Iori: "Il gioco di Ventura coinvolge il collettivo"
Prosegue la conoscenza con i nuovi giocatori del Torino che giorno per giorno uno alla volta si presentano in conferenza stampa. Se ieri era toccato a Coppola oggi si passa al centrocampo con Manuele Iori.
Le sue prime impressioni da granata.
“Ho trovato un gruppo compatto che sta lavorando bene e ha aiutato noi nuovi ad integrarci, per cui ritengo che i presupposti per quest’anno siano ottimi. Qualche ragazzo lo conoscevo già altri li sto conoscendo e poi ci sono compagni come quello lì (ride e indica Gomis che sta passando, ndr) che aiutano ad integrarsi meglio nel gruppo”.
Cosa l’ha spinta a venire a giocare nel Torino?
“Sono state più componenti che mi hanno fatto scegliere il Torino. Quando hanno chiamato il mio procuratore ero contento e speravo che la trattativa andasse a buon fine. Poi le parole di Petrachi mi hanno convinto ad accettare subito il Toro”.
Ci parli di lei. E’ più propenso alla fase difensiva o a quella offensiva?
“Come mie caratteristiche personali sono più propenso alla fase offensiva, ma chiaramente un centrocampista deve saper fare anche quella difensiva ed io non ho problemi a farla”.
Preferisce di più giocare sul lato destro o su quello sinistro?
“Non ho una preferenza, ma essendo un destro è più facile giocare a destra e anche se gioco a sinistra non ho nessun tipo di problema, tant’è che lo scorso anno a Livorno ho giocato la maggior parte delle partite a sinistra”.
Nel gioco di Ventura il centrocampo deve fare un grandissimo lavoro, per le sue caratteristiche può essere agevolato dalle richieste del mister?
“Il mister non richiede solo ai centrocampisti un lavoro specifico, ma a tutta la squadra. L’obiettivo è quello di avere quattro uomini contro i quattro degli avversari, è proprio un modo diverso di intendere il calcio non è solo un discorso applicabile ai centrocampisti, ma al collettivo”.
Lei era già abituato a questo modo di intendere il calcio o lo sta imparando?
“E’ il primo anno che gioco con un allenatore che richiede alcuni movimenti e determinate giocate che sono un po’ diverse da quelle che ho sempre fatto. Sono qui anche per imparare, visto che c’è un allenatore nuovo che ti chiede determinate cose”.
Come si trova con questo modulo di gioco?
“Bene, naturalmente dobbiamo essere bravi a capire quello che chiede il mister e ci vorrà un po’ di tempo per farlo in quanto è un modo nuovo, ma siamo qui per lavorare e ci mettiamo tutti a disposizione dell’allenatore per avvivare, il più in fretta possibile, ad ottenere quello che lui ci chiede”.
Il regista era una figura che mancava al Torino, oltre a lei è arrivato anche Vives e vi siete divisi la responsabilità del centrocampo già nella prima amichevole. Ci dia un giudizio.
“Nella prima partita mi sono trovato bene. Penso che io e Vives possiamo sicuramente coesistere, non ci sono problemi. Comunque non sta a noi decidere, ma sarà l’allenatore che lo farà. Abbiamo la possibilità di giocare tutti e poi, come ho detto, sarà il campo a dare le indicazioni al mister”.
A centrocampo oltre a voi due c’è il giovane Suciu, che impressione le ha fatto?
“Non conoscevo Suciu. Sono dieci giorni che lavoriamo insieme e penso che sia prima di tutto un bravissimo ragazzo e poi un ottimo giocatore, perché ha qualità e fisico”.
A Petrachi è stato chiesto se arriverà ancora qualche altro centrocampista, radio mercato continua a fare il nome di Gazzi, e lui ha detto che se arriverà sarà un ragazzo giovane per non alterare gli equilibri. La concorrenza può essere un problema?
“Se arriva un giocatore di ottimo livello farà la fortuna anche nostra, perché se arrivano più giocatori di qualità vuol dire che il Torino punta a fare un ottimo campionato”.