Bertoneri: "Io vittima dei poteri forti del calcio"
Dante Bertoneri, ex regista del Torino, con diversi problemi personali, sogna ancora di poter lavorare nel calcio, ma finora ha ricevuto solo porte sbattute in faccia. Nonostante tutto è sereno e continua ad allenarsi per le sue gare di podismo, dove è stato campione regionale e provinciale. Vive nella sua Massa e ci tiene a fare un appello: "Mi mancano tre anni di contributi, mi piacerebbe che il Torino mi aiutasse, magari facendomi fare l'osservatore nella mia zona, che potrebbe coprire la Liguria oltre che la Toscana, dove ci sono tanti talenti. Se potessi ottenere la pensione potrei vivere dignitosamente". Diciamo che Dante Bertoneri non è così vecchio da stare con le mani in mano, classe '63, avrebbe ancora molto da dare al calcio, quello sport che l'ha ripudiato perchè quando doveva trattare del suo futuro era giovane, un po' ingenuo, soprattutto senza procuratore.
"Andai bene con Pianelli, col Torino ho fatto circa una cinquantina di partite in serie A, con voti alti dati dai giornaisti più influenti dell'epoca. Poi arrivò Moggi e tutto cambiò. Mi mandarono via ed io non avevo le spalle coperte da nessun procuratore, non l'ho mai avuto. Ho sempre avuto la sensazione che se non facevi parte di un certo giro non andavi avanti. Sono venuto a sapere più avanti che mi volevano squadre blasonate, anche la Juventus, ma nessuno mi disse nulla al momento. Sì, posso dire che sono stato vittima dei poteri forti del calcio. Su di me cominciarono a girare voci false e alla fine uscii dal giro di poter giocare a certi livelli. A Parma mi rifiutai di scendere in campo infortunato, non accettai di farmi fare infiltrazioni per scendere in campo, così cominciò il mio calvario. Purtroppo ero senza procuratore, e i miei genitori erano persone semplici e umili, avevano un banco di frutta e verdura al mercato, e non potevano aiutarmi ad avere più forza contrattuale".
Presto sarà finito il nuovo Filadelfia, ci sarai all'inaugurazione?
"Mi piacerebbe, se posso vengo. Io mi sono allenato tanti anni in quello stadio, dal settore giovanile, nei campetti a fianco, fino a quello principale dei titolari. Prato calcato da tanti campioni. Ricordo sempre il profumo delle maglie, me lo sento ancora addosso...".