Visto dalla Curva, il Toro vola, la Maratona gode

16.10.2011 09:22 di  Marina Beccuti   vedi letture
Visto dalla Curva, il Toro vola, la Maratona gode
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Riccardo Billia

“Se vinciamo partite non esaltanti come oggi, allora, forse, è davvero l’anno giusto”. Andrea è uno dei tanti tifosi della curva a camminare a tre metri da terra. Ma la sua analisi non fa una piega. Il Toro oggi non ha entusiasmato per brillantezza e idee di gioco. Ha agito sul terreno della pazienza, quella che permette di far carburare l’intensità, indispensabile per poi colpire come un cobra. Faticosa e complessa. Dalle gradinate, viene inquadrata così la sfida odierna. Marco ha un sentore di film già visto: “Oggi temo sarà un’altra battaglia come contro Brescia e Grosseto. In casa facciamo più fatica ad essere incisivi”. Concetto immacolato. La gara infatti è in salita. Si macina gioco in quantità industriale, ma in attacco ci sono sbocchi a malapena per respirare. Qualche smorfia di disappunto non manca. Tuttavia i decibel aumentano man mano che trascorrono i minuti, quasi sempre per caricare i beniamini in campo. La squadra avversaria non ha quella caratura per ingolosire intonazione di inni indimenticabili. Anche il presidente Cairo è scomparso dalla scaletta. Il primato in classifica calamita tutti sul gruppo di Ventura. Il primo tempo scivola via senza patemi d’animo per il bunker granata. Certo, se le emozioni per 45’ non hanno fatto capolino sull’Olimpico, qualche demerito proviene anche dai padroni di casa. A primeggiare sono gli sbadigli, per ora. E’ Glik a svegliare la curva dal torpore. L’arbitro ha riaperto il sipario da pochi secondi e improvvisamente la Maratona ammutolisce. Sono attimi di panico. Il difensore polacco si dimentica di essere già sul rettangolo di gioco e regala agli avversari una palla d’oro per sbloccare il risultato. Pericolo scampato. E’ il momento di riprendere a sostenere a gran voce la prima della classe, affinché si possa ancora godere al triplice fischio. Il tempo passa e gli sguardi di preoccupazione si moltiplicano. Però la Juve Stabia è quasi scomparsa dai radar. E’ dunque lecito sperare in un lampo. Paolo, da buon profeta, avverte: “Secondo me, basta piazzarla su Bianchi e lui la mette dentro”. Sta per scoccare l’80’: Glik si veste da Messi e pesca Rolandinho in piena area, le bocche e gli occhi dei tifosi si spalancano, e la rete si gonfia. La Maratona fa tremare l’Olimpico.
Il tramonto sulla partita si materializza, malgrado il Toro possa incrementare il punteggio. Coppola non vuole addormentare il gioco e pensa bene, con un numero dei suoi, di far perdere attimi di vita preziosa a chi ha già il sorriso stampato in faccia. Gratuita ed evitabile pillola di sofferenza settimanale, per fortuna senza contraccolpi. Una manciata di secondi divide la compagine di casa dal quarto successo consecutivo. C’è ancora spazio per l’ultima sgroppata di capitan Bianchi. La curva lo accompagna verso la porta dei campani, ma il diagonale è fuori bersaglio. E’ il 94’, la benzina di Rolando è finita, come la partita del resto. Ufficialmente si guarda Sassuolo e Padova 6 piani sopra. Il gioco delle parti entra in scena: la squadra si avvicina alla curva, gongolante di gioia. E’ un altro trionfo di applausi. Gubbio si metta in guardia, lunedì prossimo. La Maratona itinerante farà vibrare il “Pietro Barbetti”.