Ventura: "Dopo undici giorni non avrei messo una, ma dieci firme per essere così"

Ventura è soddisfatto di come procede la preparazione e della gara con il Taranto anche se c'è ancora molto da lavorare. I rinforzi arriveranno, ma bisogna creare una squadra che costituisca lo zoccolo duro, se giungerà la promozione.
27.07.2011 00:11 di  Elena Rossin   vedi letture
Ventura: "Dopo undici giorni non avrei messo una, ma dieci firme per essere così"
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© foto di Giacomo Morini

Al termine della partita con il Taranto Ventura si presenta in conferenza stampa per commentare la partita e fare il punto su questi primi giorni di ritiro.

Con il Taranto partita vera sotto il profilo tecnico e agonistico
“Sì, meno male così siamo usciti dal tran tran delle amichevoli estive e siamo entrati nel clima da campionato e per questo sono contento. Altresì sono contento della partita: nel primo tempo sostanzialmente non abbiamo concesso niente e sul piano degli atteggiamenti, delle conoscenze e della posizione. Sono più che soddisfatto, in fin dei conti sono solo undici giorni che stiamo lavorando e ho dieci giocatori nuovi. Per noi ci sono stati quattro-cinque fuori gioco che non c’erano quindi sarebbero state altrettante palle gol, senza concedere nulla agli avversari. Il Taranto è una squadra ostica che ha ambizioni di vittoria in campionato, sta bene fisicamente e corre molto. Non si è fatto male nessuno, una tale eventualità di questi tempi mi terrorizza, e questa è una buona notizia. Proseguiamo con il lavoro, venerdì giocheremo con la Fiorentina, che sarà un ulteriore test importante. Mi spiace solo che il campo non permetta di poter fare tante cose a causa delle condizioni atmosferiche. Aspetto la partita con la Fiorentina, perché al di là del risultato, sarà una verifica delle conoscenze che abbiamo acquisito; credo che i ragazzi abbiano voglia di tornare a Torino, ma anche di confrontarsi con i viola. Sarà un bell’incontro: da una parte c’è la qualità e dall’altra la nostra consapevolezza che se vogliamo li possiamo mettere in difficoltà”.

Difesa, centrocampo e attacco quali di questi reparti ha visto meglio oggi che c’è stato un confronto con una squadra di livello superiore rispetto alle precedenti?
“Sicuramente il livello era differente oggi, la squadra ha l’obiettivo dichiarato di andare in serie B ed è una formazione che sarà sicuramente protagonista e oltre tutto ha una buona organizzazione. E’ chiaro che le cose che di solito facciamo noi oggi non potevamo farle per come era schierata la squadra avversaria (3-4-3, ndr), tanto è vero che abbiamo creato delle situazioni e ci sono stati dei fuori gioco, alcuni c’erano altri no, che non ci hanno permesso di arrivare davanti al portiere. Ma nella sua globalità il comportamento è stato positivo, infatti nel primo tempo non abbiamo concesso neanche un  cross, a parte i calci da fermo sui quali non si può fare niente. Il merito di questo è degli attaccanti che in primis partecipano alla chiusura degli spazi e poi di tutta la squadra. Il secondo tempo ha perso un po’ di verve, ma del primo tempo, come dicevo, sono soddisfatto”.

Questa mattina avete provato i calci d’angolo e le punizioni questo pomeriggio in partita è stato eseguito quello che lei chiedeva?
“Poco, ma basta pensare che la prima palla gol è venuta a Guberti su una punizione che avevamo provato questa mattina. Però abbiamo fatto solo quello e non si può pretendere di lavorare per fare qualche cosa in queste amichevoli, ma ci esercitiamo per incamerare. Infatti sono contento che non abbia fatto gol Guberti perché se no Iori, che io contesto in quella giocata, mi avrebbe attaccato: quindi è meglio così”.

A che punto è l’intesa fra Vives e Iori?
“Mi sembra buona, leggono già abbastanza le situazioni. Sono contento di entrambi, ma anche degli altri. Stavanovic poteva fare meglio, ma ha fatto già bene. Sono contento di Guberti, sono assolutamente contento dei difensori, basta vedere Pratali che ha giocato nel secondo tempo con grande personalità. Queste sono le mie parole, sarà poi il campo a stilare i verdetti”.

Quanto tempo ci vorrà per vedere il suo Toro?
“Che ne so, si vedrà. Ci saranno delle partite che saranno sicuramente piacevoli perché gli avversari ti permetteranno di giocare un certo tipo di calcio e altre che saranno meno piacevoli sul piano estetico, ma magari più produttive perché si deve cambiare atteggiamento tattico. Ad esempio oggi eravamo costretti a fare lanci in profondità, cosa che non facciamo mai, però è stato letto e capito, al di là che i ragazzi lo sapevano, ed è per questo che sono soddisfatto. Tenendo presente che oggi la pioggia ci ha risparmiato: è stata un’esperienza bellissima vedere la partita senza l’acqua sulla testa, anche questo è un motivo di soddisfazione”.

C’è qualche giocatore che a vario titolo non l’ha colpita durante questa parte di ritiro?
“Mi ha colpito la disponibilità dei giocatori, la loro voglia - piano piano chi più velocemente chi con un po’ più di difficoltà - di mettersi in discussione e di capire che per diventare non puoi pensare di essere, ma che diventi attraverso il lavoro, aumentando le conoscenze e la capacità di leggere le situazioni, vale a dire diventando un giocatore vero. Mi sembra che da parte di tutti - anche quelli che già c’erano l’anno scorso e sulla carta erano i più difficili da recuperare, perché venivano da un anno difficilissimo e un po’ di macigni sulla testa li avevano, ma poco alla volta il macigno lo stiamo togliendo – ci sia una buona partecipazione per questo sono soddisfatto come ho detto ai giocatori prima della partita. Non ho mai visto atteggiamenti di sufficienza o di presunzione. E man mano che passano le partite vedo i giocatori che cercano di capire: questa è la cosa più importante in questo momento”.

Chiosa  è al primo ritiro con la prima squadra a che punto è della sua maturazione?
“Mi ha sorpreso perché è un ragazzo intelligente e ha delle buone capacità e potenzialità, sta lavorando e sa stare al suo posto e direi che questo è un segnale di maturità nonostante la sua giovane età. Con i ragazzi non bisogna mai avere fretta, bisogna prenderli in considerazione e responsabilizzarli giorno dopo giorno, ma mai avere fretta perché con la fretta li uccidi, facendogli fare cose che non sono ancora in grado di eseguire. Gli ho fatto i complimenti davanti a tutti perché sta lavorando come un professionista, ma col tempo diventerà un professionista”.

Pagano e Basha come stanno?
“Pagano sta migliorando e penso che fra una decina di giorni dovrebbe aggregarsi al gruppo a tempo pieno, almeno lo spero. Basha ha un fastidio al ginocchio che lo ha costretto a fermarsi, ma dovrei riaverlo domani o dopo domani, non sembra che abbia nulla di grave”.

Visto che Pagano non può svolgere la preparazione come tutti gli altri non ci sarebbe bisogno di un rinforzo su quella fascia?
“Siamo in cinque, perché abbiamo oltre a lui Guberti, Oduamadi, Stevanovic  e Verdi . Secondo me questi giorni che ci rimangono qui a Sappapa e poi a Omegna ci daranno un quadro più chiaro della situazione. Il presidente sa che ci manca poco per completare la rosa e sa quali elementi occorrono ancora e presumo che interverrà per completarla. Noi dobbiamo creare una squadra competitiva, che possa coinvolgere la gente, ma soprattutto una squadra che, se arriva la promozione, non debba essere cambiata per nove undicesimi, per avere uno zoccolo duro e per fare questo non è solo una questione tecnica, ma mentale e il lavoro va fatto proprio in questa direzione”.

Cairo ha dichiarato di aver gradito osservare la partita vicino a lei che è un uomo molto esperto di calcio. Durante la gara vi siete detti delle cose particolari?
“Il molto esperto mi crea problemi, perché è un messaggio di vecchiaia che non mi sta tanto bene, scherzo (ride, ndr). Abbiamo fatto delle considerazioni soprattutto sui più giovani che stanno lavorando e mandando segnali di crescita come ci aspettavamo. Ebagua ha fatto buone cose, anche Stavanovic ne ha fatte di positive e altre meno. Non so dalle altre parti, ma dopo undici giorni non avrei messo una, ma dieci firme per essere così. Sotto l’aspetto della consapevolezza era evidente che avevamo fatto una scelta di aspettare. Non abbiamo concesso niente al Taranto, le distanze erano abbastanza buone, eravamo padroni del campo e potevamo giocare in qualsiasi modo”.

Il presidente ha detto che più passa il tempo più ha in mente di tenere Bianchi e Ogbonna, è una buona notizia per lei?
“E’ una notizia che c’è da tempo per questo sono così sereno”.