Torino-Fiorentina, dimissioni onorarie l'ultima trovata
Roberto Beccantini
Va di moda annunciare l’addio, nascondersi tra le emozioni popolari e vedere l’effetto che fa. Lo aveva minacciato Urbano Cairo, nella Torino pre-Cota. Lo avevano fatto i Della Valle, con Andrea, dimissionario dalla presidenza della Fiorentina. È il turno del patron Diego. In ballo, i soliti sentimenti traditi, dalle Cittadelle sempre più lontane al tifo non più vicino. Non v’è dubbio che la famiglia abbia rianimato la società, e Firenze le debba, per questo, sincera gratitudine. Ciò doverosamente premesso, il calcio ha offerto ai Della Valle 1) il recupero della «carcassa» a prezzi stracciati; 2) un salto di categoria gratis (dalla C1 alla B l’estate 2003, quella dei Tar); 3) la non retrocessione per lo scandalo di Calciopoli.
L’importante è essere chiari. Con Prandelli (e come Prandelli: «Resto»), con la piazza, con tutti. La Fiorentina, eroica e bistrattata in Europa, arranca a sette punti dalla zona Champions. Non solo: dalla stagione 2011-2012, a meno di miracoli, e chissà per quanto tempo, il quarto posto tornerà a essere il quarto posto; in parole povere, non darà più accesso ai preliminari di Champions e alle relative miniere d’oro. Si tratta, per noi, di un taglio tutt’altro che marginale. Ne risentiranno le ambizioni e gli investimenti del ceto medio, al quale la Fiorentina appartiene.
Ecco: in attesa della nuova Lega (autonoma) e della distribuzione collettiva dei diritti tv, sarà opportuno fare mente locale, e non raccontare favole alle curve. Per ultimo, mi sono tenuto l’argomento «stadi». A tutt’oggi, soltanto la Juventus ha avviato i lavori. Leggo, in generale, di progetti faraonici, di cittadelle e centri policommerciali. Piani da cui l’impianto affiora tra i titoli di coda, non più «fine» dell’operazione, ma «mezzo». Pure questo, un classico dell’Italia calcistica, aperta a ogni tipo di speculazione. Per favore: prima lo stadio e poi, eventualmente, il resto. Il mio pronostico: al di là delle dimissioni «onorarie», Della Valle non lascerà la Fiorentina. Come Cairo, naturalmente, non ha lasciato il Toro.