Novellino la scelta giusta
Claudio Piana
Come è giusto che sia con l'avvento della primavera, le società stanno cominciando a delineare le basi per programmare la prossima stagione. Certo è ancora presto per parlare di acquisti e cessioni ma non per parlare di rinnovo di contratti, soprattutto se riguardanti gli allenatori o i dirigenti. Che si tratti di cicli che volgono al termine come ad esempio il Milan di Ancelotti, di risultati giudicati deludenti come ad esempio Reja a Napoli o di obiettivi delle grandi verso allenatori emergenti come Gasperini a Genova, sono molte le voci che si rincorrono su possibili cambi nelle guide tecniche delle squadre.
Nel Toro la situazione è ancor più d'attualità in quanto Novellino è in scadenza di contratto a giugno e siamo sicuri che un dirigente come Foschi non voglia arrivare a fine stagione senza aver individuato l'allenatore con il quale organizzare il mercato estivo. Già da alcuni giorni si fanno diversi nomi per la panchina granata, da Reja a Colantuono a Camolese, in realtà più accreditato per un eventuale cambio in corsa che la vittoria di domenica sembra però aver definitivamente scongiurato.
In queste ultime ore l'ipotesi che sembra sempre più prendere corpo è quella di una possibile conferma di WAN anche per la prossima stagione, suffragata dai risultati delle ultime partite che permettono ai granata di essere imbattuti da sei turni.
Questa ipotesi non sembra così sbagliata per vari motivi. Il primo è che il vero Novellino a Torino non si è ancora visto. L'allenatore capace di sorprendere con il Ravenna in B, conquistare una storica promozione con il Venezia prima e con il Napoli poi, salvare il Piacenza in A ed infine aprire un ciclo capace di portare la Sampdoria dalla B all'Europa. L'allenatore maestro nel creare un gruppo unito e senza prime donne, che fa della grinta la vera forza della squadra.
Per queste caratteristiche dell'uomo di Montemarano la scelta di Cairo l'anno scorso sembrava azzeccatissima, l'ideale per rivedere in campo lo spirito Toro, che a parte la parentesi Camolese, si è perso dai tempi del primo Mondonico. Purtroppo però è andata come tutti sappiamo e la grinta di Novellino si è trasformata in un boomerang che l'ha portato all'esonero post Genova, figlio dei dissapori con lo spogliatoio e con i leader della squadra. Un altro motivo è che il Novellino 2 sembra aver fatto tesoro di quell'esperienza, e lo dimostrano gli atteggiamenti del mister in questi due mesi. La dura presa di posizione di Walter nei confronti di alcuni tifosi ed in difesa di Dellafiore, il rilancio di Corini da molti visto come uno degli artefici dell'esonero nell'anno passato, le parole di sostegno nei confronti di Bianchi nonostante le prestazioni deludenti dell'attaccante bergamasco, il rilancio di Ventola finito ai margini della squadra.
Probabilmente dietro a questo cambio di atteggiamento c'è la mano di Foschi ma va dato atto a Monzon di essersi messo in discussione proprio nel momento in cui, subentrando a De Biasi, avrebbe potuto dettare legge e pretendere l'esclusione di chi precedentemente l'aveva osteggiato. Questo avrebbe però sicuramente fatto sì che a gennaio si fosse dovuto ricorrere ad una rifondazione della squadra, con il rischio concreto di sfaldare definitivamente lo spogliatoio.
Il ruolo dell'allenatore infatti è molto importante soprattutto nella gestione del gruppo, più che nel modulo di gioco che si vuole applicare ed insegnare.
Un Gasperini o un Zeman all'interno di una polveriera come lo spogliatoio granata degli ultimi anni difficilmente riuscirebbe ad ottenere buoni risultati in quanto il gioco di squadra tipico di questi allenatori lo si ottiene solo se appunto si ha una squadra, un gruppo coeso e non delle individualità. Gli allenatori che hanno fatto la storia del Toro e che sono entrati nel cuore dei tifosi sonogente come Rocco, Giagnoni e Mondonico, mister che per la grinta delle proprie squadre hanno sempre ottenuto risultati importanti. Senza dimenticare Radice che ha saputo perfezionare la creatura di Giagnoni abbinando allo spirito di squadra l'innovazione del gioco all'olandese.
Novellino ha nei suoi cromosomi questo spirito, come già detto precedentemente deve solo imparare a trasmetterlo alla squadra e sembra che la strada intrapresa sia quella giusta. Domenica ci sarà la prova del nove a Cagliari dove l'anno passato si registrò la prima pesante spaccatura tra tecnico e squadra, con la partita non giocata dal Toro che subì senza diritto di replica tre reti dalla squadra sarda. In quell'occasione ammirammo la compattezza dei ragazzi di Ballardini che grazie ad essa ottennero una salvezza dai più ritenuta impossibile ad un cero punto della stagione. Anche per Ballardini si trattava di un rientro dopo l'esonero dell'anno precedente, speriamo sia di buon auspicio per i granata che con il Cagliari hanno anche il motivo di rivalsa per l'ingiusta sconfitta dell'andata che diede il là alla crisi del Toro.
Se tutto andrà come speriamo per Novellino sarà ancora più facile spiegare ai propri ragazzi cos'è il derby, spiegargli come lo vivevano e preparavano Agroppi e Ferrini, dimostrare ai tifosi del Toro che Monzon è la scelta giusta anche per il futuro.