Nelle sfide con il Pescara in A prevale la vittoria per i granata

Coincidenze curiose e precedenti positivi con gli abruzzesi, in cinque gare casalinghe 4 vittorie e 1 pareggio. In attesa dell'ufficialità del baby Bakic si attendono i definitivi rinforzi, utili a trasformare le occasioni create in gol.
30.08.2012 10:41 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Nelle sfide con il Pescara in A prevale la vittoria per i granata
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Solo in cinque stagioni il Torino e il Pescara hanno militato entrambi in serie A e i granata hanno vinto cinque volte, pareggiato tre e sono stati sconfitti due. I precedenti fanno ben sperare i tifosi del Toro per sabato e oltretutto la prima volta che le due formazioni si sono incontrate nella massima divisione era il 18 settembre 1977 ed era la seconda giornata, si giocava al Comunale di Torino e i granata vinsero per due a zero con gol di Pecci (17’) e di Graziani (96’); quell’anno il Torino terminò la stagione al terzo posto alla pari, trentanove punti, con il Lanerossi Vicenza. E’ vero che al ritorno, il 5 febbraio 1978, il Pescara si rifece e vinse per due a uno, vantaggio granata al 63’ con Graziani e risposta abruzzese al 67’ con Zucchini e all’80 su rigore con Nobili, ma visto il piazzamento finale per il Torino molti tifosi oggi sarebbero ben disposti a firmare e  controfirmare che le sfide con il Pescara, soprattutto quella dell’andata, terminassero nell’identico modo, se poi a fine campionato ci fosse anche lo stesso piazzamento.

Nella stagione 1979-80 il Torino ha affrontato il Pescara nella tredicesima giornata, il 16 dicembre 1979 in casa, vincendo due a zero con gol al 72’ di Graziani e all’81 di Mariani, al ritorno il 27 aprile 1980, altra vittoria granata sempre per due a zero al 7’ Vullo e al 77’ Pecci; il Torino concluse il campionato al quarto posto con trentacinque punti. Passano alcuni anni e si arriva al 1987-88 decima giornata, 29 novembre 1987 in trasferta, pareggio per due a due, al vantaggio granata all’11 di Polster rispose al 45’ Sliskovic su rigore, poi ancora il Torino al 64’ con Gritti e al 56’ ancora Sliskovic; al ritorno, il 10 aprile 1988, altro due a zero per il Torino reti al 58’ di Berggreen e al 62’ di Polster; alla fine del torneo i granata si piazzarono settimi con trentun punti alla pari con la Juventus. L’anno successivo andata alla sesta giornata, il 20 novembre 1988 in trasferta, Pescara vittorioso per due a zero con gol al 16’ di Berlinghieri e al 43’ di Pagano, il 2 aprile 1989 il ritorno, pareggio uno a uno con Torino in vantaggio al 14’ con Skoro e poi raggiunto al 27’ dalla rete di Edmar; annata da annoverare fra quelle che i tifosi non avrebbero mai voluto vivere perché per la seconda volta nella loro storia i granata retrocedettero in serie B. L’ultima volta che Torino e Pescara si incontrarono in serie A fu nella stagione 1992-1993, andata alla quarta giornata in trasferta per i granata, il 27 settembre 1992, e pareggio per due a due al doppio vantaggio del Torino al 14’ con Scifo e al 39’ con Aguilera risposero gli abruzzesi al 88’ e all’91 con Borgonovo,  ritorno il 28 febbraio 1993, e vittoria del Torino per tre a uno a segno al 5’ Aguilera, al 19’ Sordo, al 23’ Nobile accorciò le distanze per il Pescara e chiuse al 51’ la partita Casagrande; i granata finirono il campionato al nono posto con trentacinque punti.

Indubbiamente i precedenti fanno ben sperare, anche perché dopo il pareggio alla prima con il Siena il Torino deve inizare a mettere fieno in cascina perché il calendario non è particolarmente ostico in quest’inizio; anche se è e vero che dopo la sosta per la Nazionale i granata dovranno affrontare l’Inter, in casa, ma a seguire la Sampdoria, altra neo-promossa, poi un’altra gara non semplice con l’Udinese, però fra le mura amiche, e ancora due partite abbordabili, almeno sulla carta, con Atalanta e Cagliari. Riuscire a fare un po’ di punti, almeno fra i dieci e i dodici nelle prime sette partite è un traguardo non impossibile, anzi forse il minimo per una squadra che vuole restare in serie A. Ovviamente condizione indispensabile per raggiungere l’obiettivo stagionale è riuscire a trasformare le occasioni da gol che si creano in reti e qui si torna al solito discorso di mercato: serve un attaccante e un regista che sappiano far fare il salto di qualità alla fase offensiva. Alla chiusura del mercato mancano poche ore, domani alle 19, e le trattative fremono, ma di ufficialità ancora nessuna anche se è attesa quella di Bakic, centrocampista diciannovenne di grande prospettiva, infatti è in comproprietà con la Fiorentina, ma che non può essere annoverato come un rinforzo certo già pienamente arruolabile per la prima squadra perché in primo luogo non ha mai giocato in Italia e in secondo è giovane e non si può pretendere da lui quella personalità e continuità tipica di chi con il calcio, per esclusive ragioni anagrafiche, ha maggiore dimestichezza.
Rimangono ancora aperte le piste per l’arrivo di almeno uno o due fra i soliti nomi che girano ormai da troppo tempo: Barreto, Rocchi, Antenucci, Gonzalez, Gilardino, Pozzi e poi i vari Birsa, Pasquale e Marchese e chi più ne ha più ne metta. Ormai azzardare previsioni è pura follia in questo mercato, basta vedere cosa è accaduto ieri per Berbatov: la Juventus lo aveva strappato alla Fiorentina, ma sul più bello è stata beffata dal Fulham. Senza andare a guardare a casa altrui il Torino deve mettere nella condizione Ventura di avere tutte le pedine che occorrono e non sperare che riesca ad arrangiarsi con quello che ha. L’obiettivo, restare in serie A, si raggiunge se si hanno basi solide e non con la speranza che tutto vada per il verso giusto.