ESCLUSIVA TG – Albrigi: “Il Torino al massimo fa il compitino e poi gli avversari segnano e vincono”
Enrico Albrigi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Albrigi è direttore tecnico del settore giovanile dell’A.P.D. Pecetto calcio, ma da calciatore ha militato nel Torino prima nelle giovanili e poi a più riprese in prima squadra 61-62, 63-66, e 67-68. Con lui abbiamo parlato momento difficile dei granata.
Che idea si è fatto sulle difficoltà che continua ad avere il Torino?
“Premetto che qualunque cosa si possa dire sul Torino è sbagliata perché bisogna vivere dall’interno per sapere che cosa stia succedendo o bisogna che qualche giocatore dica qual è la reale situazione in modo da poter parlare con cognizione di causa. Per questo dico che non saprei perché il Torino ha già perso quattro partite con Atalanta, Cagliari, Lazio e Inter dopo che era andato in vantaggio e pareggiato quella con il Sassuolo quando a sei minuti dal 90° stava vincendo per tre a uno. Peggio ancora con la Lazio quando all’87 vinceva tre a due e con l’Inter domenica era sul due a zero con i nerazzurri che erano inesistenti e poi ha perso quattro a due. Certo l’Inter ha fatto quattro sostituzioni inserendo quattro titolari (Lautaro Martinez, Skriniar, de Vrij e Perisic, ndr) però con due gol di vantaggio una squadra se è un po’ concentrata porta a casa comunque il risultato. Con l’Atalanta invece avevano giocato meglio di uomini di Gasperini per cui la rimonta è più comprensibile, ma non nei casi di Sassuolo, Lazio e Inter risultate tutte meno forti di noi e anche il Cagliari non ci ha surclassati. C’è qualcosa che non quadra all’interno, ma non saprei dire di cosa si tratta. Senza dimenticarci del pareggio per zero a zero con il neo-promosso Crotone dove in 96 minuti abbiamo fatto un solo tiro in porta, quello di Singo. Non è questione di gioco, ma di dove si ha la teta una volta si giocava per la maglia, ma adesso non so perché ci sono troppi al ti e bassi. Con il Genoa a Marassi si è vinta la partita giocando anche bene e poi quattro giorni dopo con il Crotone in casa pareggi e fai un solo tiro in porta. Con un po’ di sana cattiveria agonistica con il Crotone si vinceva eccome. Fare quei tre punti era fondamentale”.
Non può dipendere dal modulo o dalle difficoltà di assimilare il gioco che vuole Giampaolo?
“Ma no, il modulo non c’entra. Rispetto ai miei tempi si gioca in modo diverso, ma la cosa principale resta sempre la stessa: andare sull’avversario e non farlo giocare e conquistare il pallone e ripartire. Se non si ha il fiato, se non si corre o se si abbandona un momento la concentrazione si viene subito fregati. Il gioco è ormai una melina Tizio passa a Caio che passa a Sempronio che ripassa a Tizio, in certi momenti viene da dormire a vedere questo calcio poi in altri momenti diventa tutto strepitoso, ma non è più il calcio di una volta. Il Torino stava vincendo due a zero con l’Inter e non si è messo ad aspettare i nerazzurri a centrocampo che senso aveva pressarli e lasciare certi giocatori liberi di fare ciò che volevano? E’ mancata la concentrazione perché non si può dire che a San Siro il Torino non abbia corso. Il primo tempo è stato giocato benissimo e lo abbiamo fatto fino al nostro secondo gol, anche se l’Inter è stata inesistente, ma comunque il Torino si è dimostrato superiore, anche perché se i nerazzurri giocano così di partite ne vincono poche.
Non dico che il Torino debba vincere sempre, ma se avesse fatto il minimo indispensabile in queste partite avrebbe potuto fare otto o nove punti in più e sarebbe a metà classifica e anche un po’ più avanti nella parte sinistra della e non al fondo e il contesto sarebbe stato molto differente dall’attuale”.
Il Torino avrebbe quindi potuto essere almeno alla pari della Sampdoria che ha avuto alti e bassi e che sarà il prossimo avversario in campionato?
“Certo e lunedì si affronta la Sampdoria che ha giocatori che sono arrabbiati perché arrivano dalle due sconfitte con Cagliari e Bologna e avranno grande voglia di conquistare qualche cosa. Se il Torino pareggerà con i blucerchiati loro intanto vanno a undici, mentre noi con sei rimaniamo sempre in fondo. Troppi punti sono stati buttati via. Non si tratta di gioco o di altro quando di va in vantaggio magari anche di due gol e poi alla fine si perde, in questi casi il risultato lo si deve portare a casa punto e basta. Per quel che mi ricordo ai miei tempi in questi casi si vinceva o almeno si faceva un punto”.
Oggi ci sarà la partita di Coppa Italia con la Virtus Entella che ha appena cambiato l’allenatore e che è al fondo della classifica di serie B. Obbligatorio vincere?
“Certamente, non può esserci nessun altro risultato. Le squadre minori quando giocano contro il Torino danno il massimo, ma con l’Entella deve esserci una vittoria convincente e per passare il turno non bisogna faticare come con il Lecce. Sono convinto che con l’Entella il Torino disputerà una buona partita e vincerà ”.
Le prossime tre partite con Entella, Sampdoria e Juventus saranno fondamentali forse anche per il futuro di Giampaolo?
“Fondamentali sì, ma non credo per il futuro di Giampaolo. Non credo che si possa dire che la squadra non ha recepito il gioco del nuovo allenatore, mi viene da sorridere quando sento queste cose. Sono giocatori professionisti che giocano in A che si giochi con il 3-5-2, con il 4-4-2, con il 4-3-3 o il 4-3-1-2 che cosa cambia? Ormai i giocatori tutti i giorni si allenano e magari anche con doppie sedute non possono non capire che cosa vuole l’allenatore. Mettendo da parte la Coppa Italia, come ho detto il Torino vincerà passando il turno, sarebbe importante vincere con la Sampdoria lunedì perché poi c’è il derby con la Juventus e possiamo buttare in aria la monetina e sperare che ci vada bene e nel caso sarà stato un miracolo”.
Il Torino in otto partite ha già subito venti gol e per quanto ne faccia non bastano. Possibile che non si trovi una soluzione difensiva valida?
“Ho sempre fatto il calcolo che per salvarsi bisogna almeno fare 42-44 gol, certo se ne possono fare anche meno se si vincono tutte le partite uno a zero perché si vince anche il campionato però è improbabile e tanto meno che lo faccia il Torino. Ovviamente non bisogna prendere imbarcate di gol altrimenti tutto è inutile perché se poi se ne subiscono ottanta si retrocede. Il Torino deve trovare assolutamente una soluzione ed essere più attento è il primo passo”.
Che cosa si può fare per il Torino? Aspettare che migliori la situazione oppure intervenire in qualche modo?
“Come dicevo all’inizio della nostra chiacchierata non so cosa stia succedendo perché non è possibile aver perso così tanti punti, ben quattro gare perse e una pareggiata su otto, da situazioni di vantaggio che ci hanno portato un solo punto con quindici che erano a disposizione e di conseguenza non so cosa sarebbe meglio fare. Non si sa sia colpa dei giocatori o dell’allenatore che non si fa capire e non si può neppure parlare di sfortuna perché quando si prendono certi gol non dipende dalla malasorte poiché dipendono dal fatto che si è disattenti con la testa, manca la concentrazione. Il Torino è come un coro dove c’è il solista Belotti che oltre ad essere un grandissimo centravanti è anche un maratoneta che corre dappertutto e poi ci sono gli altri che steccano. Non esiste che un attaccante debba andare anche a chiudere in difesa o che debba recuperarsi il pallone in giro per il campo, non è supportato adeguatamente. Lo avevo detto proprio a lei un anno fa che mancava il regista e lo ribadisco oggi che serve chi faccia girare l’orchestra. E poi mi permetta di dire che non capisco perché non giochi Izzo, due stagioni fa gli abbiamo visto fare partite strepitose, magari poi voleva andare altrove e allora bisognava darlo via almeno si sarebbero incassati dei soldi, mentre adesso dovesse essere ceduto si incasserebbe molto meno altro che di più, perché il calciatore arriva da un stagione sottotono e da questa dove sta in panchina. E come quando s’investe in borsa e si ha un titolo che guadagna il 20% se lo si vende si ricava, ma se si aspetta di guadagnare il 25% poi si finisce non avere neppure il venti, ma solo il dieci, meglio pentirsi di aver portato a casa un po’ meno che mangiarsi le mani per aver guadagnato quasi nulla”.
Bisogna essere resilienti fino a gennaio e sperare che Cairo compri qualcuno?
“Eh, ma se Cairo non ha comprato nessuno a gennaio del 2019 quando la squadra lottava per un posto in Europa e per un certo periodo poi c’è stata persino la possibilità di andare in Champions, non solo in Europa League, e con due giocatori buoni ci sarebbe riuscita, difficilmente comprerà qualcuno adesso.
Se al Torino togliamo Belotti chi altro si avvicina ai suoi standard? E’ vero che senza il “Gallo” con l’Inter il Torino è andato in vantaggio di due gol, ma poi sappiamo com’è finita. Conte ha messo dentro quattro buoni giocatori e noi abbiamo subito quattro gol. Quando si è in vantaggio con una squadra più forte si deve arretrare e giocare in contropiede, come si faceva una volta e pazienza se poi si era criticati tanto poi si portavano a casa i punti. Adesso invece si continua a giocare e si finisce per badare meno al risultato. Quando si lasciano spazi agli avversari si finisce per subire gol, infatti basta pensare al secondo gol che ha fatto martedì la Juventus al Ferencváros: Morata era solo nell’area piccola e l’avversario più vicino era a cinque metri. Quando nel Torino giocavano Pulici e Graziani nessun avversario era lasciato libero senza essere marcato, men che meno in area e ancor meno in quella piccola. Si giocava in modo diverso, ma certe regole valgono ancora oggi se non vuoi perdere. Ci sta che in una partita si giochi bene e nella successiva male, ma non che nella stessa partita si oscilli di continuo fra bene e male tanto più se si è in vantaggio di due gol perché si è più carichi, forti e concentrati poiché il morale é alto e si corre anche quando si è più stanchi e si avrebbe meno voglia di farlo. Il Torino si limita a fare il compitino e poi gli avversari segnano e vincono”.