ESCLUSIVA TG – Arch. Martinetto: “Il Filadelfia ha tutti gli spazi idonei affinché il Torino vi giochi a porte chiuse”
Eraldo Martinetto è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Martinetto è un architetto e insieme al collega Marco Aimetti avevano redatto il progetto preliminare del nuovo Filadelfia. Con lui, tifoso del Toro, abbiamo parlato della possibilità che il Torino possa disputare le partite a porte chiuse alla ripresa del campionato.
Gli spazi del Filadelfia sono idonei a partite di Serie A disputate a porte chiuse nella fase 2 di pandemia da Covid-19?
“Direi di sì, perché ci sono gli spogliatoi per il Torino, per la squadra ospite, per l’arbitro e i suoi assistenti e c’è tutta la parte medica per fare massaggi e quant’altro. Infatti, ci sono gli spogliatoi delle prima squadra e quelli per la Primavera. Gli spazi sono dimensionati per partite anche ufficiali. Per essere più chiaro, metà della superficie della tribuna coperta proiettata su un piano orizzontale è adibita agli spogliatoi. L’altra metà è, invece, ancora libera e si vedrà se nel lotto 2 oppure nel 3 si potrà destinare a qualche attività che il Torino ritiene opportuna. Era un’area destinata ad ulteriori altri spogliatoi che aveva voluto Rampanti per avere a disposizione degli spazi per tornei estivi, ma il Torino ha pensato che l’estate è l’unico periodo in cui i terreni, il campo principale e quello secondario, possono “riposare” e di conseguenza è meglio non utilizzarli d’estate per dei tornei”.
Lo spazio fra il campo e gli spalti può influire in qualche modo sulla decisione di acconsentire o meno di giocare al Fila?
“Noi nella fase progettuale avevamo tenuto conto degli spazi minimi richiesti dalla Lega Calcio. Sotto il piazzale della Memoria possono entrare i mezzi e ci sono 50 posti auto più 5-6 per i diversamente abili e c’è l’accesso diretto al piano degli spogliatoi e attraverso la scala posta sotto l’accesso alla tribuna coperta si entra in campo. I pullman delle squadre possono fermarsi sul piazzale dove c’è spazio sufficiente in assenza di pubblico. Il progetto ha avuto tutte le approvazioni del Coni e non solo dal Comune di Torino e dai Vigili del Fuoco e le poche osservazioni che erano state fatte sono state sanate. Il Coni aveva dato l’approvazione in relazione al tema che avevamo svolto che era quello di far disputare le partite della Primavera di campionato e gli allenamenti della prima squadra, l’okay c’era per spazi interni ed esterni, vie di fuga e sicurezza anche per i diversamente abili e in fase di progettazione e costruzione è stata rispettata tutta la normativa vigente. L’unico punta da vedere è se la Lega posta di fronte alla richiesta di voler giocare le partite rimanenti di questo campionato e magari quelle del prossimo dica sì, va bene perché l’impianto rispetta le normative oppure se, invece, dice no per qualche sua motivazione”.
Quindi l’idea di far disputare le partite del Torino che restano al Fila quando riprenderà il campionato, pur tenendo conto delle ferree regole che ci saranno, è realizzabile?
“Sì, il terreno di gioco è a norma Uefa, quindi, si potrebbero persino disputare partite internazionali e ci sono, come dicevo, tutti gli altri spazi che servono nel pre e post partita e ci sono anche le famose “vele” che aveva voluto mister Ventura e di conseguenza si può non solo giocare a porte chiuse, ma anche impedire che dalle case attorno si possa vedere la partita con il conseguente assembramento di persone ai balconi e alle finestre che non rispetterebbero le distanze sociali”.
Le “vele” sono rotte, per la verità.
“Lo so, ma basterebbe aggiustarle e il problema sarebbe risolto”.
Tutto questo fa pensare non sia solo una suggestione l’idea di giocare al Fila e che un’eventuale richiesta da parte del Torino possa essere accolta e che si possa ricevere la deroga dagli organi competenti, giusto?
“Le regole relative all’impianto sono state rispettate in fase di costruzione. E poi dall’ultimo gol segnato da Bearzot contro il Napoli il 19 maggio del 1963 si ritornerebbe a giocare una gara di Serie A e sarebbe un avvenimento anche mediatico eccezionale a mio avviso”.
E anche dal punto di vista psicologico per i calciatori potrebbe sopperire all’assenza del pubblico e sarebbe più facile giocare in un impianto più piccolo.
“Sono d’accodo, giocherebbero in uno stadio familiare. E’ ben diverso giocare in un campo così raccolto anche se a porte chiuse dal farlo al Grande Torino dove evidentemente si sente la distanza e si vedono tutt’intorno gli spalti vuoti e dove c’è maggior rimbombo, mentre la Fila bastano due urla per far percepire meno il vuoto. E poi c’è la suggestione perché si vede tutta la collina e s’intravede anche Superga. Ci sarebbero richiami forti anche psicologici per la squadra”.
Lei da architetto e da tifoso del Toro direbbe di far di tutto per giocare al Fila?
“A me l’idea non spiace, anzi. E poi se come sembra anche fino alla fine dell’anno si dovrà giocare a porte chiuse disputare al Fila anche l’inizio del prossimo campionato sarebbe bello e ne varrebbe la pena. Capisco perché Cairo ha detto che era meglio non riprendere questo campionato perché eravamo in piena bagarre e c’era e ci sarebbe il rischio di finire in Serie B, ma riprendere e giocare al Fila sarebbe diverso nel senso che aiuterebbe a superare le problematiche che c’erano”.