L'IMPORTANZA del modulo
Recentemente in un servizio televisivo si è parlato del calcio argentino, del perché nascono così tanti talenti e si gioca ancora un calcio fantasioso. Molto dipende dal modulo, nel paese sudamericano, campione olimpico a Pechino 2008 per la seconda volta consecutiva, si gioca prevalentemente con il 4-3-1-2. Vale a dire il trequartista dietro alle due punte e così nascono i Messi, gli Aguero e così via. Un modulo che potrebbe rendere onore ad Alessandro Rosina, che in un recente sondaggio è stato votato più trequartista che seconda punta. Luca Marchegiani, storico portiere ai tempi di Borsano, ora commentatore di punta di Sky, facendo gli imbocca al lupo al Toro, ha evidenizato come Rosina lo vede meglio da seconda punta. Già perché nel calcio moderno la figura del numero dieci non è più attuale, ma gira e rigira alla fine si ritorna sempre al passato. Ora sembra tornato in voga il ruolo del mediano, non solo per la famosa canzone di Ligabue, per cui non è escluso che presto si torni allo spettacolo del numero dieci. Tornare ai bei tempi di Baggio, Rui Costa, Antognoni, Zaccarelli, Maradona e così via, che segnino pure valanghe di gol, ma possano soprattutto giocare senza troppi limiti tattici. E' un peccato tarpare le ali ad una farfalla che vuole volare, incantando nella sua grazia in volo.
Gli appassionati calciofili di una certa età spesso si lamentano che il calcio attuale è più noioso rispetto al passato, troppo tattico, dove il vero campione spesso viene mortificato dalle tattiche esasperanti e dalla marcatura stretta al limite del fallo. Mourinho, che ha fatto ironizzare De Biasi per i suoi appunti scritti, è uno che non lascia nulla al caso ed è esaltato come lo Special One, ma in realtà i migliori allenatori sono quelli che danno spazio alle caratteristiche dei loro giocatori. Anche se poi sono costretti ad imbrigliare i loro calciatori in una disciplina tattica, perchè la logica è quella di vincere ad ogni costo, pazienza lo spettacolo. Vedere alla voce Zeman e ai suoi continui fallimenti, eppure per i duri e puri del calcio Zeman resta il migliore.
Il calcio è un po' come la F1, si vogliono i sorpassi, ma poi chi li azzarda rischia di essere penalizzato per le troppe regole che li disciplinano, com'è successo ad Hamilton nel recente Gran Premio del Belgio. Così succede nel calcio: se un giocatore è tecnicamente superiore alla media viene spesso francobollato dai difensori che lo ingabbiano pur di non farlo inventare. Gli arbitri puniscono i falli tattici, intanto però la bella giocata si è persa e viene "sostituita" dai calci piazzati. Dunque, visto che in Italia si ama molto guardare all'estero, sarebbe opportuno prendere d'esempio il calcio argentino, non solo portando via i pezzi più pregiati, ma seguendo il loro modulo più spregiudicato. Per dare maggior leggerezza al gioco del calcio è utile ritornare a dare inventiva a quel meraviglioso numero dieci.