Toro, il profilo di un giocatore: Alen Stevanovic

01.11.2012 12:42 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Matteo Gabiano per TorinoGranata
Toro, il profilo di un giocatore: Alen Stevanovic
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

A soli 21 anni, Alen Stevanovic è al suo primo vero campionato nella massima serie. Cresciuto nel Radnicki Obrenovac, giunge in Italia nel 2008 e sostiene un provino col Toro su indicazione dell’allora direttore sportivo Fabio Lupo. Walter Novellino, allenatore dei granata nella stagione 2007/2008, considera il suo gioco troppo frenetico e decide così di scartarlo. Solo un anno dopo, viene acquistato dall’Inter dove si unisce alla formazione Primavera e si rende protagonista nel torneo di Viareggio, vinto poi dalla Juventus. Tornato al Toro nell’ estate 2010, le sue prestazioni non convincono né i tifosi né Lerda e viene girato in prestito al Toronto per metà stagione. Con l’arrivo di Ventura assistiamo ad una vera e propria metamorfosi del serbo che disputa un’ottima stagione nel torneo cadetto e diventa uno degli elementi più talentuosi della squadra grazie alle sue devastanti discese sulla fascia e ai suoi precisi cross per Bianchi e compagni. Stevanovic possiede, infatti, una grande falcata, una buona tecnica e una discreta abilità nel puntare l’uomo.

Negli ultimi tempi, però, si ha l’impressione di osservare un giocatore leggermente intimorito dal salto di categoria e, di fatto, molto meno incisivo rispetto all’ anno scorso. Non si può discutere il suo talento, sia chiaro, è però innegabile che da un giovane con le sue qualità ci si possa, anzi ci si debba, aspettare qualcosa di più. Dopo nove giornate, non c’è traccia di suoi affondi sulla corsia (indispensabili per far gioco come vuole Ventura) e, eccezion fatta per il match di Bergamo, non hanno nemmeno lasciato il segno la sua imprevedibilità e la sua efficacia nell’uno contro uno. In ogni caso, sarebbe ingeneroso giudicare addirittura negativo il suo inizio di stagione. Il giocatore è in difficoltà, vero, ma è giovane e non si può mettere in dubbio il suo impegno: la grinta e la voglia di far bene ci sono e non bisogna sottovalutare l’importante lavoro che svolge in fase di non possesso (il migliore tra gli esterni). Gli mancano, con ogni probabilità, continuità di rendimento e, soprattutto, una maggiore lucidità col pallone tra i piedi. Pertanto, il suo processo di crescita è legato ad una maturazione tattica e mentale che farebbe di lui un giocatore di assoluto valore per il Toro e per la nazionale serba. Ma questo Ventura lo sa, conosce molto bene il suo talento ed è consapevole che è solo una questione di tempo prima che “Steva” riesca ad esprimerlo al meglio.