Al Toro non basta un grande Baselli
Un pareggio che alla fine non fa una piega, e forse il risultato più scontato tra due squadre che dovevano riscattare qualcosa, il Toro la brutta figura del Braglia, il Milan un inizio di campionato thriller, con Mihajlovic a rischio serissimo d’esonero in caso di sconfitta. Tatticamente una partita quasi perfetta, per Milan e Torino, se non si tira in porta è il trionfo della tattica. In realtà è stata una partita brutta, inutile girarci attorno, con pochissimi tiri in porta, almeno fino al gol del Milan, e con due squadre più attente a non far giocare l’avversario che a proporre il proprio gioco. Una partita con tanti falli, e con tanti errori individuali, che il Milan ha cercato di condurre, l’unico tiro del primo tempo è un sinistro di Montolivo, e che il Toro ha cercato di portare dalla sua parte unicamente giocando in contropiede. La partita cambia dopo 23’ della ripresa, almeno per gli uomini di Ventura, il Milan è passato in vantaggio con Bacca, e ha sciupato una buona occasione sempre con il colombiano. Bastano ai granata 15’ minuti, giocati come il Toro sa fare, per mettere paura al Milan, per raggiungere il pareggio, sciupare il gol del vantaggio con Maxi Lopez, e far venire i brividi a Diego Lopez con una conclusione dalla distanza di Acquah. Troppo tardi e troppo poco, per una squadra che quando rimane sulle sue, rimane nel gruppone delle squadre che si salveranno senza grandi affanni e senza grandi acuti, e che invece, quando gioca, dimostra di avere qualità forse superiori a quanto preventivato, migliore sicuramente di tante squadre che oggi stanno davanti al Torino in classifica.
C’è da chiedersi perché il Toro cambia volto in modo cosi radicale durante la stessa partita. Si dice che tre indizi facciano una prova, e questa volta gli indizi sono più di tre, Frosinone, Fiorentina, Chievo, Palermo e Milan. Partite diverse, ma simili nello sviluppo, brutto Toro nella prima frazione, squadra completamente diversa nella ripresa, che riesce persino ad annichilire la Fiorentina, che è indubbiamente la migliore delle compagini affrontate fino ad oggi, rifilandole tre gol in soli 45 minuti. Forse contro il Milan può valere la spiegazione data da Ventura, che ha parlato di ansia, e di problemi di formazione con giocatori, che in condizioni normali, e per normali si intende la possibilità di effettuare scelte diverse, non sarebbero scesi in campo. In realtà, pur approvando totalmente quanto detto dal tecnico, mi sembra che a questo Toro manchi l’iniziativa personale, che però salta fuori nei momenti di difficoltà, quando si è in svantaggio, quando ormai non c’è più niente da perdere. Fatta eccezione per il primo tempo contro la Sampdoria, la squadra di Ventura ha sempre sofferto la prima frazione di gioco, e qui ritorna l’ansia citata dal tecnico, quasi che i giocatori abbiano bisogno di verificare sul campo di essere più forti dell’avversario per cominciare ad osare. Non basta che, quando il Toro gioca, fino a questo momento si è dimostrato superiore all’avversario di turno, segno che bisogna crescere nell’autostima.
Quanto ai singoli, un grande Baselli, forse alla sua prima vera partita da leader in granata. Non solo qualche lampo di classe ad illuminare la partita, ma una partita densa di contenuti, in difesa, dove praticamente non ha perso un contrasto, a centrocampo, illuminando il gioco con la voglia di prendersi delle responsabilità, che onestamente gli spettano per classe, e in attacco, gol, conclusioni pericolose, ed un appoggio costante alla fase offensiva. Insomma il Baselli che mi aspettavo di vedere da inizio campionato. Penso, per dirla tutta, che può fare ancora meglio, dello stesso parere mi sembra Ventura, ed è quello il giudizio più importante. Male gli attaccanti, Quagliarella non si è mai visto, Maxi Lopez un po’ meglio, ma non tanto, con la solita impressione che gli manchi ancora qualcosa dal punto di vista fisico. Benino Belotti, che ha dimostrato di avere una voglia tale da spaccare le montagne, autore anche dell’assist, discreto il primo tempo di Zappacosta, e quello di Molinaro, che nella ripresa si è visto poco in fase offensiva ma che ha continuato a fare il suo lavoro su Cerci, buono il ritorno di Gazzi, uscito poi per infortunio.
Ora la partita contro la Lazio, una squadra che nella passata stagione ci ha fatto sempre soffrire.