La presunzione punisce i granata e premia il Gubbio
“Questa non è la mia squadra” si è potuto leggere sul labiale di Ventura, che così si rivolgeva al suo vice Sullo sul finire del primo tempo. Infatti quello visto a Gubbio non è stato il Torino che si era visto nelle precedenti dieci partite. Che una sconfitta prima o poi sarebbe arrivata era fin troppo facile prevederlo, ma il punto è: come è arrivata. Non tanto perché gli umbri stavano negli ultimi posti della classifica, e neppure per la non ineccepibile conduzione arbitrale dell’incontro, che però non ha influito sul risultato, ma per l’atteggiamento avuto in campo dai granata.
A parte l’inizio dell’incontro che aveva visto prima Bianchi, che si è poi ripetuto anche allo scadere del primo tempo, e poi Glik andare vicino al gol e la fine della partita, quando il Gubbio aveva abbassato il proprio baricentro per difendere il vantaggio e il Torino con tentativi abbastanza velleitari, salvo ancora due occasioni sempre per Bianchi e Glik, aveva tentato l’assalto, con lanci lunghi nella speranza che gli attaccanti ricevessero la palla, alla porta difesa dall’ottimo Donnarumma, per il resto i granata hanno avuto un atteggiamento presuntuoso considerando l’avversario alla portata e quindi hanno creduto che senza grande sforzo prima o poi la palla l’avrebbero messa dentro. E questo si è visto in particolare quando per alcuni tratti della partita il Toro faceva il suo gioco, ma era poco incisivo e impreciso nei passaggi. Il Torino non è riuscito a primeggiare nel possesso palla come di consueto, la difesa – rimasta comunque la meno battuta con sei reti subite – ha pasticciato, di conseguenza rischiato in più di una occasione di essere trafitta, e l’attacco non è stato pungente, infatti quando i granata hanno avuto l’occasione di segnare non sono stati precisi nell’indirizzare il tiro nello specchio della porta. Così il Gubbio partito un po’ timoroso e rintanato nella propria metà campo, con quasi tutti i giocatori dietro la linea della palla, poco alla volta ha preso coraggio, ha aumentato le sortite e con Ciofani al cinquantaseiesimo ha realizzato il gol partita.
L’episodio dell’infortunio di Buchel, al decimo del primo tempo, toccato duro, ma in modo fortuito, sullo zigomo con il gomito da Glik, ha cambiato il corso della gara perché fino a quel momento il Torino sembrava poter fare sua la partita. Quest’episodio, che ha visto uscire in barella l’austriaco per poi essere trasportato in ospedale, ha forse un po’ condizionato il ritmo della gara che si è abbassato e soprattutto ha visto il Torino regredire fino a far ricordare le troppe brutte gare dello scorso campionato. La gara si è anche fatta più nervosa senza che l’arbitro intervenisse tirando fuori il cartellino giallo per ricondurre tutti ad atteggiamenti più corretti, non che ci siano stati episodi clamorosi però serpeggiava l’inquietudine, a tratti anche causata dallo stesso arbitro non sempre impeccabile nelle sue decisioni.
Due parole vanno dette sul ritorno in campo di Vives dal primo minuto, il giocatore non è parso ancora al meglio della forma e forse anche Iori ha patito il cambio di compagno al suo fianco, quando poi nella ripresa è entrato Basha ormai la gara aveva preso la direzione sbagliata e i granata non sono più riusciti a raddrizzarla. Sicuramente Vives, aumentando il numero di minuti nelle gambe, riuscirà a dare un contributo maggiore. Altro discorso personalizzato va fatto per Coppola che nel rimo tempo aveva effettuato una bella parata su tiro di Sandreani, ma che sul gol di Ciofani ha delle responsabilità grosse come un grattacielo, avendo con una sciagurata respinta praticamente fornito un assist perfetto al giocatore umbro e poi qualche minuto dopo rischiato di far raddoppiare gli avversari con un’uscita decisamente infelice. E’ evidente che il portiere sta attraversando un periodo negativo, ma per il bene suo e del Torino deve trovare la serenità che lo ha contraddistinto nello scorso campionato. Ora starà a Ventura e a Zinetti, il preparatore dei portieri, valutare se è meglio per lui fermarsi una o due partite o continuare ad andare in campo con il rischio di fare altre brutte figure.
Per questa prima sconfitta non bisogna fare un dramma, anche perché il Torino rimane in testa alla classifica e ha ancora tre punti di vantaggio sul Padova, ma la gara con il Gubbio va ben ben analizzata in modo da farla diventare un episodio sporadico. Se invece fosse l’inizio di un’involuzione o di un appagamento del gruppo allora sarebbe un bel problema perché vorrebbe dire che tutto il lavoro svolto dall’inizio del ritiro è servito solo ad accendere la miccia che però poi si è spenta. Se così fosse i macigni che erano stati tolti dalle teste dei giocatori e dei tifosi presto torneranno a zavorrare tutti, per fortuna già sabato si torna in campo e con l’Empoli dovrà scendere in campo il Toro che aveva fatto tornare il sorriso sui volti dei tifosi granata.