Spal-Torino, le pagelle: Gallo e Niang davvero giù di corda, Molinaro e N'Koulou si salvano

23.12.2017 17:46 di  Alex Bembi   vedi letture
Spal-Torino, le pagelle: Gallo e Niang davvero giù di corda, Molinaro e N'Koulou si salvano
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Sirigu 6,5: spettatore non pagante per i primi 30 minuti, viene svegliato dal torpore dalla conclusione di Schiattarella che lui respinge alla grande. Un’altra parata simile nella ripresa e alcune pregevoli uscite basse, più qualche smanacciata non elegante, ma efficace. Deve piegarsi due volte, ma solo a causa di calci piazzati.

De Silvestri 5: non male in realtà fino al pasticcio che porta al pari dei padroni di casa. Respinge male di testa nella propria area e sulla successiva parata di Sirigu si fa bruciare da Grassi che lo costringe ad un intervento al limite. In diretta l’arbitro lascia correre, ma dalla cabina Var lo richiamano e le immagini riviste al monitor lo convincono ad assegnare una massima punizione che al Toro costa due punti pesantissimi. Ingenuo e punito forse più del dovuto, ma colpevole.

N’Koulou 6,5: il solito leone che mura tutto e tutti, immolandosi e respingendo tiri fortissimi anche a costo di rimetterci la zucca. Per due volte va KO appunto per forti contusioni al capo, ma si rialza sempre. È un po’ indisciplinato tatticamente, lo puoi trovare ovunque in campo, ma sostanzialmente non ci sono sbavature nella sua prestazione.

Lyanco 5: mezzi fisici impressionanti, ma non ancora la necessaria attenzione ed esperienza per essere un titolare inamovibile. Ha ragione Mihajlovic a dosarlo, nonostante l’investimento sia pesante per il Toro. Commette il fallo ingenuo che porta alla punizione gioiello di Viviani e poi si fa male alla caviglia, finendo mestamente sotto la doccia. (dal 48’ Burdisso 6: entra subito in partita, chiudendo con grande attenzione i varchi che si aprono con troppa facilità nella difesa granata).

Molinaro 6,5: pronti via e subito un cross al bacio per il vantaggio di Iago. Davvero pregevole l’assist, poi scompare dai radar della metà campo avversaria per concentrarsi sulla difesa. Dalle sue parti Lazzari impazza, ma lui tiene botta correndo tutta la gara e dando l’anima.

Rincon 6: la solita grinta e qualche bella giocata, dove mette in mostra doti non da cagnaccio puro.

Valdifiori 5,5: cerca di cucire il gioco, ma non ha mai un lampo di genio che illumini un compagno, mai una giocata decisiva. Dovrebbe essere un registra, non un geometra del catasto.

Baselli 5: molto falloso, nervoso e stranamente impacciato in zona gol. Il tiro ritardato e poi respinto da ottima posizione è un errore grave, mitigato dal fatto che sulla respinta si avventi Iago per il gol del raddoppio. Ma le sue mani nei capelli invece che alte al cielo ad esultare lo dimostrano. Altri errorini sparsi qua e là, cose non da lui: tutto si somma per concludere, male, una giornata storta. (Dal 80’ Obi: sv).

Iago Falque 7: si conferma garanzia sotto porta, facendosi trovare pronto ogni qual volta c’è da spingere in rete, un rimpallo, un tap-in. Miglior cannoniere di questa squadra, si rende indispensabile con il suo cinismo e l’abilità di sfruttare al meglio le finalizzazioni.

Belotti 5: spiace tantissimo essere pesanti nel giudizio di un giocatore come il Gallo, sempre generoso, ma quello visto oggi (e non solo oggi) non è nemmeno più il lontano parente del bomber potente e inarrestabile ammirato la scorsa stagione. Un ectoplasma che non tiene un pallone, non vince un dribbling o un contrasto e soprattutto non centra la porta nemmeno a dannarsi. Certo, su quel gran colpo di testa sarebbero bastatati una manciata di millimetri per farne l’eroe di giornata, ma uno come lui non può ridursi a fare al 93’ l’unica giocata degna di tal nome di una partita. Deve ritrovarsi, merita di essere aspettato. Ma così non va.

Niang 4,5: con gli errori odierni si potrebbe riempire un grimorio, libro nero delle cose da non fare su un campo da calcio. Il repertorio è vasto: stop sbagliati, passaggi imprecisi, dribbling maldestri e assoluta mancanza di sagacia tattica. Non aiuta mai il compagno sulla sua fascia e almeno fosse per tenersi le risorse per qualche sgroppata offensiva: niente, nemmeno un accenno. Tenerlo in campo così è come far giocare gli avversari in 12. (Dal 65’ Berenguer 6: a far meglio del compagno che gli batte il cinque uscendo la campo ci va davvero poco. Lui sicuramente è più collaborativo, aiuta e si sbatte con la giusta fame. Non è ancora preciso e bisogna che comincia a saltare l’uomo come il ruolo richiede, altrimenti resterà un soldatino diligente, ma mai decisivo).

Alex Bembi