ESCLUSIVA TG – Ardito: “Al Toro serve la continuità di risultati e continuare con Juric alzando l’asticella”

02.04.2023 08:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Andrea Ardito
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Andrea Ardito
© foto di Jacopo Duranti/TuttoLegaPro.com

Andrea Ardito è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Ardito ha giocato nel Torino dal 2005 al 2007. Attualmente allena l’Alta Brianza. Con lui abbiamo parlato del Torino che affronterà lunedì sera il Sassuolo.

Che cosa si aspetta dal Torino in queste ultime 11 partite di campionato?

Sarebbe bello che ci fosse continuità di risultati, cosa che è venuta un po’ a mancare poiché il Torino ha avuto un andamento altalenante durante la stagione. E che magari coincida anche con l’uscire allo scoperto da parte della società, al di là che il presidente Cairo ha ricordato che Juric ha ancora un anno di contratto, e dell’allenatore di andare avanti insieme l’anno prossimo per poter così programmare tranquillamente una nuova stagione provando ad alzare un po’ l’asticella. Sarebbe bello e penso che sia ciò che si auspicano un po’ tutti i tifosi del Toro”.

Quanto può incidere sulla squadra quest’incertezza sul futuro di Juric?

“Dipende sempre dai giocatori e dagli uomini che ci sono nello spogliatoio. Io ero abituato a dare sempre il 150% indipendentemente da essere in scadenza oppure avere 5 anni di contratto, dal sapere se rimaneva l’allenatore oppure no. I giocatori devono pensare a essere giocatori e a dare il 100% indipendentemente da quello che potrà succedere. E’ normale che se ci sono giocatori che stimano l’allenatore e si s che rimane può essere uno stimolo in più per cercare di fare bene fino alla fine e convincere l’allenatore e la società a puntare su di loro. Può essere sempre un qualche cosa di positivo, però alla fine è il giocatore che va in campo e quando è lì deve dare il 150% a rescindere da quello che succede fuori. E’ importante per la società e i tifosi avere certezze su quello che può essere il domani e il futuro prossimo”.

A gennaio per il centrocampo è stato preso ilic e ceduto Lukic e ci sono Ricci, Linetty e i più giovani Adopo e Gineitis. Ilic però lo si è visto a tratti a causa di una forma fisica non perfetta e con il Sassuolo non ci sarà perché è infortunato. Da ex centrocampista come vede il reparto?

“Su Ilic sicuramente c’erano aspettative alte, ma nel centrocampo del Torino ci sono ragazzi di grande talento e prospettiva. L’anno scorso avevo visto Gineitis in un po’ di partite della Primavera ed era un calciatore sul quale il Torino poteva puntare per il futuro perché è un giocatore completo e moderno. Sono quasi tutti giocatori giovani e questo è importante per programmare qualche cosa per il futuro perché quando ci sono calciatori giovani non si può pretendere tutto e subito, ma si deve sperare che nell’arco di 2-3 anni possano fare il salto di qualità, magari tutti insieme per portare il Torino ad alzare il proprio livello in modo da puntare a qualche cosa di più rispetto all’attuale visto poi che fanno tutti parte di un reparto importante com’è il centrocampo”. 

Il prossimo avversario è il Sassuolo che ha avuto qualche passo falso, ma si è ripreso e ha un punto in meno del Torino. Come vede questa partita?

“Il Sassuolo ha battuto al Roma e in precedenza il Milan, exploit importanti che dimostrano che è una squadra in salute e che ha saputo reagire a un periodo molto difficile quando ha avuto più sconfitte consecutive e mister Dionisi è stato messo un po’ in discussione, ma in quest’ultimo periodo hanno recuperato anche Berardi, che è stato fuori per tanto tempo, e per una squadra come il Sassuolo Berardi è un giocatore fondamentale sia in termini realizzativi sia qualitativi, ma anche come presenza in campo. Secondo me, non è un caso che nell’ultimo periodo dopo il suo rientro il Sassuolo abbia avuto il cambiamento di trend rispetto a prima. E’ una partita difficile, aperta a tutti i risultati. Per il Torino, come sempre, dipende dall’approccio che ha alla partita: se fa una partita importante può veramente battere chiunque. Quindi più che guardare al Sassuolo l’importante è che il Torino faccia la sua partita e se la farà pendo che possa ottenere il risultato massimo”.

Il Torino arriverà alla partita un po’ incerottato perché si sono infortunati, come si diceva, Ilic, ma anche Aina e già da tempo mancano Zima e Vieira. E’ stato recuperato Lazaro, che andrà in panchina, e c’è un punto interrogativo su Miranchuk e Karamoh. Ancora una volta Juric prima deve fare i conti con l’infermeria e poi decidere la formazione.

“Questo è un problema che ha sicuramente condizionato la squadra e ha contribuito all’andamento altalenante e alla mancanza di continuità. Quando si riesce ad avere il 90% della rosa sempre a disposizione è più facile dare continuità alle prestazioni, mentre così è più difficile. Miranchuk, per me, è stato uno di quei giocatori che è mancato di più al Torino, anche in base a quello che si aspettava la società da lui perché in termini qualitativi è forse il giocatore più importante che ha, però purtroppo anche all’Atalanta aveva avuto tanti stop che condizionano il suo rendimento e di conseguenza quello della squadra poiché è un giocatore sul quale il Toro sicuramente aveva puntato tanto all’inizio”.

In questo finale di stagione ch può fare qualche cosa in più? E dove può arrivare il Torino?

“Non mi piace mai parlare dei singoli. L’obiettivo che mi porrei io come gruppo, adesso da allenatore lo faccio ancora di più, ma anche quando ero un giocatore, soprattutto quando mancavano poche partite, da capitano mi piaceva riunire il grippo e porci un obiettivo reale e realizzabile a breve termine. Per il Torino obiettivo deve essere la continuità e magari arrivare all’8ª posizione, è realistico. Ci sono tante squadre raggruppate in pochi punti e passare dall’8° al 13° posto ci vuole poco, però conta tanto chiudere bene la stagione. Arrivare 8° sarebbe importante anche in prospettiva per l’anno prossimo”.

Servirebbe per non dover giocare i trentaduesimi di Coppa Italia a Ferragosto, ma di certo non basta per l’Europa.

“Sì, ma è utile anche come fascino e appeal per il mercato estivo, nel senso che magari un giocatore straniero, che non conosce bene il Torino e va a vedere i risultati della stagione conclusa da poco, il sapere che la squadra si è piazzata nella parte sinistra della classifica tra le prime otto può dare quella spinta in più per accettare un eventuale trasferimento”.

Cambiando argomento e parlando di lei, sta allenando l’Alta Brianza in Eccellenza. Come mai questa scelta?

“L’anno scorso c’è stata la possibilità di venire al Torino nel settore giovanile, ne avevo parlato con Ludergnani e Cairo, poi, purtroppo, per problemi familiari non si è potuta concretizzare. Mi spiace tanto perché sarebbe stato molto bello tornare al Toro, ma ho proferito restare in categorie inferiori in Eccellenza vicino a casa.  Con l’Alta Brianza stiamo facendo bene, il percorso mi rende contento. Sono sereno perché faccio ciò che mi piace e quando si ha questa possibilità non esiste categoria o contratti economici poiché si sta bene”.

Come state andando in campionato?

“Siamo settimi e a dicembre quando sono arrivato all’Alta Brianza eravamo la prima squadra fuori dai play out. Abbiamo disputato 14 partite e perso una sola volta, quindi stiamo facendo molto bene. La società è molto seria, ci sono persone per bene, che non è facile trovare nel calcio in generale e a maggior ragione nei dilettanti”.

Prospettive sue per il futuro?

“Non lo so, ma mi trovo bene qui. Abbiamo parlato di continuare perché c’è un progetto importante di creare il settore giovanile, al momento c’è solo la prima squadra. L’idea mia e della società è diventare una figura di riferimento dal punto di vista tecnico ed è un qualche cosa che mi piace. Il mio futuro dovrebbe essere questo, poi nella vita in generale non si può mai sapere e tanto meno nel calcio. Loro sono persone per bene e io mi reputo tale per cui per me, essendo di vecchio stampo, anche se non c’è niente di scritto quando c’è la parola vale più di ogni altra cosa”.