El Kaddouri: è arrivata l’ora di decidere
Aprile, la stagione sta terminando ed ecco che le varie voci di calciomercato vanno accendendosi. Si vocifera di un Ventura tentato di tornare a casa (direzione Sampdoria), di una sempre più probabile cessione di Darmian, di interessamenti per i giocatori più valutati del Toro (Glik, Maksimovic, Bruno Peres), e dei sogni (Destro in primis). Sullo sfondo però, ci sono della realtà che si devono affrontare: la comproprietà di Verdi ma soprattutto il futuro di El Kaddouri.
Le due stagioni del centrocampista classe ’90 al Torino sono state caratterizzate da alti e bassi decisamente pronunciati. Questa stagione ha seguito più o meno l’andazzo di tutta la squadra: un inizio abbastanza anonimo, un periodo prettamente buio e una ripresa incredibile durante gli 11 risultati utili consecutivi. In parallelo con la scorsa stagione si ricorda come miglior partita del belga-marocchino quella con il Verona in trasferta, in cui le sue accelerazioni spaccarono la difesa veneta aiutando il Toro a guadagnare 3 punti in entrambe le occasioni. Ci sono poi partite opposte, in cui El Kaddouri finì in distinta ma in campo non sembrava esserci (Torino-Parma).
Ecco il grande difetto di questo giocatore: la discontinuità. Caratteristiche ottime, unite ad un talento cristallino si fermano però con la presenza mentale del giocatore nelle partite. Se la giornata è quella buona, El Kaddouri sposta pienamente gli equilibri dalla parte granata, al contrario il Toro deve riconoscere che con la sua non-presenza si gioca in 10. Ventura lo stima chiaramente, ritenendolo uno dei cardini del suo gioco. Ma bisogna anche farsi la domanda: il prossimo anno El Kaddouri rimarrà nelle file granata?
La risposta a questa domanda presuppone una “conditio sine qua non”: la permanenza di Ventura. Il mister è l’unica sicurezza che il giocatore ha davvero nel Torino. Comunque, bisogna ricordare che il cartellino del giocatore è attualmente in possesso del Napoli, che lo acquistò dal Brescia nel 2012. Venne girato in prestito al Torino l’estate del 2013, prestito che venne poi rinnovato nella scorsa sessione di calciomercato estivo, poiché il giocatore non rientrava chiaramente nelle idee tattiche di Benitez. Il prestito venne però condito da una clausola, che sottolinea l’importanza del giocatore per l’allenatore, ovvero il diritto di riscatto a 4,7 milioni.
Il riscatto del giocatore è abbastanza assicurato se, ripeto, Ventura rimarrà allenatore del Torino ma ciò scatenerebbe alcune questioni: 4,7 milioni sono molti, visto che negli ultimi anni è riuscito ad aggiudicarsi buoni giocatori per molti soldi in meno. Questi soldi potrebbero essere investiti magari per il riscatto di Verdi, che poco interessa al Milan se non per guadagnarci qualcosa, oppure per quello di Benassi, che malgrado qualche disastrosa dimenticanza ha 4 anni in meno e sembra avere prestazioni più lineari. Il punto cardine della questione è la comprensione di quanto, in termini esattamente basati sul numero di partite stagionali, può rendere El Kaddouri. Si può anche pensare che il grande motivo della sua discontinuità prestazionale sia proprio la mancanza di sicurezza contrattuale, essendo di propietà di una società a cui non serve e dovendo richiedere un forte compenso economico dalla società in cui gioca. Si può pensare che un riscatto totale del giocatore può portare davvero al suo “boom”, caricandosi per 30-35 partite la squadra sulle spalle ed alzando ancora di più l’asticella degli obiettivi.