Con Luca Bucci
Ha appeso, dopo l'ultima stagione, le scarpette al chiodo, ma Luca Bucci non ha intenzione di lasciare il mondo del calcio.
Parliamo, per prima cosa, del tuo passaggio da giocatore ad allenatore
"Cercherò di insegnare ciò che ho imparato nella mia carriera, ma quando si inizia una nuova attività non è detto che ciò che hai imparato riuscirai a trasmettere. Bisogna vedere se sarò capace di farlo, ma spero di sì. Ho avuto grandi maestri, grandi preparatori dei portieri e mi ha sempre affascinato questo ruolo. Credo di aver appreso parecchio nella mia carriera, poi bisognerà vedere cosa potrò dare ai miei allievi".
Ti saresti mai aspettato di smettere? Tanti tuoi colleghi superano i quarant'anni e continuano a giocare
"Era il mio sogno da ragazzino giocare fino a quarant'anni. Ci sono arrivato e credo che nella vita bisogna anche sapersi accontentare. E' giusto così ed anche se potevo andare avanti voglio provare a fare qualcosa di diverso e posso farlo per altri vent'anni. Ho preso questa decisione anche se stavo bene fisicamente e mi sentivo stimolato nel continuare a far parte di una squadra. Ragionando, però, per diversi aspetti era giunto il momento di prendere questa decisione".
Tirando le somme, hai dato di più tu al calcio o il contrario?
"Il calcio mi ha dato moltissimo, da ragazzino sognavo di fare il portiere e ci sono riuscito. Penso di essere stato una persona estremamente fortunata poi è chiaro che il calcio mi ha dato anche delusioni e sconfitte, ma le sconfitte fanno parte della maturazione di un uomo. Le ho dovute sopportare e superare. Ci sono stati momenti in cui ho avuto sfortuna e non sono riuscito a sfruttare un'occasione, come in Nazionale in Croazia, però è altrettanto vero che se penso da dove sono partito e dove sono arrivato posso dire solo grazie. Tanti ragazzi ci provano e pochi ci riescono, quindi io potevo avere forse di più, ma anche non avere nulla di quanto ho avuto".
Chi è che ti ha dato di più e di meno fra i vari allenatori che hai avuto?
"Ci sono stati vari allenatori che mi hanno dato di più o altri con cui ho avuto problemi. E' normale che sia così, nella vita non si può andare d'accordo con tutti, però sarebbe ingeneroso dire chi mi ha dato di più o meno. Credo che tutti abbiano insegnato qualcosa e a volte quelle che sembravano bastonate, con il passare del tempo, ho capito che potevano essere insegnamenti e cose che mi hanno aiutato. Chiaro che quando sei più giovane, magari, non riesci a capire certe situazioni. Se dovessi dire qualche nome, comunque, scorderei sicuramente qualcuno e gli farei un torto. Devo ringraziare molte molte persone".
Parlando delle tue squadre, partendo dal Napoli, ti aspettavi tutta questa rivoluzione in porta?
"C'erano dei sentori e credo che comunque dovranno sfoltire un po' la rosa dei portieri. Sono in quattro ed hanno tutti voglia di giocare. Leggevo comunque che dovranno sfoltire la rosa in generale perché sono troppi giocatori".
A Iezzo che consiglio daresti?
"Per come l'ho conosciuto penso abbia voglia di giocare ed è giusto che se ha l'occasione lo faccia. Ha comunque 36-37 anni e potrebbe decidere in ogni caso di restare in un ambiente che conosce bene, dove lo conoscono bene e dove è apprezzato".
Secondo te il ruolo del portiere è un po' cambiato?
"E' cambiato decisamente ed ora il portiere deve essere anche un giocatore. Deve saper giocare con la squadra ed è un ruolo molto più attivo".
Chi consideri, tra i volti nuovi, un portiere stile Luca Bucci?
"Non saprei, ma per come gioca e per come ho inteso io il ruolo forse Marchetti. E' un portiere che mi può assomigliare nel senso che è disposto a uscire e può andare incontro anche a brutte figure sbagliando il tempo dell'intervento. Con il coraggio di uscire, però, sono sicuro che si risolvono parecchi problemi. Io spero però che ci siano portieri che non assomiglino a Luca Bucci, ma piuttosto a Buffon o Peruzzi.".
Chi sarà l'erede di Buffon?
"Per me Buffon è un fenomeno e di fenomeni non ne nascono tanti. Tutti i settori giovanili vorrebbero averlo un Buffon e ci provano, ma credo che lui sia inimitabile perché è un campione come sono stati Maradona o Pelè. Credo ci siano in Italia buoni o ottimi portieri, ma avvicinarsi a Buffon è molto difficile. Bisognerà vedere fra i giovani chi riuscirà ad emergere. Il portiere non è solo questione tecnica, ma anche un ruolo dove è fondamentale la solidità mentale ed il fatto di saper superare l'errore o la critica. Ci vuole il coraggio di continuare ad andare avanti con sicurezza nei propri mezzi nonostante gli errori".
Per concludere, il tuo prossimo obiettivo?
"Cercare di far crescere e maturare dei ragazzi. Mi piacerebbe riuscire a fornire un portiere che possa essere il portiere del futuro del Parma. Spero di non danneggiare nessuno e di riuscire ad essere soprattutto anche un educatore e non solo un allenatore. La responsabilità di quando si lavora con ragazzi è molto alta".