Un Toro sterile tra limiti e spazi

03.11.2014 09:50 di  Matteo Maero  Twitter:    vedi letture
Un Toro sterile tra limiti e spazi
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Un pareggio che più brutto non si può. Si può presentare così la partita tra Torino e Atalanta, terminata con uno 0-0 spettacolare quanto un palco vuoto. I Granata, vista la povertà di episodi, hanno davvero poco da recriminare così come la squadra nerazzurra, che ha punto Gillet solo in un occasione nell'arco di novanta minuti.

Ragionando la partita attraverso il sistema dei punti tanto citato quanto astratto, forse avrebbe vinto il Toro, non tanto per superiorità espressa, ma quanto per la pochezza dell'avversario, schierato da Colantuono con un assetto difensivista che spesso ha sfociato nel catenaccio. Il Toro non solo poteva, ma doveva sfruttare questo empasse voluto, al fine di sbloccare una partita imballata. Ciononostante, ancora una volta siamo qui a rimuginare sui limiti di una squadra che esprime un gioco tra il mediocre e il discreto.

Il fattore più lampante che salta all'occhio è la mancanza quasi totale di verticalizzazioni, inserimenti e tagli negli ultimi 20 metri, movimenti che possono aprire il gioco e formalizzare una manovra che troppo spesso si interrompe sulla trequarti. La ricerca ossessiva dello spazio "lasciato" piuttosto che quello creato penalizza il gioco granata, che non si sostanzia né nella segnatura né tantomeno nei tiri dentro lo specchio: due tiri in porta in novanta minuti non sono sufficienti, soprattutto considerando che le occsioni per andare al tiro non sono mancate.

Dal punto di vista delle individualità sarebbe ingiusto ridurre il tutto ad un colpevole solo, visto che la fase offensiva e di impostazione coinvolge almeno 5 giocatori: uno di questi non è, anzi, non dovrebbe essere Alessandro Gazzi, che ieri in alcuni frangenti è stato costretto a svolgere lavoro di creazione del gioco, con risultati di certo non all'altezza. Al contrario, Omar El Kaddouri avrebbe dovuto dare un apporto ben maggiore alla manovra, ma i problemi di indolenza e di testardaggine lo limitano in maniera considerevole. Nemmeno l'attacco è esente a colpe, con un Quagliarella ieri in versione ectoplasma ed un Martinez che più anarchico non si può.

Tuttavia, le critiche lasciano il tempo che trovano. Il responso del campo rimane sovrano, benché paia che questa risposta tardi sempre più ad arrivare. Adesso il Toro può usufruire di una boccata d'ossigeno finlandese, prima di tornare in apnea in quel di Roma.