Servono mosse societarie per diventare una grande squadra

La società deve porre le basi per far diventare il Torino una realtà importante del panorama calcistico. Allestire una rete di osservatori, potenziare il settore giovanile e ricostruire il Filadelfia, tenendo tempestivamente informati i tifosi.
03.10.2011 11:39 di  Elena Rossin   vedi letture
Servono mosse societarie per diventare una grande squadra
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© foto di Federico De Luca

Il campo, giornata dopo giornata, sta chiaramente dicendo che il Torino squadra è tornato, rimanere con i piedi per terra è doveroso perché essere primi in classifica a inizio ottobre è un segnale positivo, ma non garantisce automaticamente di esserlo anche il 27 maggio 2012, ultima di campionato. Quindi Ventura e i suoi ragazzi devono continuare a lavorare come hanno fatto fino ad oggi regalandosi e regalando ai tifosi altre soddisfazioni. Che il Torino voglia diventare una squadra di primo piano nel panorama calcistico nazionale è indubbio: i tifosi lo sono da sempre e la squadra lo sta diventando. Però non basta perché serve anche una società all’altezza di questo obiettivo.

 

Il presidente Cairo, qualche tempo fa, ha promesso che sarebbe stata allestita una rete di osservatori e in tal senso è stato ingaggiato un esperto informatico per creare un data base che raccolga tutte le informazioni sui calciatori che vengono visionati o che si ha intenzione di seguire e questo come inizio è positivo, però non basta. Serve anche che vengano individuate le persone che monitorino i giocatori e queste persone chi sono? Non se ne è saputo più nulla. Sicuramente la società sta lavorando in merito, però sarebbe anche opportuno che nell’ottica di un rapporto più diretto con il popolo granata facesse sapere se sono stati individuati gli osservatori e se c’è già qualcuno che opera in tal senso.

 

Altro nodo cruciale è il settore giovanile. Da quando Antonio Comi è stato promosso a direttore generale ha mantenuto ad interim il ruolo di responsabile del settore giovanile, ma non si può pretendere che si divida fra molteplici incombenze, la giornata è di ventiquattro ore anche per lui. Si era paventata la possibilità che Silvano Benedetti lasciasse il suo ruolo di responsabile della scuola calcio e prendesse il posto di Comi quale responsabile del settore giovanile, ma anche su questo fronte non si è saputo più nulla. Avere un settore giovanile che sforna giocatori che possono andare a rifornire l’organico della prima squadra è fondamentale per tenere calmierati i costi di gestione della prima squadra. Investire oggi nel settore giovanile vuol dire risparmiare prima e guadagnare domani: risparmiare perché i giocatori te li crei in casa, guadagnare quando li vendi e lo si può fare senza indebolire la squadra perché si ha già a disposizione nuovi ragazzi validi che possono prendere il posto di chi va via; l’Udinese in questo senso è un ottimo modello da imitare.

 

E veniamo ad un discorso ancor più delicato che si protrae da troppi anni: il Filadelfia. Avere una casa dà quel senso di appartenenza unico e insostituibile. La Sisport è un luogo di allenamento, non una casa. E’ vero che per la ricostruzione del Filadelfia il Torino Fc non è il soggetto che può prendere delle decisioni, ma è il soggetto che in unione con i tifosi può fare grandi pressioni sul Comune perché l’iter burocratico indispensabile per la ricostruzione vada avanti senza frenate. E’ fondamentale che il Torino Fc si adoperi in tal senso altrimenti questa ignobile vicenda continuerà a rimanere tale chissà per quanto tempo ancora.

 

Il tempo passa e bisogna al più presto porre le basi per potersi presentare in serie A nel migliore dei modi: la squadra lavora e continuerà a farlo sul campo, ma la società deve lavorare alacremente sulla costruzione della rete di osservatori, sul potenziamento del settore giovanile e sulla ricostruzione del Filadelfia. La società dovrà adoperarsi anche tenendo tempestivamente informati i tifosi che hanno il diritto di sapere se la basi per un futuro migliore sono state poste.