Strategie per il futuro

Cairo ha promesso: la rete di osservatori entro una settimana, l'adeguamento del contratto di Ogbonna a ottobre e l'impegno per il Filadelfia. Se sono solo parole o diverranno fatti il tempo, abbastanza presto, lo dirà.
07.09.2011 13:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Strategie per il futuro
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© foto di Federico De Luca

Prima l’arrivo di Ventura seguito da un mercato che può definirsi più che discreto, visto che alla fine Bianchi e Ogbonna sono rimasti, e per di più con la maggior parte dei giocatori a disposizione del mister per l’inizio del ritiro. Poi la promozione di Comi a direttore generale, in attesa di sapere se Benedetti prenderà il posto lasciato vacante dal neo dg. Ed infine le promesse: fra una settimana ci sarà la rete degli osservatori, a ottobre l’adeguamento del contratto di Ogbonna e la conferma dell’impegno sul Filadelfia appena il percorso dettato dai tempi burocratici della Fondazione sarà andato avanti. Queste promesse sono state rivelate dal presidente Cairo in un’intervista rilasciata a Tuttosport e pubblicata oggi a firma Marco Bonetto.

 

Tutto questo non può che essere definito una strategia per il futuro. Il presidente Cairo qualche cosa concreta l’ha fatta e per il resto ha promesso. Certo solo i fatti e il rispetto della tempistica promessa saranno una vera garanzia, ma è un inizio. I più scettici diranno che si poteva fare molto di più, in particolar modo per quel che riguarda il mercato visti i tenti prestiti, le numerose comproprietà e l’attivo di bilancio e soprattutto che tutto ciò doveva essere fatto prima. Vero. Ma prendiamo questo come un nuovo inizio dopo un periodo di rodaggio un po’ troppo lunghetto. Con questo non significa credere a prescindere o fidarsi a priori, ma attendere se le parole diverranno fatti, in fin dei conti i tempi promessi non sono biblici.

 

Ventura lo ripete sempre: siamo in debito con i tifosi e vogliamo sdebitarci. Cairo non lo ha mai detto, in fin dei conti non è frase che sembra essere nelle sue corde e neppure nei suoi pensieri, ma anche se non lo dice può comunque sdebitarsi di tutto l’affretto e il credito che all’inizio ha ricevuto. Nessuno nega che in questi anni abbia speso dei soldi per il Torino, ma è altrettanto innegabile che non sono stati i tifosi a costringerlo ad usare male i suoi soldi in passato, sia prendendo giocatori non funzionali, sia elargendo ad alcuni ingaggi eccessivi. Come non è responsabilità dei tifosi se non ha messo in piedi una rete di osservatori degna di questo nome o strutturato maggiormente l’organigramma societario o investito più soldi nel vivaio, così da renderlo capace con il tempo di sfornare i giocatori per la prima squadra per avere un ricambio di livello a costi molto molto bassi. Per costruire un futuro solido bisogna prima studiare una strategia valida ed oculata e poi metterla in atto. Tutto ciò  può essere fatto anche con anni di  ritardo purché venga fatto.