Gli incroci di Torino-H.Verona. Rubin e il fantasma Agostini

25.09.2013 14:50 di  Riccardo Billia   vedi letture
Gli incroci di Torino-H.Verona. Rubin e il fantasma Agostini
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© foto di Emanuela Craba

La partita di stasera all'Olimpico tra Torino e Verona metterà di fronte alcuni professionisti che hanno legato la loro storia ad entrambe le società. In primis i due allenatori. Giampiero Ventura, prima dell'avventura di Pisa, si era seduto sulla panchina veronese nella seconda parte della stagione 2006/2007, subentrando a Massimo Ficcadenti, ma senza riuscire a salvare la squadra dalla retrocessione in C1, perdendo la sfida play-out contro lo Spezia dinanzi ad un "Bentegodi" colmo. Sul fronte gialloblù, Andrea Mandorlini ha uno stretto legame con l'ambiente granata, essendo cresciuto al Filadelfia nel biennio '78-'80, prima di spiccare il volo verso l'Atalanta, l'Ascoli e l'Inter. A Torino ci sarà anche il ritorno di tre giocatori a disposizione del tecnico ravennate con un passato al Toro. Tornando indietro nel tempo, ecco Massimo Donati. Approdato in prestito dal Milan nel 2003, fu uno dei pochi a salvarsi in quella stagione che si concluse con una cocente retrocessione in B. Arrivando nel 2007, i granata hanno abbracciato Matteo Rubin. Proveniente dal Cittadella, il terzino veneto, ha saputo ben figurare nei primi due anni turbolenti in A, ma la discesa in B nel 2009 ha rotto di fatto il feeling con l'ambiente. Dunque la partenza verso Bologna e Parma in prestito, la cessione al Siena, prima dell'esperienza attuale all'Hellas. A Torino, l'anno scorso è approdato Alessandro Agostini, uno dei più fitti misteri degli ultimi anni sotto la Mole. Forte di oltre 300 presenze in A con il Cagliari, il giocatore toscano arrivò l'ultimo giorno di mercato in casa Toro. Ventura non l'ha mai ritenuto idoneo nemmeno per 1' di campionato, pertanto quattro mesi dopo, nella sessione di gennaio, è giunta l'offerta del club scaligero. Il terzino classe 1979 è sicuramente l'ex con il dente più avvelenato.