E’ uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo
Quando si dice “palla lunga e pedalare”. Ci sono due personaggi che compongono la rosa del Toro 2013-2014 che senz’altro si sono distinti in questa prima fase di campionato. E pedalare, pedalano. Si tratta di Emiliano Moretti e Matteo Darmian. Due giocatori che fino ad ora hanno fatto il lavoro “sporco” mettendoci costanza e competenza. E anche mister Ventura ha premiato il loro impegno convocandoli titolari in tutte le 18 partite finora disputate. Un premio alla carriera per Moretti, un incentivo a crescere per Darmian. Due presenze, al momento, ineludibili. Si tratta di giocatori diversi, capaci però entrambi di fare la differenza, salvando palle pericolose e creando azioni favorevoli per chi ha il compito di metterla dentro. Moretti è un mancino naturale, nasce come terzino di fascia sinistra, ma in carriera è stato spesso impiegato come difensore centrale. Dotato di notevole fisicità e ottima tecnica, è bravo di testa, grazie anche all’altezza che da questo punto di vista lo agevola. Darmian invece, classe 1989, arriva al Toro quando il club granata è ancora in serie B nella stagione 2011-2012 nella quale segna anche un goal. E’ un laterale destro ed ha sempre giocato in quel ruolo, eccetto rare occasioni dove per necessità si è trovato a disimpegnarsi come centrale. In questo incipit di stagione, con il passaggio al 3-5-2, mister Ventura, a causa degli infortuni dei centrali Rodriguez e Bovo ed alla stagione che fatica a decollare di capitan Glik, lo ha messo lì e non lo ha più tolto, confermando la notevole duttilità di Matteo che ora può anche sognare la nazionale.
Moretti invece, è un nuovissimo innesto. E’ arrivato nello scorso mercato estivo in un pacco spedito da Genova da patron Preziosi, che comprendeva anche la metà di bomber Ciro e Bovo (della serie: ti vendo la metà di Immobile ma ti prendi anche 'sti due che hanno fatto il loro tempo all'ombra della lanterna, grazie). E invece Emiliano Moretti ha dato grande prova di sé, dimostrando di essere colui che al momento ha il miglior rendimento nel reparto difensivo. Dopo quattro stagioni al Genoa e cinque nella Liga spagnola col Valencia, il suo sì alla società granata non ha necessitato di molte riflessioni; come lui stesso ha affermato: “Quando mi è arrivata l’offerta del Toro non ho avuto alcun dubbio nell’accettare”. Di Moretti si è sempre detto che fosse un elemento fondamentale per lo spogliatoio e che potesse fare grandi cose grazie alla sua applicazione quotidiana e all’esempio silenzioso. Le aspettative non sono state disattese. In alcuni grandi film western ricorreva spesso la frase “è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare”, quando ci si riferiva a compiti senza particolari meriti ma di natura necessaria. Darmian e Moretti è un po’ come se fossero due cowboy di questo Western che è la serie A. Senza clamori, senza accaparrarsi le prime pagine dei giornali sportivi, stanno però dedicando passione e tenacia al ruolo che gli è stato affidato. Avanti così.