Nel segno di Faber
Ieri si è giocata la classica Genoa-Torino ed oggi è la giornata dedicata a Fabrizio De Andrè, nel decennale della sua prematura scomparsa. Marassi gli ha dedicato il giusto tributo, ad uno dei suoi tifosi più illustri. Nella vita di Faber c'è stato anche un po' di Toro, infatti la sua era una famiglia di fede granata (De Andrè è originario piemontese), il padre ed il fratello erano tifosi del Grande Torino e un giorno portarono il piccolo Fabrizio a vedere proprio una partita della loro squadra del cuore contro il Genoa, dove finì diversamente rispetto al risultato di ieri sera. Era il periodo di Mazzola e compagni, la grande squadra granata che faceva sfracelli ovunque. Faber non aveva ancora acquisito un tifo particolare, ma da quella disfatta dei rossoblù decise di diventare tifoso del Grifone, perchè già da piccolo De Andrè stava dalla parte dei piccoli, dei perdenti, degli umiliati.
Se Fabrizio De Andrè decidesse oggi di scegliere per chi tifare, seguendo la sua logica di essere anticonformista, di stare dalla parte dei deboli, il suo cuore batterebbe per il Torino. Da anni i granata non riescono a risollevarsi, a volte sono persino naif, teneri, sperduti, stropicciati dal fato e da gente poco scrupolosa, che tende a sfruttare il sentimento puro dei suoi tifosi, quelli genuini.
De Andrè e le sue "Anime salve" che si addentrano dentro a "Le Nuvole" per portare "La buona novella", per un messaggio vero di pace e amore perchè non ci sia mai più "La guerra di Piero", se non la sua splendida e struggente melodia. Faber senza colori e vittorie facili, una vita vissuta alla ricerca di derelitti che, nel loro piccolo mondo, a modo loro, hanno scritto anche una parte di storia che, senza Faber, non sarebbe mai stata raccontata.
Ciao Faber, ci manchi e ci mancherai sempre, perchè il tuo solo ricordo copre il vuoto del mondo che ci circonda.