ESCLUSIVA TG – De Biasi: “Il Torino punti il settimo posto e lotti per raggiungerlo”

27.03.2014 07:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
ESCLUSIVA TG – De Biasi: “Il Torino punti il settimo posto e lotti per raggiungerlo”
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© foto di Giacomo Morini

Gianni De Biasi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. De Biasi è un ex giocatore e attualmente commissario tecnico dell’Albania. Con lui abbiamo parlato del Torino, squadra che ha allenato nel 2005-2006 facendola tornare in serie A successivamente al fallimento e che il campionato seguente, dopo essere stato esonerato e richiamato, ha mantenuto in serie A permettendole di salvarsi alla penultima giornata, ma questo non gli bastò per essere riconfermato alla guida dei granata nella stagione successiva, salvo poi essere nuovamente richiamato a cinque giornate dal termine per tentare ancora l’impresa di far restare nella massima divisione il Torino cosa che gli è puntualmente riuscita, però nel corso del campionato 2008-2009 venne nuovamente esonerato da Cairo e al termine del torneo la squadra finì per retrocedere.

 

Il turno infrasettimanale non ha portato bene al Torino che ha perso con la Roma, anche se ha provato a tenerle testa senza però riuscire a gestire la gara in modo da pareggiare. Come giudica la squadra granata?

“Bene, contro una grande squadra come la Roma il Toro ha disputato un’ottima partita ed è stato solo penalizzato dal risultato, perché nel secondo tempo poteva anche rischiare di vincere. Direi il solito Toro che rientra nella propria metà campo e si lascia sessanta metri davanti per contrattaccare sfruttando gli uomini di gamba che ha, Immobile e Cerci, facendo grande concentrazione di giocatori davanti alla propria area e creando difficoltà a chi lo attacca poiché non concede spazi e questo è il suo aspetto principale”.

 

Il fatto di lasciarsi sessanta metri davanti per sfruttare le caratteristiche dei suoi giocatori d’attacco non mette anche il Torino nella condizione di avere un baricentro troppo basso e incappare in difficoltà soprattutto quando affronta avversari che hanno qualità superiori?

“Una volta questo modo di giocare con il baricentro basso si chiamava catenaccio e contropiede, mentre oggi è denominato densità e ripartenza. In realtà il gioco del Toro è il vecchio catenaccio di Nereo Rocco riproposto sfruttando le qualità di giocatori come Cerci, Immobile e El Kaddouri che hanno gamba, qualità e sanno saltare l’uomo o come gli esterni, con la Roma un po’ meno poiché Maksimovic ha spinto poco e Darmian aveva problemi con Gervinho. E’ una strategia perché il Toro quando rientra in possesso della palla gioca per tenerla ed è una tattica dal punto di vista della conservazione della palla senza dover per forza andare a far male all’avversario, ma è un modo come un altro per dare meno opzioni alle squadre che lo attaccano, specialmente a quelle che sulla carta sono più forti”.

 

Nell’ultimo periodo Cerci non è più quello che si era visto per buona parte della stagione e questo si ripercuote sulle prestazioni della squadra che ha bisogno di tutti i suoi uomini soprattutto dei migliori, perché Immobile da solo non può sopperire al compagno che non è in perfetta forma. Senza Cerci al top il Torino quanto ci perde?

“Credo che Cerci sia il valore aggiunto al Toro ed è chiaro che quando ha qualche piccolo scadimento di forma, che è normale nell’arco della stagione per tutti i calciatori di qualsiasi livello, alla squadra si toglie il 35 per cento del potenziale poiché lui è veramente giocatore di altra categoria. La cosa molto positiva per il Toro quest’anno é che ha trovato Immobile che con diciassette gol fatti è il vicecapocannoniere della serie A e per una squadra che è a metà classifica avere uno fra i migliori marcatori del torneo non è cosa da poco”.

 

Domenica il Torino affronterà il Cagliari e oltre ai lungo-degenti non ci saranno Moretti e Immobile per squalifica, quindi Ventura dovrà trovare ulteriori soluzioni alternative. In più tutti si attendono una partita di livello perché se si prova a tenere testa alla Roma tanto di più lo si deve fare con una squadra alla portata come il Cagliari.

“Penso che il Toro sia più capace a fare la partita sugli avversari piuttosto che dover fare lui la partita. Con il Cagliari sarà una partita molto difficile perché i sardi sono una squadra che dalla metà campo in avanti ha giocatori che possono fare male in qualsiasi momento e mi riferisco a Sau, Pinilla, che però domenica sarà squalificato, Ibarbo e Cossu, se giocherà. Il Cagliari è una formazione che va affrontata con grande attenzione perché non è un avversario facile e sicuramente il Torino non è in questo momento nella sua condizione migliore per quel che riguarda l’organico viste le assenze, mentre mi sembra che la condizione fisica generale dei granata sia molto buona e con la Roma l’ho visto benissimo nella seconda parte della gara, infatti, aveva più gamba dei giallorossi”.

 

Lei quando guarda le gare del Torino è sempre doppiamente interessato per via di Basha che è un suo giocatore nell’Albania. Migjen ha qualche acciacco,  però sta trovando poco spazio nel Torino, perché?

“La causa sono i piccoli problemi fisici che ha che non sto a specificare e questo ne limita l’impiego. Dal punto di vista delle qualità del ragazzo e delle caratteristiche fisiche è un giocatore che Ventura conosce molto bene e che potrebbe utilizzare e quando non lo fa è perché ha, come dicevo, qualche piccolo problema. Nell’ultima partita che ha giocato con me a Tirana non ha accusato nessun problema e ha disputato una gara strepitosa, poi tornato a Torino sono insorti dei problemi che lo stanno limitando”.

 

A otto giornate dalla fine il Torino è a metà graduatoria e quindi ha centrato l’obiettivo stagionale, ma non ha più grandi cose da chiedere alla classifica. Che cosa può e ha bisogno di dimostrare per concludere degnamente il campionato?

“Con trentanove punti il Torino è praticamente salvo, forse lo è già anche matematicamente perché quest’anno la quota salvezza potrebbe essere più bassa, quindi ha la possibilità di giocare le partite che rimangono con grande serenità. Dovrà sfoderare prestazioni per far divertire la sua gente e nello stesso tempo divertirsi in modo da avere una classifica di livello: nessuno gli vieta di provare ad arrivare settimo. Questo obiettivo non è un imperativo categorico, però puntare a questa posizione credo che possa essere il modo per ritagliarsi un finale di stagione di buon livello”.