L'addio a Beppe Aghemo. Un sanguigno alla corte del Toro

17.06.2014 17:32 di  Marina Beccuti   vedi letture
L'addio a Beppe Aghemo. Un sanguigno alla corte del Toro
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© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com

Molti l'hanno sempre visto come colui che portò il gobbo Franco Cimminelli al Torino e da qui si preparò il terreno al fallimento. In realtà Giuseppe Aghemo, meglio conosciuto come Beppe, fu messo di mezzo e si trovò da solo... con Cimminelli. Infatti l'idea era di fare una cordata, che nel calcio ha sempre avuto brutti epiloghi, ma rimase solo il proprietario della Ergom e Aghemo assunse la presidenza del Torino per poche settimane, circa quaranta giorni. Ma che fosse tifoso del Toro era vero, senza dubbio alcuno. Lo conobbi prima ancora che diventasse socio del Torino e nacque subito un bel rapporto collaborativo. Io ero all'inizio della mia avventura on line sul Torino (il primo Toronews) e lui mi aiutò sempre, ricevendomi anche nel suo ufficio all'Unione Industriale, grazie anche al fatto che la sua segretaria, Patrizia, era anch'essa tifosa granata. In seguito conobbi e lavorai con il figlio Paolo, oggi straordinario giornalista di Sky.

Di Beppe Aghemo ricordo soprattutto la sua generosità, come essersi preso a cuore di una squadra di liceali argentini, tifosi del Toro, e avergli mandato le tute ufficiali per permettergli di giocare con la divisa granata. Come dire che fu un presidente prima, un dirigente dopo, sempre molto disponibile, il più disponibile che ho conosciuto finora.

Aveva lo sport nel sangue, era stato anche campione di tennis e poi presidente del Moncalieri, lo faceva per passione, perchè era così Beppe Aghemo, focoso anche quando andava in tv e parava del suo Torino. Si ammalò proprio per le tante qustioni che lo colpirono durante il periodo di Cimminelli, perchè soffrì, in un certo senso, a trovarsi in una situazione scomoda, quando invece aveva sognato qualcosa di diverso e di migliore per il suo Toro, rilevato dopo gestioni scellerate. Tre anni fa, quando cambiai casa, ironia della sorte, nel mio nuovo palazzo ci trovai un suo cugino. Come dire che la simpatia reciproca ci faceva quasi rincorrere.

Quando viene a mancare qualcuno si usano sempre belle parole di circostanza, per Beppe Aghemo sono sincere, perchè nella testa ho tanti bei ricordi legati a lui, una persona vera e sensibile che non se la tirava, nonostante fosse un pezzo grosso dell'Unione Industriale piemontese. Un ricordo dovuto, a lui e alla sua splendida famiglia, in particolare a Paolo, amico e collega di lunga data.