ESCLUSIVA TG – Agostinelli: “Lo Zenit pensi che se fa gol è fatta, ma poi vediamo come finisce se segna il Toro”
Andrea Agostinelli è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Agostinelli è un allenatore, attualmente è commentatore delle trasmissioni sportive di Mediaset, con lui abbiamo parlato della partita di ritorno degli ottavi di finale d’Europa League fra Torino e Zenit, con la squadra granata che deve ribaltare la sconfitta per due a zero di San Pietroburgo.
Come può il Torino ribaltare il due a zero dell’andata avendo oltretutto gli uomini contati a centrocampo perché Ventura gioca con il 3-5-2 e in mediana ci sono solo Darmian, Farnerud, Gazzi, El Kaddouri e Molinaro più Masiello?
“Innanzitutto il Torino deve giocare una partita di grande equilibrio e semmai giocarsi il tutto per tutto negli ultimi venti minuti, perché è vero che deve vincere e quindi deve fare gol per andare in vantaggio, ma soprattutto non deve subire gol. Quindi è indispensabile che giochi con pazienza, senza scoprirsi perché lo Zenit in contropiede è forte. Nel momento in cui dovesse arrivare a metà del secondo tempo e la partita fosse ancora sullo zero a zero a quel punto “mors tua vita mea” non si può far altro che giocarsi il tutto per tutto e attaccare senza più pensare ad altro. Due gol da rimontare sono tanti, però si possono fare anche negli ultimi dieci minuti, il calcio lo ha già dimostrato che si può cambiare l’esito di una partita fino alla fine, non è come quando si perde quattro a zero all’andata e allora nella gara di ritorno bisogna subito nel primo quarto d’ora fare un gol, non è questo il caso se anche si segna l’uno a zero nel primo quarto d’ora della ripresa si ha tutto il tempo per fare il secondo e andare ai supplementari. Lo ripeto, ci vuole equilibrio: non bisogna cercare il tutto per tutto nel primo tempo. Chiaramente è ovvio che non bisogna prendere un gol dagli avversari perché se accadesse poi doverne fare quattro diventerebbe problematico ”.
Il Torino avrà tutto lo stadio a sostenerlo, a parte una piccola porzione che sarà occupata dai tifosi dello Zenit. I propri tifosi sono l’arma in più, ma non potrebbero essere anche motivo di pressione a sbilanciarsi per segnare?
“No, intanto per fortuna che ci sono i propri tifosi e il fatto che spingano a segnare dà forza e non pressione. Le pressioni purtroppo sono state causate dal risultato della partita dell’andata, ma questo deve essere superato, anche perché lo Zenit è abituato a palcoscenici importanti ed è un’ottima squadra. Credo che sia più forte del Toro, ma questo non vuol assolutamente dire che il Toro non possa superare il turno. E’ una partita complicata, ma se anche a San Pietroburgo il Toro avesse fatto zero a zero non c’era la certezza che potesse passare il turno, quindi mettercela tutta e provarci fino alla fine. Prima delle penultime due partite con Udinese e Zenit, non considero quella con la Lazio perché ha giocato con mezza squadra e più formata da riserve, il Torino aveva fatto dodici risultati utili consecutivi, non si riesce a farli per caso. Se il Toro avesse pareggiato con la Lazio, com’era giusto, sarebbe stato solo un viatico per arrivare alla partita di questa sera con maggiore serenità. Con lo Zenit sarà la partita dell’anno perché temo guardando la classifica che il Toro non abbia più nulla da chiedere a questo campionato”.
La condotta della gara d’andata dello Zenit potrebbe indurre a sottovalutarlo poiché nel finale ha lasciato spazio al Torino e non ha ricercato il terzo gol che avrebbe spento qualsiasi velleità granata?
“No, il Torino deve recuperare e quindi se pensa che lo Zenit possa essere una squadra non esageratamente superiore a lui è positivo, perché se si considera l’avversario più grande di quello che è alla prima difficoltà i problemi s’ingigantiscono più di quello che realmente possono essere. Giustamente il Torino pensa che sia possibile ribaltare la situazione anche se sa che lo Zenit è più forte e questa è una cosa che può succedere nelle partite internazionali che si svolgono in due confronti. L’impresa con l’Athletic Bilbao, che nella settimana successiva ha sconfitto il Real Madrid e che adesso è ottavo in classifica, ha dimostrato che il Toro se la può giocare con chiunque, quindi pur pensando che sia un’impresa difficile, lo ripeto, a pelle sento che possa farcela, è ovvio che il Toro si trovi su un filo se fanno gol loro diventa quasi impraticabile questa partita, ma può veramente succedere di tutto”.
Il punto debole dello Zenit è la difesa, non c’è il rischio che il Torino possa sbilanciarsi in avanti e finire per farsi infilzare in contropiede?
“Il pericolo esiste di essere colpiti in contropiede, ed è normale, però con la difesa a tre che ha il Toro se anche si spingono in avanti quasi a centrocampo sono pur sempre difensori e sanno che cosa devono fare, a meno che non ci sia un momento di deconcentrazione allora in quel caso … Va di moda parlare di difesa preventiva, ma è una realtà perché nel momento in cui il Torino attacca con sei-sette uomini i tre difensori devono mettere pressione ai potenziali riceventi palla di una rimessa lunga dello Zenit. Mi spiego meglio con un esempio, se Rondon che non torna a fare la fase difensiva si mette a centrocampo e aspetta che gli arrivi una palla bisogna marcarlo in modo asfissiante, perché se in fase offensiva il Torino perde palla e arriva a Rondon e lui fa partire il contropiede senza essere contrastato vuol dire che non si è capito nulla. Per questo è molto importante che i difensori del Toro mettano la massima attenzione ai loro compiti di marcatura anche quando c’è la fase offensiva perché è in queste situazioni che può passare il contropiede avversario. Ma il Toro non può chiudersi in difesa e aspettare che ci sia l’occasione per andare lui in contropiede, deve fare due gol per andare ai supplementari o tre per essere certo di passare il turno. Lo Zenit va rispettato, ma il Torino non può pensare solo all’avversario impedendogli di fare gol deve pensare anche a se stesso segnando, non può scendere in campo con il freno a mano tirato altrimenti finisce ancora di più per complicarsi da solo la vita”.
A prescindere da cosa accadrà questa sera, l’avventura in Europa League del Torino si può definire positiva e quanto?
“Sicuramente positiva anche per le prestazioni, mi ricordo quella di Copenhagen, di Bilbao. Il Toro è stato un’ottima realtà e sinceramente mi dispiace la situazione in cui si trova, se in Russia non avesse preso il secondo gol la partita di questa sera sarebbe stata più equilibrata. Più si va avanti nella competizione e più le partite diventano difficili e gli avversari sono sempre più forti. Lo Zenit è primo nel suo campionato, è una squadra esperta e importante e se il Torino dovesse essere eliminato lo sarebbe da un avversario di grande livello, non dall’Aalborg. Lo voglio dire chiaro, per me il Toro qualche possibilità ce l’ha di battere lo Zenit e passare il turno”.
Ventura in conferenza stampa ha detto che il Torino ha il 40 % di possibilità, concorda con questa percentuale?
“Sì, assolutamente e lo avevo già detto in un’intervista di qualche giorno fa. Il 40% non è poco, è una percentuale alta. Lo Zenit pensi pure che se fa un gol la partita è chiusa, ma se il gol lo fa il Toro poi vediamo come va a finire”.