Rampanti: "Al Toro servono giocatori il più possibile completi"
Abbiamo intervistato in esclusiva Rosario Rampanti, ex calciatore e allenatore del Torino e attualmente assessore allo sport del comune di Moncalieri, con lui abbiamo parlato della squadra granata. I pregi e i difetti non stanno nei moduli di gioco, ma nei calciatori. Nel 4-4-2 i giocatori devono sapersi inserire interscambiandosi. La caratteristica più importante per chi gioca a calcio è la duttilità. La personalità è fondamentale per chi indossa la maglia granata. Cairo può ricucire il rapporto con i tifosi se la squadra vince e con il gioco riesce a imporsi sull’avversario.
I pregi e i difetti del 4-4-2, modulo di gioco prediletto da Ventura?
“I pregi e i difetti nel calcio si manifestano quando le qualità dei singoli giocatori non sposano le idee dell’allenatore. Quindi ogni modulo ha pregi e difetti, questa analisi spiega dove potrebbe essere il difetto, cioè se non arrivano o se non si hanno a disposizione i giocatori che sappiano sposare questo modulo”.
Che caratteristiche devono avere i calciatori per interpretare al meglio questo tipo di gioco basato sul possesso palla?
“Per 4-4-2 s’intende quattro giocatori sulla linea difensiva, quattro su quella di centrocampo e due attaccanti; questa è una formula che deve essere interpretata con molta duttilità, nel senso che quando si ha la fase d’attacco non devono rimanere soli i due attaccanti, ma devono essere coadiuvati dagli inserimenti dei giocatori della fascia mediana, i centrocampisti, e qui si possono distinguere i centrocampisti che lavorano nella zona centrale del campo e quelli di fascia, oppure interscambiandosi possono essere aiutati i due attaccanti dai difensori di fascia che devono sapersi inserire in modo alternato, cioè si inserisce il giocatore di difesa di fascia destra e quello di sinistra, naturalmente, non può inserirsi anche lui altrimenti la squadra è troppo sbilanciata e qui ci va tutta una serie di interscambi che avvengono fra i giocatori di difesa che si inseriscono e i giocatori di centrocampo che a loro volta devono coprire le zone lasciate vuote dai compagni che si sono inseriti. Questo è il principio di base”.
Quindi i giocatori devono essere duttili
“E’ chiaro. Maggior duttilità si ha nei giocatori di calcio e maggior possibilità si ha di avere una squadra che esprime un gioco divertente, che dà alternative fantasiose al gioco del calcio. Per duttilità intendo il calciatore che sia ugualmente bravo nella fase d’attacco, nella fase di costruzione del gioco e in quella di difesa, cioè colui che riesce ad impegnarsi concretamente nel contrasto sull’avversario, ossia quando la palla è in possesso degli avversari e quindi aiutare la propria squadra a difendersi e a recuperare il pallone. Quindi per giocatore duttile s’intende il giocatore più completo possibile, che racchiuda in se più caratteristiche: la conquista della palla, la costruzione del gioco e la capacità realizzativa. Se invece per duttilità s’intende solo il giocatore che è capace di giocare sulla fascia destra o su quella sinistra o al centro allora siamo fritti, quelle sono le capacità minime che deve avere un calciatore”.
Quanto influisce la personalità dell’uomo sul rendimento del calciatore?
“Influisce moltissimo. Secondo me una delle caratteristiche maggiori, anzi preponderanti, di un calciatore che viene a giocare nel Torino è proprio questa. Il giocatore del Torino deve essere: forte tecnicamente, ma soprattutto, e sottolineo soprattutto, forte psicologicamente. Il Torino, con la grande storia che ha, può diventare esaltante quando le cose vanno bene, ma può diventare un macigno terribile su un giocatore quando in campo le cose vanno male. Cosa intendo. Quando in campo le cose cominciano a non funzionare bene e poi a girar male se il giocatore ha grande personalità riesce a reggere il peso, la cappa che grava sullo stadio Olimpico e per cappa intendo tutta la storia granata, che è pesantissima, e il calciatore la sente tutta e negativamente cosa sente? Di non andar a prendere il pallone, di non assumersi le responsabilità. Ecco il giocatore che non ha personalità non è in grado di prendersi le responsabilità quando le cose vanno male perché sente il brusio, sente la critica e la sente molto di più che in altri stadi”.
Cairo vuole ricucire il rapporto con i tifosi, secondo lei è possibile?
“Secondo me tutto è possibile nella vita. Certamente Cairo ha commesso tanti errori e questo lo sa. Può ricucire il rapporto perché alla lunga la storia ci insegna che basta che la squadra imbrocchi un buon inizio di campionato, che la squadra faccia dei risultati, che la squadra faccia vedere di avere un personalità, che riesce a imporsi sull’avversario e riesce a fare un gioco trascinante per il pubblico; a questo punto piano piano i tifosi possono essere recuperati. A questo aggiungerei che Cairo dovrebbe aggiungere altre mosse tattiche che può fare e che finora non ha fatto perché lui è nuovo nel mondo del calcio e continua a non capire qualche cosa che deve fare”.
Quali sono le mosse tattiche che dovrebbe fare il presidente?
“Le mosse tattiche me le tengo per me (ride,ndr) e come quando a un cuoco si chiede come mai un certo piatto ha un sapore particolare e lui risponde che c’è un ingrediente che è un segreto di famiglia”.