Una trasferta non impossibile
di Paolo d'Abramo
Ci sarebbe da spaventarsi a guardare i dati dei match casalinghi del Milan: 12 vinte 2 pareggiate ed una persa, la prima di campionato il 31 agosto due a uno per il Bologna. Il 7 febbraio i rossoneri hanno fatto uno a uno con la Reggina e da allora tra le mura amiche hanno sempre vinto.
In realtà i granata sono chiamati ad una prestazione che imiti le due dirette concorrenti citate due righe sopra. Certo che quello d'avvio campionato era un altro Milan in termini di condizione atletica, tecnica e psicologica. Oggi gli uomini di Ancelotti corrono decisi verso il secondo posto che andranno ad insidiare 24 ore dopo il match della capolista Inter, impegnata all'Olimpico contro i bianconeri nell'anticipo serale del sabato.
E, nel posticipo di domenica alle 20 e 30 i ragazzi di Camolese si giocano un'altra delle finali previste da qui al termine. Il Torino potrà affrontare la partita di San Siro con tutto lo spirito possibile ma non a cuor leggero. La posta in palio è molto alta, nonostante manchino ancora sette turni e di spazio/tempo per recuperare ce ne sia ancora. Ma oggi non si parla di recupero o di rincorsa perchè la posizione attualmente acquisita garantirebbe la salvezza e conservarla da qui alla fine dipende essenzialmente dai granata.
Nello specifico della partita contro il Milan, le valutazioni sono presto fatte. Il potenziale tecnico e numerico della squadra del premier (nel senso di tifoso) è di gran lunga superiore rispetto al valore del Torino di oggi, questo è pacifico. Nonostante un discreto numero di giocatori vagamente logori e un clima non sempre serenissimo per le costanti voci di mercato in entrata ed uscita. E non vale la pena neppure di analizzare reparto per reparto le differenze. Camola prenderà le sue contromisure, senza peraltro modificare granchè l'impianto della compagine che verrà messa in campo, nè come uomini nè come modulo, inutile e dannoso alzare le barricate, sconsiderato giocare all'arrembaggio.
Ci vorrà cuore e non è una frase fatta, un cuore da gladiatori e i toni epici forse non servono a caricare le molle dell'energia in campo ma rendono l'idea della pressione cui saranno sottoposti tutti i reparti granata. Cionostante e salvo sorprese, sarà un Toro piuttosto simile a quello di sabato con forse qualche accorgimento in più nella zona mediana del campo. Ma soprattutto l'auspicio è che l'onda granata sia simile a quella degli ultimi dieci minuti della vigilia di Pasqua perchè altrimenti i numerosi tifosi che accorreranno in terra lombarda saranno portati a soffrire oltremisura, che forse è già stato messo in conto.
La Camolese band ha da guadagnare ulteriore morale, punti e ossigeno per la salvezza, ha da perdere il quart'ultimo posto e la fiducia acquisita dopo l'orgogliosa vittoria di domenica, Perchè ora non basta caricarsi per una buona prestazione senza punti, si deve scalare fino in cima la montagna e per farlo guadagnare con le unghie, il sudore e la passione tutti i centimetri, i punti possibili e disponibili.