima, il Toro in questo momento deve ritrovare fiducia nei propri mezzi e nelle proprie potenzialità e capacità perché li ha. Quindi una partita importante che termina con una vittoria sicuramente è utile, ma allo stesso tempo dico che in un momento di difficoltà alle volte è utile solo il risultato indipendentemente dalla prestazione. Da allenatore dico che non guardo il risultato e non me ne faccio condizionare, però i giocatori i risultati li guardano per cui una vittoria anche con una prestazione non importante in questo momento sarebbe per il Toro fondamentale. E’ ovvio che se arrivano entrambe le cose è meglio”.
Il Lecce ha una situazione di classifica decisamente più tranquilla, è nono con la Lazio ed è ha sette punti in più della terzultima, mentre il Torino a soli tre. Affronterà i granata con maggiore serenità?
“La situazione di classifica poco oltre la metà di ottobre conta poco perché il campionato è molto lungo e squadre come il Lecce possono aver fatto un filotto positivo ora e poi magari più avanti incappano in uno negativo. Loro sicuramente non saranno appagati da questo inizio perché sanno che è sì positivo, ma non hanno la matematica certezza di essere salvi. Il campionato è lungo, tortuoso, difficile e la Serie A per le squadre che si devo tante volte diventa un’agonia perché magari ti torvi di seguito ad affrontare Milan, Juve, Napoli e fuori casa Atalanta e Torino e si fa presto a fare un filotto negativo. Il Lecce è una squadra che è in fiducia, ma non penso che sia tranquilla e con la pancia piena”.
Parlando di lei, l’anno scorso con l’Alta Brianza è arrivato quinto, adesso come va?
“A dicembre quando ero arrivato eravamo quint’ultimi e poi abbiamo finito il campionato quinti quindi bene. Adesso siamo terzi e stiamo facendo bene. Essendo anche responsabile tecnico di tutto il settore giovanile per me è un bell’impegno e ho creato una metodologia per tutte le squadre in modo da avere uno stile uguale per tutti dal settore giovanile alla prima squadra. E’ un bel lavoro, ma dietro ho una società veramente seria con persone eccezionali e mi trovo molto bene e sono contento. E’ un bel lavoro e un bell’impegno e sacrifico anche la famiglia perché tutti i giorni tra prima squadra e settore giovanile sono sempre occupato con partite e allenamenti, però è ripagante e appagante ed è quello che mi piace fare”.
Ma con la prima squadra che obiettivi avete visto che siete terzi?
“Per fare il settore giovanile e il centro sportivo nuovo abbiamo dovuto fare un taglio al budget della prima squadra, ma nonostante questo sono rimasti tutti i ragazzi perché sanno che società c’è e come si lavora. L’obiettivo è quello di confermarci a buoni e alti livelli e creare un settore giovanile importante. In questo momento non abbiamo il nostro centro sportivo e quindi non siamo strutturati per salire di categoria, però l’obiettivo è costruire qualche cosa di bello nei prossimi anni”.