Toro, un mezzo flop

01.05.2011 09:32 di  Marina Beccuti   vedi letture
Toro, un mezzo flop
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© foto di Federico De Luca

Flavio Bacile

 

Ci si aspettava qualcosa di diverso, un Toro più in palla, concentrato su quello che deve a questo punto essere l’obiettivo stagionale, invece ci tocca nuovamente stendere un velo pietoso sulla prestazione dei granata. Insomma di che ne possa dire Lerda, tipo, partita più difficile della stagione e via dicendo, contro il Piacenza, reduce da una serie quasi infinita di prestazioni negative, il Toro aveva un unico risultato, la vittoria, e, il pareggio altro non è, che una mezza sconfitta.


Un primo tempo di una bruttezza indicibile, un supplizio durato 45 minuti, con l’unica consolazione, si fa per dire, di un tiro di Antenucci dai 40 metri, dopo un’azione in solitaria che la dice lunga sulla compattezza e sul gioco di squadra dei granata. Per certi versi è tornato il Toro di gennaio, quello che costò il posto prima a Lerda, poi a Papadulo, con l’avvento del Lerda bis e le tre vittorie consecutive. Di gioco questa squadra, costruita male è bene ricordarlo, n’esprime sempre poco aldilà del modulo adottato. Gli esterni offensivi si trovano sempre con il piede sbagliato per effettuare il cross, il destro naturale gioca a sinistra e viceversa (retaggio del 4-2-3-1), i centrocampisti spingono sempre pochissimo e di rado si fanno vedere in zona tiro, le due punte sono male assortite e non fanno nulla per nascondere la cosa, anche ieri tra Bianchi e Antenucci c’è stato un solo scambio, che poteva però portare Rolando al gol, e la difesa priva di Ogbonna sembra poca cosa anche per una cadetterie tra le più basse di livello che ricordi.


Nella ripresa le cose non cambiano di molto. Il rigore di Bianchi, sacrosanto a mio parere visto che non si possono tenere le braccia aperte in area di rigore stile giocatore di volley, e l’espulsione di Cacia, che è stato l’unica spina nel fianco per la nostra difesa, ed è bastato, non riescono a dare al Toro quella spinta che ti porta a cambiare le sorti del match. Anzi, la frenesia, luogo comune tipico delle squadre che non riescono ad affidarsi al gioco, crea soltanto confusione in area di rigore ma anche in altre zone del campo. Finisce con Cassano autore di tre sole parate, con l’ultima, quella sul tiro di Pellicori, che altro non è, che un tiro sbagliato e centrale pur dotato di una certa forza. Troppo poco per una squadra che con un pochino di convinzione si troverebbe lì al fianco di Varese e Novara, nonostante un campionato bruttissimo, e che invece si deve guardare le spalle dal Pescara e dal Livorno. Si affrontava il Piacenza, e con tutto il rispetto per il Piacenza, certe occasioni non si possono buttare alle ortiche, almeno se si vuole puntare alla serie A.


Che dire ancora? Niente, a volte e meglio tacere. Certamente la squadra vista contro il Piacenza non va da nessuna parte, anzi rischia di finire il campionato peggio di come lo aveva cominciato. I nodi da sciogliere sono sempre gli stessi, eppure non si riesce a cavare un ragno dal buco. Sgrigna, ma lo stesso Iunco, esterni perdono oltre il 50% del loro fattore pericolosità, Gabionetta, autore di una discreta partita, non sembra in grado di reggere tutti i novanta minuti, Budel continua a convincere pochissimo, Antenucci e Bianchi sembrano giocare ognuno la propria partita, la difesa, a causa della scarsa vena degli esterni difensivi rischia sempre troppo su palloni che non dovrebbero invece portare nessun pericolo, e del gioco si continua solamente a parlarne.


Ormai siamo alla fine del campionato, il Toro deve meritarsi questi playoff a cominciare da Siena. Se ne sarà capace saremo tutti felici, in caso contrario è pronta l’ennesima rivoluzione.