Oltre la morte, la vita. In ricordo di Cristina Pianelli

Un ricordo della scrittrice e giornalista torinese
17.05.2010 09:54 di Marina Beccuti   vedi letture
Oltre la morte, la vita. In ricordo di Cristina Pianelli
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Sabrina Gonzatto

 

Da donna a donna dedicato ad una donna. Speciale. Amata dalle donne e dagli uomini. Ultimo baluardo di un Toro che è stato GRANDE. Semplicemente grande. Forse quanto il Grande Torino. Un Toro moderno anche se lontano anni luce dall’odierno. Si arrabbiava Cristina quando il Toro odierno non giocava come avrebbe dovuto e usava anche delle espressioni colorite, la voce roca, la sigaretta in mano, lo sguardo beffardo. Ma con quel fondo di solitudine che ti chiedeva di essere ascoltata. Quegli occhi che tanti occhi granata hanno visto. Improvvisamente dopo settimane di sofferenza fisica, Cristina ha raggiunto l’amatissimo papà Orfeo e l’altrettanto amata mamma Cecilia. Gli ultimi anni della sua vita dedicati ai genitori. Onora il padre e la madre. Quarto comandamento. E poi l’avventura con il club Pianelli. Che bella avventura, il ritorno nella sede di Corso Vittorio e la fondazione del Club e poi il resto.

Tremava Cristina quando vi entrò dopo 26 anni di lontananza; beh, credo di averle fatto un bel regalo, anzi, ne sono certa, almeno questo è quanto mi disse a fine giornata dopo aver stretto centinaia di mani granata. Una donna ironica, una donna sensibile. Ricordo i suoi fiori per me, per il mio spettacolo. Sai come mi raggiunse Cristina la prima volta? Non avendo un mio cellulare, cercò il mio cognome sull’elenco e trovò il numero dei miei genitori, rispose mia mamma con la quale, Cristina, fece una bella chiacchierata e poi chiamò me. Così nacque la nostra amicizia. Tante email, tanti silenzi. E qualche giorno fa, inaspettatamente, una sua telefonata. L’ultima volta che l’ho sentita. Amava tanto i giovani Cristina, parlava degli attuali giocatori del Toro come fossero suoi coetanei. Con la stessa schiettezza che avrebbe usato papà Orfeo. Positiva anche nelle critiche, mai una parola fuori posto, mai una critica gratuita. Sempre pronta ad intervenire in favore dei più deboli forse perché lei sapeva bene cosa significasse soffrire. Parlare di lei, a poche ore dalla sua morte, è difficile, eppure lo sento come un dovere nei suoi confronti, come è mio dovere rendere concreto il progetto del libro sulla sua famiglia. Questo è quanto le ho promesso. Tenere vivo il ricordo delle persone care significa renderle immortali. Oltre la morte, la vita. Eterna.