Un Toro da libidine

03.09.2012 10:18 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata
Un Toro da libidine
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Seconda di campionato ed esordio casalingo per gli uomini di Ventura, esordio scoppiettante che ci fa ben sperare per il proseguimento del campionato. Un Toro perfetto, come ha giustamente sottolineato il tecnico a fine partita, che ha messo in campo oltre ad una personalità ben definita, uno spessore tecnico e tattico che non sempre si è visto nella passata stagione. Vero, forse il Pescara, almeno quello visto all’Olimpico, non è proprio il test più attendibile, ma anche contro il Siena, quindi contro una squadra che veniva da un ottimo campionato nella massima serie, i granata non hanno sfigurato, anzi, l’impressione che ho avuto è che il Toro è apparso alla lunga anche superiore alla squadra toscana. Ha funzionato proprio tutto contro gli uomini di Stroppa, praticamente inesistenti negli ultimi 40 metri, grazie ad una difesa che si dimostra sempre più affidabile, ad un centrocampo perfetto sotto tutti i punti di vista, tattico, atletico e molto disciplinato, con la ciliegina di un attacco che non aveva mai giocato cosi bene.


Ed è proprio dal reparto offensivo che arrivano i segnali più importanti, con Bianchi e Sgrigna che, lasciati da parte egoismi inutili, hanno disputato una super partita, gol, assist e sacrificio per il compagno di reparto. Insomma tutto quello che deve fare una coppia di attacco nella massima seria. Quanto a Sgrigna, tecnicamente lui in serie A ci può stare più che tranquillamente, è stata in un certo senso la partita “della vita”, non tanto per l’esclusione di Siena, che sicuramente non gli ha fatto piacere, e ci mancherebbe altro, quanto per il fatto che finalmente ha potuto giocare, a 32 anni, nella serie che più gli si addice tecnicamente. La partita di Alessandro è stata semplicemente perfetta, cosi come l’intesa con il compagno di reparto. Quanto a Bianchi, la sua voglia di Toro è andata ampiamente oltre le lusinghe di mercato, fortunatamente è rimasto in granata, la partita di ieri, tutta al servizio del Toro, con tanto sacrificio ma con giocate di spessore, ed una ritrovata vitalità fisica, ma forse è meglio dire psicologica, chiude una lunga inutile diatriba sull’utilità del capitano nel gioco di Ventura. Bianchi resta il riferimento offensivo di questa squadra, punto e basta.

Ottima anche la partita dei due esterni, con Santana che si è fatto preferire per mole di gioco espressa nei novanta minuti, ma con Stevanovic che evidentemente ha bisogno di restare in campo per ritrovare i suoi movimenti, che in alcuni frangenti comunque si sono visti. Nel complesso tutti, compreso Gillet che è stato spettatore non pagante, sono andati ampiamente oltre la sufficienza, con punte di eccellenza che non guastano mai. Insomma se questo è il Toro di Ventura nella massima serie è veramente una libidine, tenendo presente che il campionato è solo all’inizio, e che i momenti di difficoltà sono sempre dietro l’angolo, quindi guai a sentirsi bravi, specialmente dopo una partita quasi perfetta com’è stata Torino-Pescara.